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di Jorge Figueredo
La presentazione dell'opera teatrale "Democrazia?" del Movimento Culturale Internazionale Our Voice, (la Nostra Voce) è stata emotiva, intensa, ma soprattutto coinvolgente. Il cast è dotato di grande talento artistico e di grande capacità di improvvisazione, ma soprattutto di una passione che va oltre la conoscenza dell'arte scenica tradizionale o convenzionale che si pone in un nuovo paradigma che rompe schemi, l'ordinario, per proporre un modo nuovo di fare teatro da un contesto di attivismo sociale e politico che coniuga l'amore per la verità e per la giustizia, con il coraggio di denunciare i mali del mondo e proporre società.
Our Voice, nella sua esibizione di mercoledì 16 ottobre all'Auditorio Ruy Díaz de Guzmán, ci ha proposto una creazione spontanea, di sentimenti puri ed umani, scevra da interessi economici o monetari, ma che mira a non dimenticare i mali del passato, a preservare la memoria storica del Paraguay, carica di violenza, dittatura, tortura, oppressione e morte, ma anche di mettere in discussione la nostra attuale falsa democrazia che si è alleata con la mafia ed i funzionari corrotti delle istituzioni per schiacciare l'autentica democrazia, uccidendola. Siamo passati da una dittatura militare ad una dittatura mafiosa che sta trasformando il Paraguay in uno Stato-mafia.
Una luce di speranza e di certezza che i giovani combattenti contro la mafia e la corruzione, se manterranno i loro alti valori di giustizia, pace ed amore, saranno i pionieri di una nuova civiltà, di una Repubblica Universale, ricca in umanità, spiritualità e coscienza cosmica.

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Ma ci fanno vedere anche una luce nell'oscurità dell'ignoranza e la paura in cui vivono la maggior parte dei paraguaiani.
Dalla sua nascita Our Voice si è evoluto molto, dall'essere un gruppo di giovani artisti dilettanti mossi dall’amore per l'arte, fino a trasformarsi in artisti impegnati per il cambio radicale di questo sistema politico, economico, sociale e culturale del mondo.
È da diversi anni che vengono in Paraguay per partecipare ad iniziative in memoria del giornalista Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada. La perseveranza nel partecipare alla denuncia, nel pretendere delle indagini e che vengano puniti i veri mandanti che sono dietro il duplice omicidio di Pablo e di Antonia, uomini potenti e mafiosi, legati a diversi Governi del Paraguay, hanno elevato la qualità della lotta antimafia in America latina e nel mondo, poiché attraverso l’attivismo sociale e la comunicazione promuovono una rivoluzione Culturale e civile che spezza quella cultura dell'illegalità, della passività, e del conformismo, che costituiscono l'ambiente dominante, il principale terreno fertile affinché la mafia ed il crimine organizzato governino questo paese.
Opere teatrali come "Democrazia?" ad Asuncion, ci aiutano a riflettere non solo sulle dittature militari che abbiamo vissuto in America latina, ma soprattutto ad essere coscienti che l'operazione Condor continua ad alleggiare sulla nostra regione, con una nuova veste, quella della falsa democrazia che, alleata alla mafia ed ai settori corrotti dei Governi, mantiene oppressa l'autentica democrazia, calpestando i diritti del popolo, condizionando tutti attraverso la paura e l'autoritarismo a vivere nel silenzio, in complicità con le grandi disuguaglianze sociali vigenti in Paraguay.
Promuovono una coscienza critica, liberandoci dalla schiavitù mentale in cui viviamo, attraverso la rivoluzione artistica, che cerca di creare l'uomo nuovo, l'essere umano che ha trovato la verità e pertanto è libero.

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Durante il dibattito che è seguito allo spettacolo, tutti i relatori hanno espresso il pensiero comune, che siamo lontani dal vivere in un'autentica democrazia. Al contrario viviamo condizionati dalla mafia. Il fondatore e direttore della Rivista ANTIMAFIADuemila, il giornalista Giorgio Bongiovanni, ha fatto nomi e cognomi dei presunti responsabili dell'assassinio del giornalista Pablo Medina. Ha fatto riferimento in particolare all'attuale deputata Cristina Villalba, membro del Movimento politico "Honor Colorado" del Partito Colorado, a suo fratello Carlos "Cabrito" Villalba, ex sindaco di La Colomba, dipartimento di Canindeyú, all'ex governatore di Canindeyú, Alfonso Noria e soprattutto all'ex presidente della Repubblica, leader del Movimento “Honor Colorado", Horacio Cartes, che nonostante le tante denunce per diversi fatti illeciti, non è mai stato indagato dalla giustizia paraguaiana. Ciò dimostra che questo personaggio ha un grande potere economico e politico che gli permette di continuare a godere dell’impunità.
Giorgio Bongiovanni, come giornalista, ha sfidato ognuno di loro a rispondere alle domande, puntualizzando che se non chiariscono o spiegano concretamente ad ognuna di esse, non solo saranno i presunti responsabili dell'assassinio del giornalista Pablo Medina, ma saranno anche colpevoli dell’ignobile crimine.
La sfida proposta dai giovani e dal fondatore di Antimafia Duemila è di continuare a lottare contro il crimine organizzato e la mafia con perseveranza, passione e dedicare la vita a rendere finalmente concreta la Rivoluzione Culturale in questo paese e nel mondo.
In modo da poter vivere in una nuova civiltà in cui la mafia sia bandita definitivamente, e tutti possano godere del buon profumo della libertà, della verità, della giustizia e dell'amore per il prossimo.

Foto © Our Voice / ANTIMAFIADuemila

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