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di Jean Georges Almendras
Ad un anno dal crimine: fermati due ex funzionari sospettati di essere i sicari

Il mondo giornalistico mette di risalto la cattura di due sospettati di avere partecipato direttamente all'assassinio del consigliere comunale del Partito Socialista Libertà (PSOL), del Brasile, Marielle Franco, la notte del 14 marzo 2018. Proprio, oggi, al momento della pubblicazione di questo scritto, ricorre il primo anniversario di quell'attentato che costò la vita anche all’autista del consigliere comunale, Anderson Gomes, colpito dai colpi di una mitragliatrice di alto potenziale, mentre ne uscì miracolosamente indenne l'assessore parlamentare Fernanda Chaves che accompagnava Marielle.
Da quella tragica notte, che scosse profondamente i cittadini, una sola domanda risuona con forza nelle strade di Rio di Janeiro: Chi diede l’ordine di uccidere Marielle Franco?: la carismatica consigliera comunale di 38 anni, sociologa ed attivista femminista che rivoluzionò letteralmente la società carioca e tutte le regioni circostanti a Rio di Janeiro, dove gli abitanti trovarono in lei uno dei loro portavoci più incisivi ed intelligenti degli ultimi tempi. Una donna (che sarebbe arrivata molto lontano), che senza vincoli né condizionamenti, e con molto coraggio, denunciò i dementi del potere politico e di polizia (e militare) artefici di persecuzioni nelle favelas (che avevano in realtà più il sapore di esecuzioni di persone - per la maggior parte giovani- sospettati (erroneamente e deliberatamente), di essere narcotrafficanti o delinquenti, tutto in un'escalation della repressione (seppure il testo ufficiale usi il termine "in via preventiva"), nelle favelas dei sobborghi di Rio de Janeiro.
Mentre ad oggi, la domanda sul mandante o i mandanti dell'attentato contro Marielle Franco continua a imperversare sulle strade, ancora di più adesso che ci sono due personaggi accusati di essere i sicari che avrebbero preso parte ai fatti di sangue, il profilo dei detenuti e le loro fotografie sono state esibite pubblicamente come dei trofei investigativi.
I mezzi di stampa locali ed internazionali hanno diffuso immagini delle autorità di Rio de Janeiro, durante la conferenza stampa presieduta dal loro Governatore, fornendo ogni dettaglio riguardante i sospettati, ma dei mandanti nemmeno un piccolo indizio sulla loro identità, niente di niente sul profilo cittadino o criminale. Meglio tacere sui mandanti.
Uno dei detenuti è stato identificato come il Sergente dell'Esercito (in pensione) Ronie Lessa, di 49 anni, il quale risiede in una lussuosa abitazione del quartiere Barra di Tijuca, dove prima di venire eletto presidente abitava Jair Bolsonaro (si conoscevano tra loro all’epoca?). Fonti giudiziarie informano che Lessa fu fermato all'alba dal personale del Reparto Omicidi e si presume sia stato lui a sparare con una mitragliatrice ad alto potenziale (che sarebbe stata ritrovata dalle forze di polizia tempo fa) contro Marielle Franco, provocando anche la morte dell'autista Gomes. Pertanto, Lessa sarebbe accusato di "duplice omicidio" e di "tentato omicidio" contro l’assessore Chaves che miracolosamente rimase illesa. Fonti giudiziarie hanno riferito che Lessa avrebbe investigato sulle abitudini di Marielle Franco, e sui percorsi abituali a bordo del veicolo a lei assegnato per lo svolgimento delle sue attività come consigliere comunale. È stato inoltre riferito che Lessa avrebbe svolto lo stesso lavoro di pedinamento nei confronti del deputato del PSOL Marcelo Freixo (forse anche lui era nell’elenco dei destinati ad essere assassinati al momento opportuno?).
L'altro detenuto è stato identificato come Elcio Vieira di Queiroz, di 46 anni, ex poliziotto. Di lui si è saputo inoltre che era stato congedato dalla polizia per aver fatto parte di una rete di corruzione quando era addetto alla sicurezza di una casa di gioco clandestina a Rio de Janeiro. Avrebbe fatto da autista del veicolo utilizzato nell'operazione criminale. È stato anche riferito che in un’occasione si è fatto scattare una foto insieme a Jair Bolsonaro (coincidenza che potrebbe mettere nuovamente nell'occhio del ciclone l'odierno presidente del Brasile?).
È un caso che entrambi i sospettati abbiano avuto un qualche legame con Bolsonaro? L'uno per essersi fatto fotografare insieme a lui e l'altro per avere abitato tempo fa nello stesso complesso residenziale dell'attuale presidente dei brasiliani? Forse il caso non esiste per questi personaggi, messi oggi al centro dell'attenzione dei media dalla Procura?

