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Quarant'anni di Stato-Mafia e Mafia-Stato, scrive il giornalista e scrittore Saverio Lodato nell'apertura di questo numero, hanno plasmato la storia del nostro Paese definendo, di volta in volta, la direzione di una Repubblica preda di poteri forti che agiscono all'insegna dell'interesse particolare. Per garantirne la sopravvivenza sono stati uccisi – con una vera e propria strategia stragista, un unico filo che attraversa le fasi più delicate di cui lo storico Nicola Tranfaglia fa un'ampia analisi – agenti delle forze dell'ordine, magistrati, giornalisti che di fronte ad uno Stato-Mafia sempre più in simbiosi si sono messi consapevolmente di traverso. Uno su tutti, Pio La Torre, che l’avvocato Armando Sorrentino descrive come tra i primi a schierarsi contro Cosa nostra e ispiratore di quella legge che introdusse per la prima volta il reato di associazione mafiosa alla quale dobbiamo tanto. Ma anche semplici cittadini che, al momento dell'esplosione, si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato... i familiari, in molti casi a distanza di decenni, ancora attendono la verità sulla morte dei loro congiunti. Del bisogno urgente che ha questo Paese di conoscere la verità ce ne parla la scrittrice Anna Vinci che, attraverso la testimonianza preziosa dell’on Tina Anselmi, ripercorre i suoi ricordi in particolare sul sequestro e l'omicidio di Aldo Moro.
Abbiamo voluto fare il punto della situazione, da una prospettiva in primo luogo processuale, sui dibattimenti ancora in corso o recentemente conclusi. Nel processo per la morte del giornalista Mauro Rostagno, riporta Rino Giacalone, una parte di verità è pervenuta dopo ben 26 anni grazie alla riapertura di nuove indagini. Di Mauro, collega e amico, l'ex cameraman Gianni Di Malta ci dona un lucido ricordo della proverbiale allegria e coscienza giornalistica. Ma altri dibattimenti attendono ancora che una sentenza scriva la parola “fine”, come per Vincenzo e Augusta Agostino, che da 25 anni chiedono di sapere le ragioni per cui il figlio Antonino e la moglie Ida Castelluccio sono stati trucidati da Cosa nostra, perchè molti sono gli indizi che fanno presupporre una regia non solo mafiosa. Così come è il caso della strage di Capaci, per la quale ha recentemente preso il via il processo “bis” alla luce di nuovi e allarmanti dettagli svelati dall'inchiesta che ha portato all'arresto di otto soggetti mai prima d'ora sospettati di aver preso parte all'”attentatuni”. A seguito di questa svolta risuonano più nitide le parole di Giovanni Falcone quando parlava di “menti raffinatissime”, una sorta di testamento che il procuratore aggiunto Nico Gozzo ci ricorda che siamo tutti chiamati ad onorare. Ma, fortunatamente, sono state portate a termine anche inchieste che stanno assicurando alla giustizia i vari Cosentino, Matacena, Dell'Utri... falsi Dei, scrive la giornalista televisiva Silvia Resta, che hanno vissuto di patti e protezioni in un sistema quasi perfetto che aveva garantito loro potere e prosperità.
Un processo su tutti è però sotto il fuoco incrociato di accuse e polemiche provenienti da più parti: quello sulla trattativa tra lo Stato e la mafia, il pm titolare Nino Di Matteo evidenzia i molteplici ostacoli orchestrati da certa stampa e politica, su su fino alle più alte cariche istituzionali, che impediscono alla verità su quegli indicibili accordi dei primissimi anni '90 di venire a galla. Di quel periodo quanto mai instabile ne dà una consapevole analisi storica e politica l'ex ministro Vincenzo Scotti.
Di seguito proponiamo un'analisi della mappa di Cosa nostra che, nonostante non stia più vivendo i suoi tempi d'oro, certamente non ha rinunciato ai suoi progetti. Le ultime operazioni – come “Reset” e “Apocalisse” - ci confermano l'esistenza di un'organizzazione criminale che più volte ha tentato di riorganizzarsi e ha ancora nelle mani una larga fetta delle attività del territorio siciliano e non solo. Una mafia che, è il procuratore aggiunto Leonardo Agueci a spiegarcelo, non va mai sottovalutata. Diverso è invece lo stato dell'arte della 'Ndrangheta, che è stata riconfermata come l'organizzazione mafiosa oggi più potente, con ramificazioni ovunque. Giuseppe Lombardo, tra i pm che a Reggio Calabria affrontano la testa delle cosche calabresi, descrive i diversi livelli di potere in cui anche la 'Ndrangheta risulta essere parte integrante.
A dare l'analisi del panorama internazionale, con particolare riferimento al conflitto in Ucraina, è il giornalista e politico Giulietto Chiesa, ma la conclusione spetta, come sempre, alla sezione scuole: che descrizione dà Salvo Vitale dell'amico Peppino Impastato ad un'adolescente di 13 anni? Cosa vuol dire crescere in una famiglia mafiosa secondo le terze medie della città di Fermo? E cos'è che spinge un gruppo di giovani artiste dai 5 ai 19 anni a fondare un gruppo per cantare e ballare contro la mafia?
Buona lettura!

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editoriale
40 anni di Stato-Mafia e Mafia-Stato
di Saverio Lodato


le inchieste: la metamorfosi mafiosa
Pio La Torre, uomo scomodo non solo per la mafia 
di Armando Sorrentino

Prima il Reset poi l’Apocalisse
di Aaron Pettinari

Agueci: “Con Cosa nostra non possiamo mai abbassare la guardia” 
di Aaron Pettinari

Giustizia per Rostagno, “ucciso dalla mafia” 
di Rino Giacalone

Gianni Di Malta: “In Mauro, così allegro e scanzonato, ho rivisto mio padre”
di Miriam Cuccu

Depistaggi e omertà di Stato 
di Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari

Al via il “Capaci bis”, un nuovo processo alla ricerca della verità 
di Aaron Pettinari


i dossier: dietro le quinte
Scotti: “è arrivata l’ora di fare i conti con la nostra storia”
di Anna Petrozzi

‘Ndrangheta: anatomia di un potere. Intervista al pm Giuseppe Lombardo
di Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo

L’Italia delle stragi 
di Nicola Tranfaglia

Il bisogno di verità
di Anna Vinci

La caduta dei (falsi) Dei
di Silvia Resta

“Andare avanti nell’accertamento della verità a costo di essere chiamati ‘ultimi giapponesi’”
di Antonino Di Matteo

“Il testamento di Falcone da onorare” 
di Nico Gozzo


terzomillennio: uno sguardo sul mondo
Ucraina: una miccia accesa
di Giulietto Chiesa

scuola: imparo l’alternativa
Quando “L’arte uccide la mafia”
di Francesca Mondin

Salvo Vitale: Peppino Impastato, un rivoluzionario esempio per le nuove generazioni
Intervista di Sonia Tabita Bongiovanni

Essere donna in terra di mafia
di AA. VV.