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di Giorgio Bongiovanni

Una fase di stasi che prelude nuovi equilibri e nuovi accordi. Dentro Cosa Nostra, a casa nostra, in Italia, ma anche in più parti del mondo.

Le tre mafie che gestiscono tre intere regioni del nostro Paese stanno subendo, uno dietro l’altro, colpi durissimi da parte delle forze inquirenti tra catture eccellenti come quella di Pasquale Condello e dei più importanti fiancheggiatori dei Lo Piccolo, ingentissimi sequestri di beni e soprattutto con l’individuazione, e in qualche caso anche con l’arresto, di politici, imprenditori e professionisti: un numero abbastanza ragguardevole di cosiddetti colletti bianchi. In particolare Cosa Nostra sembra attraversata da una profonda crisi interna sulla quale hanno agito con grande incisività e intelligenza magistrati e forze dell’ordine arrivando a scardinare completamente, almeno a livello di vertice, l’ impero dei Lo Piccolo che controllava tutta Palermo. Sarebbe il caso di approfittare del momento per sferrare uno o più colpi di grazia, come ad esempio inviando uomini e mezzi a Trapani per catturare Matteo Messina Denaro, ma già si profila la solita maldestra mossa dello Stato che, in ottemperanza alla assurda legge della rotazione degli incarichi, si prepara a smantellare la procura di Palermo. Stessa cosa dicasi per la procura di Reggio Calabria impegnata in delicatissime indagini che coinvolgono alla stessa stregua ‘ndranghetisti e politicanti ...

Per il momento tuttavia, e tanto per cambiare, l’attenzione è tutta rivolta alla nuova corsa elettorale. Il barcollante governo Prodi è franato sull’argilla di cui era costituito e ha lasciato il passo alla formazione di un grande centro di grandi intese. Più passano i giorni più svanisce la speranza di vedere facce davvero nuove con una mentalità nuova con idee nuove con obiettivi verosimili basati sulla reale consapevolezza dello stato del Paese e del mondo che ci circonda. Mentre chiudiamo questo numero di ANTIMAFIADuemila ancora non sono pubbliche le liste dei candidati, tuttavia il timore di rivedere i soliti noti con la stessa fedina penale, in qualche caso persino peggiorata, incombe. Allora cari lettori, pur sapendo che l’attuale sistema elettorale non ci consente di esprimere al meglio le nostre preferenze vogliamo dare il nostro contributo e indicarvi, quanto meno, i volti di cui già conosciamo il fiorito curriculum. Saprete almeno chi è da evitare e quanta voglia di vero e innovativo c’è nel partito che li candida, al di là delle solite chiacchiere di circostanza.
La situazione nel mondo non è più promettente. In attesa di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti si rinfocolano pericolose fiammelle di guerra, nei Balcani, nei Paesi arabi e in Israele. Territori di scontro tra il morente, e per questo ancora più pericoloso, e sempre più indebitato impero d’Occidente e il rinato impero d’Oriente, con una Russia ricca di risorse e armata fino ai denti, vicina, molto vicina alla fiorente e crescente Cina. Le tante riserve si scioglieranno nei prossimi mesi e forse potremo avere più chiara l’idea del destino che attende i futuri leader, le mafie e tutti noi.

            

 

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