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Bolsonaro e il suo suicidio politico
di Lucas Gabriel Martins*
Dopo avere convocato i suoi seguaci ad una marcia, Bolsonaro ha già conseguito almeno 15 possibili casi di corruzione politica.
Atteggiamenti inquadrati nell'ambito di deliberate azioni contro la Costituzione, infrazioni che hanno motivato il deputato Leandro Grass ad aprire ufficialmente alla camera la richiesta di impeachment contro Jair Bolsonaro.
Nella petizione il deputato fa riferimento a cinque "fatti" che costituiscono reato di corruzione. Il più recente risale al 9 marzo, quando Bolsonaro, presente a un evento a Miami, ha affermato che c’era stata frode nelle elezioni del 2018 e che lui avrebbe dovuto vincere al primo turno; un'affermazione senza prove e che corrispondere ad un reato.
La petizione cita ovviamente anche le manifestazioni del 15 marzo, organizzate dai sostenitori del governo contro il congresso nazionale e la corte suprema e contro la democrazia. Bolsonaro il 7 marzo, condivise un video su un gruppo chiuso di WhatsApp, convocando le persone alla marcia e a invadere il congresso, in "difesa del Brasile”.
Tra le tante questioni, si evidenzia anche il forte vincolo della famiglia Bolsonaro con gruppi paramilitari del Brasile, le famose "milizie", gruppi violenti che dominano molte aree dello stato di Rio de Janeiro. Ci sono molti punti di contatto che vanno oltre la fortuita circostanza, tra la famiglia Bolsonaro e gli accusati dell'assassinio della combattente, femminista e attivista per i diritti umani, Marielle Franco.
Incominciamo dal rapporto dell’allora deputato dello stato e figlio del presidente, Flavio Bolsonaro con Fabricio de Queiroz, un'ex agente di polizia in pensione, ex-consulente ed autista di Flavio. Fabricio aveva una relazione molto stretta con la milizia ed era anche coinvolto in un enorme scandalo riguardante movimenti bancari sospetti nell'ufficio di Flavio Bolsonaro.
Fabricio de Queiroz aveva assunto nella sua squadra di lavoro Raimunda Veras Magalhães, madre di Adriano Magalhães dà Nóbrega, uno dei capi della milizia di Río das Pedras, una zona dominata dalla milizia di Rio de Janeiro, ed anche capo della nota "Oficina del Crimen” (Ufficio del crimine), un gruppo di assassini a pagamento. Adriano dà Nóbrega fu decorato e insignito nel 2005, con la medaglia Tiradentes de Honor, dal figlio di Jair Bolsonaro, quando era ancora un deputato.
Marielle Franco e il suo autista Anderson Gomes morirono crivellati di colpi sparati da un gruppo di miliziani. Una delle numerose lotte di Marielle era appunto smantellare la presenza di milizie in diverse regioni dello stato. Fu Ronaldo Lessa a premere il grilletto e, secondo le indagini, era una persona molto vicina a Jair Bolsonaro: era il suo vicino nel condominio di lusso Villas da Barra.
Sono così numerosi i fatti che dimostrano la stretta relazione della famiglia Bolsonaro con le milizie, afferma Sergio Moro, l'attuale ministro di giustizia del Brasile, che le investigazioni si svolgeranno nel momento opportuno, rimangono inoltre chiari i vincoli del Presidente con il potere giudiziario. Sergio Moro fu premiato con l’incarico che adesso riveste per essere riuscito, quando era ancora giudice, a mandare Lula in prigione, in modo che non vincesse le elezioni presidenziali del 2018.
Ritornando sul tema di apertura riguardo la richiesta di impeachment, lo scorso fine settimana, Bolsonaro era presente alla marcia di fronte al Palazzo del Planalto che, all'epoca, come lui stesso aveva dichiarato tramite una trasmissione, via Facebook, non appoggiava.
In questa marcia, Bolsonaro ha avuto contatto con molti manifestanti che ha salutato e con cui si è scattato delle foto, un atteggiamento fortemente criticato da molti specialisti e milioni di brasiliani, poiché il presidente avrebbe potuto essere contagiato dal coronavirus COVID-19 e dovrebbe essere messo in quarantena.
Attualmente 23 persone che facevano parte della comitiva di Bolsonaro in trasferta negli Stati Uniti l’8 marzo, sono risultate positive al coronavirus. Secondo lui, i due test ai quali si è sottoposto sono risultati negativi, tuttavia, non ha voluto presentare i risultati anche se la giustizia ha obbligato l'ospedale delle forze armate, dove la comitiva era stata sottoposta ai test, a renderli pubblici.
Attualmente, il presidente è oggetto di molte manifestazioni (cacerolazos) che si sono registrate in alcune capitali, come San Pablo, Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Recife e Salvador. Le manifestazioni sono iniziate martedì 17 marzo, nel mezzo dell'aggravarsi della crisi del coronavirus.
Dopo avere definito "lunatico" il governatore di San Pablo, João Dória, per avere decretato una quarantena di 15 giorni nello stato, l'unica azione che ha intrapreso Bolsonaro in piena crisi, è stata quella di criticare e attaccare gli altri, una caratteristica molto comune nel suo governo.
Bolsonaro, oltre ad insistere sul fatto che la crisi debba essere affrontata senza panico né isteria, insiste ancora nel paragonare il Coronavirus ad una semplice "influenza" e nega il collasso nel sistema sanitario brasiliano che potrebbe verificarsi tra poche settimane, come già anticipato dal ministro della sanità, Luis Henrique Mandetta.
Inoltre, sta adottando un comportamento politico suicida, abituato a rinnegare molto aspramente chiunque cerchi di intromettersi nella sua vita, o, per meglio dire, nella sua autodistruzione politica: senza la capacità di gestire il disastro di Brumadinho lo scorso gennaio 2019, senza la capacità di gestire gli incendi nell'Amazzonia e l'enorme disastro ambientale della fuoriuscita di petrolio sulle spiagge del Brasile l'anno scorso.
Il timoniere della nave, come ha detto il Ministro della Sanità, è completamente completamente incapace di rivestire la carica che occupa, generando ancora più confusione in un momento in cui il paese ed il mondo hanno bisogno di molta unione e solidarietà.
Ieri, il 22, in un'intervista, Bolsonaro ha minimizzato le misure di restrizione della circolazione adottata dai governatori.
"A breve il popolo sarà consapevole che è stato ingannato da questi governatori e dai media sul tema coronavirus", ha affermato.
Il 23 marzo ha approvato una misura provvisoria che permette la sospensione del contratto di lavoro per quattro mesi, lasciando i lavoratori senza salario. Mentre altri paesi stanno vietando i licenziamenti garantendo i salari provvedendo alla cassa integrazione.
L'uscita di Bolsonaro dalla presidenza è ormai una questione di sopravvivenza. Bolsonaro deve essere sottoposto ad un urgente test di sanità mentale, perché sta dimostrando di essere fortemente fuori luogo e in confusione psichica.

* Our Voice Buenos Aires

Immagine di copertina: gauchazh.clicrbs.com.br

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