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di Gaetano Colonna
Mentre gli Europei si divertono guardando in televisione Eurovision 2019 di Tel Aviv, a Damasco sono i cacciabombardieri israeliani a continuare uno spettacolo che è in corso da mesi - attaccando in vere operazioni di guerra un paese sovrano.

Gli attacchi aerei israeliani contro la Siria
I media di stato siriani hanno infatti dato notizia che Israele ha lanciato un ennesimo attacco aereo contro obiettivi poco fuori Damasco sabato notte, aggiungendo che le difese aeree del paese hanno intercettato un certo numero di missili. Secondo fonti di stato, le batterie antiaeree sono state attivate dopo aver identificato “oggetti estranei ostili” che entravano nello spazio aereo siriano proveniendo da Israele.
Si tratta del secondo attacco aereo israeliano nel giro di meno di ventiquatto ore, in quanto anche venerdì i bombardieri siraeliani avevano attaccato la Siria. "Le nostre difese aeree hanno rilevato bersagli nemici provenienti dalla direzione di Quneitra e li hanno intercettati", secondo quanto ha dichiarato una fonte militare siriana all’agenzia di stampa Sana.
La televisione di stato siriana ha mostrato il filmato del cielo notturno con un punto luminoso acceso ed il suono delle esplosioni. Secondo rapporti dell’opposizione, gli attacchi hanno preso di mira il quartier generale della prima divisione delle forze armate siriane vicino ad al-Kiswah, a sud di Damasco. Il sito, che si trova a circa 50 km. dal confine israeliano, è vicino a presunti siti di stoccaggio di Iran e di Hezbollah ed alle batterie della difesa aerea siriana.
Non c’è stato alcun commento da parte di Israele, poiché lo Stato ebraico raramente parla delle sue operazioni militari. Funzionari israeliani, tuttavia, hanno sempre ribadito la propria preoccupazione per la presenza dell’Iran in Siria e per la fornitura di armi sofisticate a Hezbollah da Teheran al Libano attraverso la Siria, sottolineando che entrambe le attività sono considerate da Israele "linee rosse", vale a dire motivo sufficiente per autorizzare attacchi militari diretti in territorio siriano.

La strategia israeliana contro Siria, Iran, Hezbollah
Non si tratta dunque di eventi sporadici, ma di una vera e propria guerra e bassa intensità che lo Stato ebraico conduce da oltre un anno in Siria, nella più totale indifferenza delle organizzazioni internazionali persino difronte alle dichiarazioni pubbliche, a gennaio, del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha proclamato che questa è la strategia bellica che Israele intende seguire per impedire, a suo dire, il radicamento dell’Iran in Siria.
I jet dell’IAF hanno quindi effettuato dozzine di attacchi ad al-Kiswah e all’aeroporto internazionale di Damasco come parte di tale strategia, già nel corso del 2018, durante il quale fonti israeliani hanno parlato di oltre duecento attacchi. Lo scorso dicembre, ad esempio, un funzionario israeliano ha confermato che Israele aveva compiuto attacchi aerei contro obiettivi iraniani vicino alla capitale siriana quel mese, colpendo un deposito di armi e diverse postazioni militari, tra cui strutture di difesa aerea.
A gennaio, questi attacchi sono stati ripetuti dagli israeliani. In risposta a queste incursioni aeree, la Siria ha attivato i suoi sistemi di difesa antiaerea: Israele ha infatti successivamente abbattuto un missile antiaereo siriano, frammenti del quale sono caduti in aree non popolate del Golan.
Ad aprile, aerei da combattimento israeliani in volo nello spazio aereo libanese hanno preso di mira una fabbrica iraniana di missili superficie-superficie nella base siriana di Masyaf, nella provincia di Hama. L’agenzia siriana Sana ha riferito che le difese aeree del regime di Assad hanno intercettato ed abbattuto alcuni dei missili aria-superficie israeliani.
Il SOHR (organizzazione dell’opposizione siriana a Londra) ha riferito che l’attacco avrebbe preso di mira un’accademia militare siriana nella città e due edifici usati dalle forze iraniane nei villaggi vicini: un centro di sviluppo per missili a medio raggio a Zawi ed un campo di addestramento a Sheikh Ghadban.
Immagini satellitari, rilasciate dalla società di intelligence israeliana ImageSat Intl. (ISI), hanno mostrato la totale distruzione della fabbrica.
"Le principali strutture industriali sono state completamente distrutte, incluso l’hangar principale, tre gru e gli edifici adiacenti. Il resto delle strutture sono state colpite e danneggiate dall’esplosione", ha detto l’ISI, aggiungendo che i loro esperti "valutano che persone, strutture e attrezzature al loro interno siano state annientate".

Il messaggio israeliano all’Europa
Gli attacchi israeliani di queste ore, mentre è in corso una manifestazione canora europea a Tel Aviv, assume quindi un valore che non è solo militare ma chiaramente politico, che va ad inserirsi nel quadro della grave tensione militare tra Usa e Iran nel Golfo Persico, alla quale i media europei stanno dando, forse per non rovinare lo spettacolo dell’Eurovision!, pochissimo spazio.
Il messaggio israeliano all’Europa è che lo Stato ebraico intende affermare i propri interessi strategici in qualsiasi momento ed in qualsiasi modo in Medio Oriente.

Tratto da: clarissa.it

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