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di Jean Georges Almendras
In programma una protesta nazionale in Cile, contro l’amministrazione di Sebastián Piñera

Le alte temperature del clima cileno vanno di pari passo con le alte temperature di un fervore sociale generalizzato che sfocerà in una protesta sociale, prevista per giovedì 5 settembre. Perché il malcontento popolare è radicato nella società cilena. Ed il Presidente Piñera e tutto il suo staff di governo gli voltano le spalle come se si trattasse di una malattia contagiosa che vuole rovesciare o sconvolgere il modello economico, sociale e culturale ereditato dalla matrice pinochetista che sta affondando il paese in una crisi socio-economica di grandi proporzioni, in un contesto di regime politico molto più vicino ad una dittatura che ad una democrazia. Una crisi socio economica che è palese nelle strade di Santiago del Cile.
È visibile in ogni angolo, in ogni piazza ed in ogni via, e si traduce nella presenza (anche eccessiva), drammatica di venditori ambulanti (per il 90 percento immigranti haitiani, venezuelani, colombiani, peruviani), in ogni angolo della capitale transandina; e che si traduce nella presenza di una vera ondata di famiglie che vivono in strada nelle periferie di Santiago e in città; e che si traduce in una grave perdita di qualità di vita nei settori sociali cileni più vulnerabili la cui crisi economica rende visibile - brutalmente - il peggioramento della situazione finanziaria in cui si trovano migliaia di cittadini.
Migliaia di cittadini che in un tale contesto di avversità (che colpisce, duramente, anche il settore dell'istruzione e gli organismi studenteschi -. Non sono esenti da questa realtà i pensionati e la classe operaia che lottano letteralmente per sopravvivere, giorno per giorno. Una lotta per la dignità umana in un contesto di convivenza democratica che in realtà si presenta come una democrazia a metà, amministrata con criterio tipicamente dittatoriale, da menti più vicine al pensiero fascista (nazista) che al pensiero repubblicano o democratico.
A Santiago del Cile, dove circa sette milioni di abitanti danno forma ad una metropoli stressante e divoratrice di esseri umani, richiama potentemente l'attenzione che la società cilena non sembra essersi sbarazzata completamente delle idee golpiste del pinochetismo, come baluardo di un nazismo molto ben radicato nel governo, e nei più alti livelli dell'amministrazione Piñera, con un'impunità impressionante.
Una volta, quando mi trovavo in un appartamento del comune Las Condes, sono stato testimone di una dimostrazione del nazismo imperante in Cile: da dove mi trovavo potevo vedere all'orizzonte le luci degli edifici e la cordigliera che circonda la città, ed anche, una bandiera nazi all’interno di un appartamento, in un edificio vicino al quale io mi trovavo. Una bandiera con la svastica decorava una parete interna. Arredava una sala in penombra. Una bandiera con la svastica, nascosta tra le quattro pareti di un'abitazione. Nascosta?
Nazismo, autoritarismo, falsa democrazia, razzismo, crisi economica, pinochetismo, piñerismo, repressione, persecuzione contro i popoli originari, morte di leader mapuche e di attivisti, persecuzione contro gli immigrati, trattati di libero commercio firmati alle spalle del popolo e contro la sovranità nazionale, soggiogamento dei diritti umani, soggiogamento delle libertà ed un costante attacco alla democrazia, sono i più emblematici mali della società cilena. I mali più emblematici che la dittatura militare nazista ha istallato nel paese fratello e la dimostrazione più aberrante che i governanti di oggi la mantengono viva e ancora oggi la mettono in pratica, in pieno 2019, impunemente.
È a causa di tutto ciò, e per molte altre ragioni ancora, questo 5 settembre la protesta nazionale si farà sentire nei quattro punti cardinali del territorio cileno.
Lo slogan è chiaro. In Cile, oltre 50 organizzazioni sociali, di lavoratori e lavoratrici, di studenti, ambientalisti e di diritti umani, hanno formalizzato la convocazione alla protesta nazionale, con un obiettivo: la supremazia dell'unità sociale.
Qualche giorno prima della protesta, domenica 1° settembre, la dirigente Carolina Espinoza, della Confederazione Nazionale de Funcionarios de la Salud Municipal e portavoce di No + AFP, durante la manifestazione alle porte di La Moneda, ha parlato della trasversalità delle richieste del mondo sociale che si uniscono in un’unica protesta.
"Tutte le nostre rivendicazioni si riassumono in una sola richiesta per una vita dignitosa ed è evidente che non è sufficiente la marcia. Ci siamo mobilitati dalle nostre rispettive posizioni di rivendicazioni e tuttavia non siamo giunti ad un accordo. È per questo che abbiamo deciso di unirci e manifestare in questa protesta che convochiamo per giovedì 5 settembre".
La presidentessa ad interim della Federazione degli Studenti (Fech) Emilia Schneider, ha sottolineato la necessità di coordinare i diversi settori per rivendicare diritti come quello dell'istruzione pubblica. Ed ha aggiunto: “Abbiamo visto un programma che affronta tutto tranne quello dell'istruzione. Focalizzato nel parlare di meriti, in sanzionare gli studenti, ma non di farsi carico della precarietà delle istituzioni pubbliche, né di rafforzare ed ampliare l'educazione pubblica, come né di democratizzare le istituzioni educative. L'idea della protesta è interrompere la quotidianità e mostrare l'ampiezza territoriale delle distinte organizzazioni che la convocano”.
La convocazione alla protesta è stata estesa anche dal Collegio dei Docenti, il cui Presidente Mario Aguilar ha criticato la mancanza di priorità dei diritti sociali e la sua mercificazione da parte dell'attuale amministrazione.
La nostra Assemblea Nazionale tenutasi una settimana fa si è impegnata a partecipare attivamente. Ora sono già oltre 100 le organizzazioni impegnate. Al mattino i professori riprenderanno le lezioni con un po' di ritardo per dare spazio a delle riflessioni sull'argomento con la comunità scolastica. A mezzogiorno, in ogni sede scolastica, ci saranno iniziative di vario genere, con colpi di campana, manifestazione fuori dalla struttura e diverse altre modalità che ogni istituto diversificherà”.
Alcune delle organizzazioni che hanno aderito alla convocazione sono le seguenti: La Coordinadora Nacional de Trabajadores/as NO+AFP, la Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile, La Confederación de Estudiantes de Chile, la Agrupación Nacional de Empleados Fiscales, la Central Unitaria de Trabajadores, el Colegio de Profesores, la Coordinadora Feminista 8M, UKAMAU, la Agrupación Familiares de Detenidos Desaparecidos, la Agrupación de Familiares de Ejecutados Políticos, el Movimiento de Defensa por el acceso al Agua, la Tierra y la protección de Medio Ambiente.

* Foto di Copertina: www.elciudadano.com

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