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di Jean Georges Almendras
Chi ha detto che i grandi cartelli del narcotraffico non si servono dei porti dell'America Latina, come collegamenti per trasportare tonnellate di cocaina in Europa? Chi oserebbe dire oggi che i grandi capi del narcotraffico dell'America Latina non scendono fanno accordi con i mafiosi italiani al fine di realizzare operazioni milionarie di traffico di cocaina a livello internazionale? Chi oserebbe dire che nei paesi dell'America Latina, i livelli di corruzione, con ingenti somme in euro, che coinvolgono alti funzionari di governo (e sicuramente esponenti del sistema politico), funzionari portuali, funzionari doganali e ufficiali al vertice delle forze di sicurezza locali, sono esagerazioni giornalistiche? Qualche autorità dell'America Latina può permettersi di affermare che il narcotraffico si limita al trasporto di piccole quantità di cocaina, nelle valigie di passeggeri di aereo?
Le risposte a queste domande sono concrete: i grandi cartelli della droga operano già da alcuni anni nei porti sudamericani trasportando in mercantili - per la maggior parte - tonnellate di cocaina, in base ad accordi o patti tra i capi narcos locali e prevalentemente con i mafiosi dell'organizzazione criminale italiana, calabrese, denominato 'Ndrangheta. I livelli di corruzione non sono esagerazioni, ma al contrario, sono elevati non necessariamente in quanto al numero dei funzionari corrotti, ma soprattutto per le ingenti somme di denaro destinate a questi fini; ed i grandi cartelli del narcotraffico ricorrono a navi da carico (tra altri metodi), per trasportare ingenti partite di cocaina solitamente all’interno di container, contenitori, nascosta tra la merce, o in altri frangenti semplicemente caricando i container strapieni di droga - con atti di corruzione - e con documentazione falsificata.
Poche settimane fa, ho personalmente, chiesto al Ministro di Sicurezza dell'Argentina, Patricia Bullrich sul fatto che in alcuni porti argentini, secondo fonti delle autorità giudiziarie di Palermo, Sicilia, erano state scoperte delle navi in partenza con destinazione Europa, nell’ambito di operazioni sul traffico di tonnellate di cocaina, previa corruzione di alti funzionari governativi e non governativi, da parte delle organizzazioni mafiosi locali e italiane, come ad esempio la 'Ndrangheta.
Il Ministro lo negò categoricamente. Anzi: ebbe a puntualizzare che si stava lavorando proprio per evitare che queste operazioni si concretizzino nel futuro.

grimaldi lines nave

È stata trasparente nella sua risposta? Ignorante? Diplomatica? Personalmente credo che cercasse di minimizzare la realtà con una risposta completamente assurda. Estremamente assurda, e per di più, molto distante dalla realtà.
In Sudamerica, specialmente in Argentina, Brasile e Uruguay è altamente preoccupante tutto ciò che concerne il narcotraffico di cocaina. Attualmente, il narcotraffico di grosse quantità di questa sostanza è un problema molto ben gestito dalle autorità giudiziarie italiane, soprattutto quando sono coinvolti capi mafiosi della 'Ndrangheta, perché? Perché sanno perfettamente come si opera questa organizzazione e perché sono ben consapevoli delle conseguenze nefaste che tale attività criminale genera non solo in Italia, in Europa, ma anche in America Latina: democrazie minate dalla criminalità ed economie letteralmente devastate dalla mafia, con gli effetti propri di questo tipo di flagelli: una società invasa di violenza ed una gioventù prigioniera della tossicodipendenza, quando non viene inghiottita da gruppi mafiosi che reclutano i loro soldati tra i quartieri dove la carenza affettiva, educativa ed economica sono le principali protagoniste della realtà quotidiana, nelle terre sudamericane.
E anche se il Ministro argentino Bullrich lo neghi apertamente, nella zona del Río de la Plata le prospettive sono terrificanti. Le prove: una recente notizia diffusa dai mezzi di comunicazione in Uruguay su questa per niente piacevole realtà.
Ad Amburgo, Germania, il personale della Dogana ha scoperto un massiccio carico di cocaina -400 kg, per la precisione, - in una nave partita con un carico di riso uruguaiano, dal porto di Montevideo.
Secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa, dietro l’operazione che ha portato al sequestro della droga, ci sarebbe un operatore portuale di Montevideo che ha avvertito i suoi superiori di prestare attenzione alle esportazioni di carne "perché lo hanno già fatto con la lana ed ora con il riso”.
Il quotidiano El País ha riferito che il riso doveva giungere al porto di Free Town, Sierra Leone e che nei registri dell'Amministrazione Nazionale di Porti (ANP), in Uruguay figura l'esportazione nel mese di marzo da parte di un'impresa uruguaiana verso quella destinazione.
Inoltre, un carico di riso, proveniente dal dipartimento di ‘Treinta y Tres’ era già stato utilizzato per trasportare la droga da Montevideo in Europa, dalla segnalazione di fonti della dogana del terminal portuale di Amburgo.
A questo punto il Ministro di Sicurezza dell'Argentina rimarrà fedele all’idea di negare che il traffico di cocaina di vasta portata è un’attività criminale del Río de la Plata?
In base alle informazioni di Montevideo, la droga era ripartita in 17 borse collocate sopra il cereale e la cocaina in questione avrebbe un valore di circa 10 milioni di dollari se introdotta nel mercato nero europeo. Il carico alimentare era diviso in quattordici container di 20 piedi ognuno, con un peso totale di 350.960 kg, imbarcato dalla banchina 1650 del porto montevideano sulla nave da carico "Grande Francia" battente bandiera italiana.
Ma c'è dell’altro attorno alla nave in questione. È stato riferito che in questa stessa imbarcazione, nel mese di agosto dello scorso 2018, personale della Polizia Federale del Brasile sequestrò un carico milionario di cocaina. L'operazione di polizia ebbe luogo nel porto di Santos, dopo che la nave aveva lasciato l’ormeggio verso la sua destinazione, dal porto di Zárate, passando prima da Montevideo.
Il Ministro di Sicurezza dell'Argentina, Patricia Bullrich, ignorava tutto questo? Lo dubito. Eppure ha fornito alla stampa locale ed estera delle risposte assurde. Mente.

