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di Jean Georges Almendras
Con il volto sconvolto dalla rabbia, poche settimane fa, l'ex presidente paraguaiano ed imprenditore Horacio Cartes riceveva la notizia che la giustizia brasiliana (nella persona del giudice Marcelo Breta), aveva emesso un ordine di custodia cautelare internazionale (tramite l'Interpol), per sottoporlo a processo in Brasile, ovviamente previa estradizione, imputato di aver favorito la fuga del cambiavalute brasiliano Darío Messer (a maggio del 2018), nell’ambito delle indagini del noto caso Lava Jato, che successivamente (a metà di quest'anno), è stato arrestato in una città brasiliana. Ma il cattivo umore dell'ex presidente è durato poco perché, è notizia delle ultime ore, il Tribunale Superiore di Giustizia del Brasile gli ha concesso l’“habeas corpus”, revocando l’ordine di custodia cautelare, anche se le indagini proseguiranno il loro corso con la sola partecipazione degli avvocati che lo difendono. Se in quel momento Cartes aveva appoggiato la testa tra le mani, come vediamo nell'immagine sotto - scattata da un fotoreporter -, come un segno di turbamento nel sapersi ricercato dalla giustizia brasiliana accusato di azioni criminali, ora quella rabbia e quella ira si sono sicuramente dissolte, e la felicità è ritornata sul suo volto e nella sua vita. I fatti dimostrano ancora una volta che l’impunità è dalla sua parte, e che chi lo ha accusato e lo accusa di essere un "delinquente", nelle strade di Asuncion, si basa solo su pettegolezzi popolari senza fondamento. Questo è quello che molto probabilmente può pensare.
Secondo indiscrezioni a concedere l’“habeas corpus” a Cartes è stato il ministro Rogério Schietti, accogliendo la richiesta dei suoi difensori, anche se la Procura brasiliana proseguirà le indagini sul caso Lava Jato e l'operazione giudiziaria denominata "Patrón".
Come si ricorderà Cartes era imputato di avere aiutato il suo "fratello dell'anima” Darío Messer (quando era intensamente ricercato dalle autorità) e di avergli fornito la bellezza di 500 mila dollari per potersi allontanare dai suoi persecutori, polizia e autorità giudiziarie.
cartes horacio 02L'avvocato Pedro Ovelar avrebbe dichiarato alla stampa paraguaiana che la Procura brasiliana si è resa conto della mancanza assoluta di prove per la fattibilità dell’ordine di arresto contro Cartes.
"C'è un'incongruenza tra quanto espresso dalla Polizia Federale che lo esclude come partecipante attivo nell’ambito di quelle indagini, ma il Pubblico Ministero, pur prendendo atto di queste indicazioni, chiese al Giudice Bretas l’ordine di arresto. Oggi alla Corte Suprema hanno capito l'illegalità della misura e revocato l’ordine di arresto”, ha dichiarato Ovelar ad un collega di ABC TV.
Oltre ad Overlar, altri avvocati hanno presentato l’“habeas corpus”: Jacinto Nelson Di Miranda Caoutinho, Edward Rocha di Carvalho, Bruna Araújo Amatuzzi Breus, Ana María Lumi, Kamimura Murata e Nikolai Olchanowski.
Tutti loro si sono espressi a favore di Cartes manifestando che "gli elementi utilizzate per decretare l’ordine di custodia cautelare sono assolutamente generici e imprecisi" e che le motivazioni per le quali è chiesto l’arresto dell’ex presidente "non indicano la condotta di ciascun soggetto appartenente al cosiddetto 'gruppo politico' né la partecipazione dell’imputato nell'attività criminale dell'organizzazione di Darío Messer”.
I difensori di Horacio Cartes sostengono con fermezza che quelle che gravano sul loro difeso sono pure speculazioni. Speculazioni senza basi né elementi che possano presumere illegalità commesse.
“Non ci sono prove che lo colleghino a un'associazione criminale, motivo per cui il Tribunale Superiore ha emanato questa misura" hanno detto.
A questo punto, c'è un aspetto da considerare, le indagini proseguiranno, fermo restando che la difesa dell'ex dirigente paraguaiano insista sul fatto che la Polizia Federale non ha chiesto l’arresto dell'ex presidente, ma solo che vengano fornite informazioni, quindi l'ordine del giudice Marcelo Da Costa Bretas, basato sulla richiesta della procura sarebbe illegale e esagerato.
Nonostante la tesi della difesa di Horacio Cartes, l'accusa è ancora sul tavolo, perché l’habeas corpus non lo assolve ancora completamente.
Comunque sia, Cartes ha sentito il pavimento tremare sotto i suoi piedi, e si è sentito minacciato. E come minimo il clamore mediatico di essere ricercato dalla giustizia gli ha lasciato il segno: e lo dimostra l’espressione del suo volto, un misto di rabbia, sorpresa e, vergogna?
Ne dubito, perché questo tipo di personaggi quello che meno provano è la vergogna. Abbondano invece di cinismo e di arroganza.
Sì: cinismo e arroganza, autoproclamandosi innocenti. Il cinismo e l'arroganza che è prorpio dei criminali in guanti bianchi e in giacca e cravatta da cui dobbiamo difenderci.
Perchè sono loro quelli che provocano più danni ai paesi e le democrazie.

Foto di copertina: www.elconfidencial.com
Foto 2: www.elpais.com.uy

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