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Di Claudio Rojas
Il suo stato di salute è delicato. Molto grave la responsabilità del governo Piñera. Il Machi scrive una lettera sottolineando la necessità di tornare al suo Rewe

Uno dei momenti più bui della giustizia cilena è stato senza alcun dubbio la sentenza e condanna del Machi Celestino Córdova, di cui abbiamo scritto e approfondito a suo tempo. Dopo aver analizzato con incredulità l’inconsistenza e le contraddizioni riscontrate, abbiamo la certezza della sua innocenza, non solo per la debolezza ed incoerenza delle prove che miravano a incolparlo, ma anche per le numerose testimonianze che indicherebbero chi sono i veri colpevoli dell’orrendo crimine di cui è stato accusato.  

Il Cile è l’unico paese in cui un'autorità ancestrale è privata dalla propria libertà, come nel caso del machi Celestino Córdova, autorità ancestrale del popolo mapuche condannato a 18 anni di carcere per il caso Luchsinger Mackay*. Oggi, 21 Luglio, il machi compie 79 giorni di sciopero della fame, iniziato per fare  pressione sulle autorità e sullo Stato stesso affinché si rispettino gli accordi presi nella convenzione 169 dell'OIT e il machi e altri prigionieri mapuche possano, così, avere accesso ad una prigionia che sia adeguata culturalmente e socialmente alle loro abitudini. 

È arrivato il momento in cui la solidarietà verso il popolo mapuche deve farsi sentire di nuovo, è il momento in cui in ogni territorio si manifesti il disaccordo verso questa situazione, tanto del machi come degli altri 27 prigionieri politici mapuche in sciopero della fame. Lo sciopero del machi non è solo per la sua persona e per poter ritornare al suo ‘rewe’, ma è per la libertà e la tutela della sua terra e della sua gente, per il rispetto dell’accordo stipulato, affinché i prigionieri politici mapuche possano scontare la propria pena nei loro territori e i prigionieri politici della rivolta possano accedere ai domiciliari, vicino alle loro famiglie, in attesa del processo.

Lo sciopero del machi è un esempio di solidarietà tra i popoli oppressi, perché lo fa per se stesso e la sua terra, è per la libertà di tutti i prigionieri politici, sia per la causa mapuche che per una causa comune. Perché solo chi è disposto a rischiare la vita per i propri ideali, per la propria gente, per il proprio popolo e perfino per i non mapuche, è veramente impegnato e solidale nei confronti dei suoi simili. 

Per tale ragione, adesso è il nostro turno di dare una mano d'aiuto al machi, di fare pressione affinché venga accolta la sua richiesta, dare visibilità ovunque alla situazione che sta vivendo ed anche pregare, perché oggi la situazione del machi è delicata, non tutti resistono a 79 giorni di sciopero della fame ed è pronto a continuare ancora anche con lo sciopero della sete. 

Lui, innocente come siamo certi che sia, è disposto a sacrificare la sua vita per dare visibilità a tutti i prigionieri politici che abbiamo dimenticato ed abbandonato, a quegli eroi in prima linea che tanto abbiamo lodato e che ora non ricordiamo più. 

Oggi, a meno di 24 ore dall'inizio dello sciopero della fame e della sete del machi, è importante dare visibilità alla sua situazione, mobilitarci dappertutto, alzare nuovamente la voce per una causa giusta, solidale e pienamente giusta.  

Comunicato del Machi Celestino Córdova dalla prigione di Temuco

"A tutti i popoli originari nel mondo, a tutti i popoli, mapuche o non mapuche, alla società umile. Vi comunico che a partire da oggi lunedì 23 Luglio 2018 inizio uno sciopero della fame nella prigione di Temuco poiché lo Stato del Cile ed il suo Governo di turno hanno trasgredito tutti i limiti e gli standard dei diritti umani sia a livello nazionale che internazionale ai danni dei popoli originari principalmente per tutto ciò che concerne l'accordo 169 dell'OIT. 

Inoltre ha trasgredito ogni raccomandazione dei distinti relatori speciali per i Diritti Umani delle Nazioni Unite. Ci tengo a esprimere con profonda convinzione che se devo sacrificare la mia vita lo faccio, con piacere e con orgoglio. 

1 - Per il rispetto e i diritti per tutta l’autorità spirituale mapuche, chiedo 48 ore di uscita al mio rewe in forma urgente, per il rinnovo di questo;

2 - Per il rispetto e il diritto per tutti quelli che appartengono alle popolazioni indigene, chiedo la libertà di esercitare la nostra fede spirituale e cerimoniale dentro e fuori le carceri del paese, una questione altrettanto urgente;

3 - Diritto di abitare moduli esclusivi per i membri delle popolazioni indigene nelle prigioni del paese, secondo le nostre vite e le nostre abitudini;

4 - Chiedere l’applicazione della Convenzione 169 dell’OIT sulle popolazioni indigene;

5 - La restituzione delle nostre terre, territorio e compensazione e risarcimento per il danno causato storicamente e attualmente da atti di lesa umanità da parte dello stato cileno;

6 - L’assoluzione di tutti i nostri lamngen e peñi perseguitati politicamente e giuridicamente per la causa Mapuche.

cordova celestino 2

Intraprendo questo Sciopero d
ella Fame e della sete per il nostro credo spirituale, per la vita, per la salute, per la nostra terra, per il nostro territorio, per la nostra madre natura e per la sua stessa conservazione. Per la lealtà verso i nostri antenati, per la libertà e la dignità di tutte le nostre generazioni. Pertanto, di fronte al diniego di permettermi di tornare al mio Rewe (altare sacro) e la testardaggine dei rappresentanti dello stato cileno nel chiudersi al dialogo, in particolar modo da parte del Governo di turno, per potere avanzare nella risoluzione delle nostre richieste. 

In caso di un possibile decesso, ritengo responsabile il Presidente della Repubblica Sebastián Piñera, il Ministro dell'Interno Andrés Chadwick, il Ministro della Giustizia Hernán Larraín, la direttrice Nazionale di Gendarmeria Claudia Bendeck, il Direttore Regionale Leonardo Barrientos e il Giudice della prigione di Temuco Cristóbal Ortega. Il sindaco di Araucanía Luis Mayol ed il Governatore di Cautin Mauricio Ojeda. 

Che il Popolo Nazione Mapuche e tutta la società non Mapuche umile ricordi che non deve mai arrendersi né abbassare la guardia nel continuare a rivendicare i propri diritti legittimi. 

Per concludere, esigo rispetto e garanzia di non realizzare alcun tipo di intervento della medicina occidentale previo e posteriore al mio decesso. 

Distintamente 

Machi Celestino Córdova Transito 

Privato della Libertà per la Causa Mapuche" 

* Il 3 gennaio 2013 i coniugi Werner Luchsinger e Vivianne Mackay (latifondisti) muoiono nell’incendio appiccato alla loro casa. Immediatamente viene arrestato il machi Celestino Cordova che si è sempre dichiarato innocente.

*Foto 2: www.elsiglo.com /Machi Celestino Córdova insieme a Consuelo Contreras, direttrice dell’INDH

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