Il cavallo di Troia del capitalismo globale
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Nel Medioevo si cercavano di unifi care territori e popoli che non sentivano alcun bisogno di venire unifi cati; si creavano regni o imperi saccheggiando, combattendo, ammazzando, devastando, torturando. Ma poi, dato che sterminare tutto un popolo sarebbe stato controproducente per chi aveva l’intenzione di sfruttarlo, bisognava anche istruire e convincere. Anche noi europei siamo stati, dopo la caduta dell’Impero Romano, selvaggi e arretrati e quasi liberi, e abbiamo avuto bisogno di essere aiutati a svilupparci, così come già l’Impero Romano aveva sviluppato noi e tanti altri popoli: togliendoci le terre comuni e distruggendo le comunità. Con l’aiuto della chiesa cristiana e dei suoi missionari, ci siamo civilizzati e al posto dell’uguaglianza e della dignità imparammo a suo tempo la sottomissione e la rassegnazione; al posto della proprietà comune dei mezzi di produzione, che allora erano la terra, imparammo lo sfruttamento e la carità; al posto della lotta per i propri diritti, la speranza nel regno dei cieli. Adesso tocca agli “altri”.