bullrich patricia

Ritornando all’operazione sulla nave "Grande Francia" dello scorso 2018 riferiamo che la droga era divisa in due container: uno imbarcato in Argentina ed un altro in Uruguay, nel porto di Montevideo. Aggiungiamo anche che il riso aveva diverse destinazioni e che le autorità brasiliane avevano scoperto 1.322 kg di cocaina divisa in 1.202 tavolette distribuite in 41 borse, in due dei contenitori della nave da carico "Grande Francia".
Tornando al sequestro dei 400 kg ad Amburgo, le autorità tedesche classificano questo metodo di invio di droga come una "truffa" dato che né il mittente né il destinatario erano a conoscenza dell’operazione, secondo quanto hanno riferito la radio e televisione Tedesca Deutsche Welle.
Secondo le nostre fonti giudiziarie europee, le mafie del narcotraffico dell'America Latina, negli ultimi tempi, hanno deciso di ridurre le spedizioni di piccole quantità di cocaina, concentrandosi di più nel trasportare grandi quantità di droga, corrompendo e coinvolgendo in attività illecite il personale all’interno della struttura portuale, tutti collegati con importanti terminal portuali di città come Anversa, Amburgo e Rotterdam, tra altre.
Ricordiamo ai lettori che in Uruguay, il personale della dogana, nel mese di settembre del 2018 scoprì 417 kg di cocaina nascosti in un container di lana sporca destinata al porto di Anversa, in Belgio. La cocaina è stata trovata all'interno di un contenitore di 40 piedi.
Le indagini coordinate dal Pubblico Ministero per gli Stupefacenti, Dott.ssa Mónica Ferrero e gli interventi giudiziari e della polizia portarono all’arresto di quattro persone, una di loro, una funzionaria che avrebbe omesso dei controlli, un impiegato di un'impresa portuale assunto mesi prima dalla compagnia ed un delinquente noto alla polizia (e dalla malavita portuale), conosciuto come "Il Turco", con precedenti penali già dal 1973. Questo individuo, già nel 2006, è stato coinvolto in prima persona in un carico di cocaina di 93kg verso l'Europa (cocaina nascosta tra un carico di ceci) sequestrata a Lisbona, Portogallo.
È evidente, purtroppo, che non viviamo in tempi in cui dalle alte sfere del governo si può affermare (come è stato fatto da quello argentino) che questo reticolo di rotte del narcotraffico sono errate interpretazioni del giornalismo o invenzioni per screditare una o l'altra amministrazione. Nossignore. Purtroppo è una realtà tangibile, con la quale non solo dobbiamo convivere, ma anche combattere.
Noi come giornalisti, denunciandola; e le autorità, come tali, smantellandola, senza lasciarsi corrompere, che è in sostanza la cosa più importante, come primo passo per una vera antimafia.

Foto di copertina: C.Charisius www.diarioelpais.com
Foto 2: www.diarioelpais.com archivio
Foto 3: Antimafiadosmil