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Categoria: Inchieste
Editore: Ponte Alle Grazie
Pagine: 392
Prezzo: € 14,00
ISBN: 978-88-6220-262-6
Anno: 2010

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Recensione

Le guerre finanziarie segrete, la possibile fine di Obama e il debito USA, l'incognita Cina, l'Europa sotto attacco, l'Italia a richio recessione: il peggio deve ancora arrivare?

Nel 2012 non finirà certamente il mondo: ma potrebbe cambiare la Storia. Il triennio ’12-14 si prospetta infatti come un crocevia di eventi epocali. Non solo, come già paventano banche centrali e istituti di rating, siamo ancora dentro la crisi, ma essa potrebbe intensificarsi gravemente. Fra le cause, la fragilità economica legata al debito USA ma anche di alcuni paesi europei, con la scadenza di titoli di Stato e obbligazioni per il mostruoso totale di circa ventimila miliardi; la guerra valutaria e commerciale fra Occidente e Cina; la crisi dell’Unione Europea con il rischio di una sua scissione, ed eventi politici di grande portata: le elezioni presidenziali in USA, Francia e Russia, il cambio della dirigenza cinese, la nomina del nuovo governatore della BCE e, nella nostra piccola Italia, la possibilità strisciante di forme soft o meno soft di secessione.
Grazie al rigoroso supporto di dati per lo più ignoti al pubblico, Aldo Giannuli ricostruisce gli scenari che da questo complesso puzzle di avvenimenti potrebbero sorgere negli anni a venire. Associando lettura economica e lettura politica degli eventi con una precisione e una competenza rare, 2012: la grande crisi è anche un vademecum per la comprensione del mondo d’oggi, uno strumento che ci consentirà di affrontare le sfide e partecipare ai dibattiti dei prossimi anni.      
 
UN BRANO
"In questo libro, non si vuole preannunciare alcuna catastrofe imminente, ma solo esaminare con lucidità alcuni dati che meritano attenzione. Certamente sono prospettati anche degli scenari piuttosto foschi, sia per quel che riguarda la crisi economica sia per le sue eventuali ripercussioni politiche, tanto a livello globale quanto europeo e italiano in particolare. Quando si fa una analisi politica sono proprio gli scenari peggiori e meno desiderabili che vanno presi in maggior considerazione. Ciò non significa che essi debbano necessariamente verificarsi e volgere al peggio. Non ho mai creduto in alcuna forma di determinismo, né economico né politico, e pertanto sono convinto che anche le prospettive più pessimistiche, se debitamente esaminate, possano essere scongiurate, a patto di intervenire in tempo e nella giusta maniera. E, comunque, maggiore è la consapevolezza della portata dei problemi da affrontare, maggiore è la probabilità di uscirne rapidamente e con il minor danno possibile."

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