di Francesco Giambertone
«Hushpuppi» fermato a Dubai: aveva nei suoi covi di lusso 40 milioni in contanti, sottratti anche a grandi banche
Sotto la foto dell'ennesima Rolls Royce della collezione, esibita con molto orgoglio e poca classe ai suoi 2 milioni e mezzo di follower, Ray «Hushpuppi» - nato 37 anni fa in Nigeria come Ramon Olorunwa Abbas, e fino a oggi invidiato riccone di Instagram - a inizio giugno aveva scritto una mezza profezia sul suo destino: «Grazie Dio per tutte le benedizioni della mia vita: continua a far vergognare chi aspetta che sia io a finire nella vergogna».
Ma quando la chiami, la rovina arriva. L'uomo che vestiva solo Gucci e Louis Vuitton, viveva a Palazzo Versace a Dubai, frequentava calciatori e chef e si muoveva con Ferrari e jet privati, ossessionato dall'hashtag #allmine, «tutto mio», pochi giorni dopo quel post ha preso un aereo con destinazione Chicago, sola andata, con le manette ai polsi: estradato negli Stati Uniti con l'accusa di riciclaggio e frode informatica.
Hushpuppi su internet aveva due vite: una ostentata e un'altra segreta. La seconda gli è costata l'arresto, insieme a una dozzina di altri nigeriani con cui avrebbe orchestrato truffe milionarie via mail ai danni di aziende e persone di mezzo mondo, compresi gli Stati Uniti: nei covi di lusso collegati ad Hushpuppi e ai suoi complici gli agenti hanno sequestrato - oltre a 40 milioni di dollari in contanti (esatto: in contanti), auto e orologi - quasi 50 cellulari e una ventina di pc. Erano quelli gli strumenti del vero lavoro della gang di Abbas, tra cui c'è almeno un altro rich kid di Instagram - Olalekan Jacob Ponle, 29 anni, detto «Mr Woodbery». Usavano il cosiddetto «schema della mail di business», qui da noi «truffa del Ceo»: gli hacker entrano nelle mail professionali di chi lavora nella finanza e gestisce molti soldi, ne studiano clienti e modalità, e poi si fingono manager conosciuti che hanno bisogno urgentemente - per lavoro, o per motivi personali - di un grosso invio di denaro. Nel 2019 l'Fbi ha registrato «frodi per oltre 3,5 miliardi di dollari» con questi metodi, sviluppati «al 90% - scrive la Bbc - in Africa occidentale»: il dipartimento del Tesoro Usa ha inserito 79 nigeriani nella lista dei cybercriminali più ricercati.
Hushpuppi e i suoi, che aprivano e chiudevano conti in tutto il mondo trasformando i bonifici in cash o bitcoin, tra gli altri avevano sottratto quasi 1 milione a uno studio legale di New York e 15 milioni a un istituto finanziario internazionale. Puntavano - ha scritto l'Fbi - «a una truffa da 100 milioni di sterline a un club della Premier League». Nel loro settore erano i più bravi. Peccato non poterlo mostrare a nessuno.
Tratto da: Il Corriere della Sera del 9 luglio 2020