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di Jorge Figueredo da Asuncion, Paraguay
Fermate 12 persone: 7 sono poliziotti della Direzione Nazionale di Intelligence

Il Procuratore Antidroga Lorena Ledezma ha guidato l'operazione denominata "Espada", congiuntamente agli agenti della SENAD (Segretaria Nazionale Antidroga). Giunti sul posto per effettuare una perquisizione in una pista clandestina a San Pedro, gli agenti intervenuti sono stati accolti da una pioggia di proiettili sparati da persone che apparentemente sorvegliando un carico di 302 kg. di cocaina all'interno di un aereo, di presunta nazionalità boliviana.
L’autorità giudiziaria e gli agenti antidroga sono intervenuti in un insediamento rurale della località Huguá Guazú, distretto di General Elizardo Aquino, Dipartimento di San Pedro, dove è scoppiata una sparatoria che ha portato all’arresto di una dozzina di persone: 7 poliziotti, un boliviano, 4 civili, tra cui un docente. Sono stati confiscati un aereo da turismo, droghe ed armi di grosso calibro. I sospettati hanno reagito sparando, ma sono stati fermati e disarmati senza che ci fossero vittime o feriti, come ha dichiarato il ministro della Senad Arnaldo Giuzzio, ad ABC Cardinal. L'aereo stava per decollare dalla pista clandestina quando sono intervenute le forze dell’ordine, che hanno sequestrato anche dei veicoli probabilmente usati per trasportare la droga fino alla pista clandestina.
Colpisce il fatto che le persone apparentemente preposte alla sorveglianza del carico e che hanno aperto fuoco contro gli agenti intervenuti, sono sette agenti della Direzione Nazionale di Intelligence della Polizia Nazionale, dell’area di San Pedro. Il magistrato Ledesma ha confermato a diversi mezzi stampa che i sette poliziotti arrestati "indossavano l'uniforme" e si pensa che "stessero fornendo protezione al gruppo che stava atterrando con la droga, perché, appena siamo arrivati, hanno reagito cercando di farci allontanare sparando”.
Sin dall'inizio gli agenti detenuti hanno dichiarato di essere impegnati in "un'operazione di intelligence" e che lo avevano comunicato al pubblico ministero Jorge Encina, ma i dati della posizione che avevano fornito non corrispondono alla zona, che sarebbe distante 45 chilometri, e che consisteva solo nel raccogliere informazioni, e non di effettuare un’operazione sul posto, come ha affermato il pubblico ministero Jorge Encina ai microfoni dei giornalisti. Dichiarando anche di non essere stato messo a conoscenza che agenti della polizia fossero impegnati in un'irruzione in una proprietà privata, inseguendo un carico di droga, e ciò fa dubitare della spiegazione dei poliziotti.
Jorge Encina ha detto che i poliziotti dell’intelligence gli avevano dato le coordinate e comunicato l’8 maggio scorso di essere impegnati in un servizio di investigazione nella zona di Chore, tuttavia, al momento dell’arresto, si trovavano apparentemente a proteggere la cocaina che si trovava sull'aereo da turismo sequestrato, ad oltre 45 chilometri dal posto indicato. Tutte le armi e le cartucce utilizzate sul posto per proteggere il carico di droga appartengono ai poliziotti, le cui dichiarazioni non hanno una logica poiché, per svolgere un'operazione sotto copertura, non dovrebbero indossare l’uniforme e non hanno nemmeno comunicato l'intervento al Comandante della Polizia Nazionale, come richiede il protocollo della polizia.
Il Ministro della SENAD, Arnaldo Giuzzio, ha affermato: la "Il nostro obiettivo principale in questa operazione, che rientra in un’indagine iniziata mesi fa, era il sequestro della droga diretta in Brasile, in una zona di atterraggio non abituale da parte dei narcos. La droga confiscata, cocaina, avrebbe un valore nel mercato tra un milione ad un milione e mezzo di dollari".

arrestati operazione san pedro paraguay

Non è la prima volta che si sospetta, quasi con certezza, che agenti della Polizia Nazionale del Paraguay, farebbero parte della struttura di varie organizzazioni criminali, elementi di scorta o addirittura fornitori logistici delle associazioni criminali dedite al narcotraffico ed altre attività illecite.
Possiamo ricordare l'operazione "Aquila Nera" realizzata nel Dipartimento di Canindeyú, nel 2012, dove agenti della Segreteria Nazionale Antidroga (Senad), fermarono 20 persone e sequestrarono 1748 kg. di marijuana, aerei da turismo, droga, armi e numerosi veicoli. Secondo i funzionari antidroga, sul posto atterravano aerei da turismo provenienti da Perù e Bolivia che dopo partivano diretti in Brasile. Il procedimento comportò il trasferimento di capi della polizia del dipartimento di Canindeyú, l'apertura di fascicoli a carico di poliziotti della zona e perfino verifiche sull’operato di due pubblici ministeri del luogo.
Il grado di impunità e corruzione tra le forze di polizia in Paraguay è tale che la loro cultura dell'illegalità è ai massimi livelli, al punto che in più occasioni è sparita persino la droga confiscata come prova e custodita ancora nei depositi della polizia. Infatti circa 252 chili di cocaina sparirono dalla centrale di polizia di Amambay, come riferito dalla stampa nel 2015.
Il responsabile della Senad, Luis Rojas, anni addietro affermò "che il Paraguay è la rotta più economica per il narcotraffico, poiché racchiude le condizioni ideali, non solo dal punto di vista economico, ma è quello che offre i minori rischi nella regione, dovuto alle carenze del controllo aereo e di frontiera, a cui si aggiungono i terribili problemi di corruzione in seno agli enti di sicurezza e giustizia”.
Di fronte al consolidarsi del paese come una delle zone strategiche per il traffico di droga, armi, e di ogni tipo di illeciti realizzati dalle organizzazioni criminali nazionali e regionali, con connessioni a livello mondiale, è urgente la revisione totale della legge antidroga che, ormai obsoleta, favorisce le organizzazioni mafiose. È necessario soprattutto stabilire in una sola legge la lotta al crimine organizzato e alla mafia.
La nostra sfida come società per combattere con maggiore forza la mafia non dipende solo da misure repressive o giudiziarie. È arrivato soprattutto il momento che i partiti politici assumano il loro ruolo e che la cittadinanza eserciti un ruolo maggiore per stabilire responsabilità politiche ed etiche, delle autorità coinvolte o che proteggono le organizzazioni criminali.
Solo così un giorno la mafia avrà fine.

Foto di copertina: www.diarioabccolor.com
Foto 2: www.diarioultimahora.com

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