marielle franco

Per il 14 marzo sono state di fatto massive le mobilitazioni convocate per il primo anniversario dell'assassinio di Marielle Franco, e la rivendicazione più insistente riguardava la necessità di fare chiarezza su questo attentato che ovviamente (e questo è più che evidente sotto tutti i punti di vista), ha un’impronta di evidente tenore politico.
E non solo, ma si è fatta sentire anche l’imperiosa necessità di fornire alle indagini in corso delle dovute garanzie: istituendo una squadra di investigatori indipendenti. E soprattutto che venga data un'identità ai mandanti, sia che essi appartengano al sistema politico, di polizia o di parapolizia o paramilitare.
È sempre chi preme il grilletto delle armi assassine, dal cuore stesso della cospirazione regnante, il primo a finire sulla graticola; è lui il primo lasciato a bruciare sulla brace del sistema giudiziario, al solo scopo di proteggere i mandanti che sono in definitiva i veri assassini, perfettamente consapevoli dei motivi per i quali emettono l’ordine di morte; sono loro i veri criminali seppure non sparano con le armi, ma sparano ordini mortali, carichi di odio e vigliaccheria, e interessi di ogni tipo.
I sicari sono i professionisti del piombo e i mandanti i professionisti del potere, dell'insabbiamento e dell'intrigo. E Marielle Franco che non aveva peli sulla lingua risvegliò i demoni della criminalità del mondo (che io definirei sottomondo) della politica. Fronteggiò senza remore questi parassiti. Li affrontò.
Sarà un caso che ad un anno di distanza dell'assassinio di Franco e Gomes vengano alla luce gli esiti delle indagini con i nomi dei sicari sospettati di essere i diretti esecutori del massacro? Oppure non è nient’altro che una "strana" coincidenza?
Qualsiasi cosa sia, in questo mondo dove l’impunità è all'ordine del giorno, specialmente in America Latina, l'unica forma di destituire chi favorisce lo sporco occultamento della verità, è mobilitarsi, senza paure né moderazione.
Mónica Benicio, l'architetto compagna di Marielle Franco, si è recata all'ONU per portare lì la sua battaglia affinché il crimine non resti impune; ed è anche in contatto con la Commissione Interamericana di Diritti Umani ed Amnesty International "perché è importante che ci sia un gruppo esterno che affianchi le investigazioni" ha detto.
Marielle Franco si è messa sempre in gioco, per le sue idee, i suoi progetti, le sue convinzioni: e ciò le è costato la vita per mano di killer agli ordini dei sicari delle ideologie del terrore. Ideologie del terrore, che per mezzo dei loro scagnozzi, che non mancano mai, sono pronte ad agire approfittando del momento di solitudine delle sue vittime, per mettere fine alla loro vita.
Momenti di solitudine comuni agli attivisti come Marielle Franco (come appunto quel 14 marzo di un anno fa) che offrono la vulnerabilità ideale per il nemico in agguato, che dispone di risorse, di logistica, di tentacoli di potere, di impunità ed influenze, e di uomini, per spegnere le vite dei loro obiettivi: donne e uomini che pensano e agiscono a beneficio della collettività e non di se stessi.
Uomini e donne immersi nelle problematiche sociali, del loro mondo e del loro tempo; uomini e donne che con coraggio, con la loro denuncia e il loro operato portano alla luce la corruzione del nostro tempo. Tempo di omicidi; di intolleranze, di persecuzioni, in un paese governato dalla tirannia e dal razzismo (fascismo) più recalcitrante e denigrante per l'intelligenza e la vita umana che ha un solo nome: Bolsonaro.
Nei prossimi giorni la Procura definirà se i due detenuti sono effettivamente i sicari dell'attentato. Gli "esperti investigatori" dello Stato brasiliano dovranno chiarire perché, e per ordine di chi, il sicario azionò l’arma puntandola su Marielle; e come, perché, e per ordine di chi, l'ex poliziotto era al volante del veicolo utilizzato per l'operazione criminale.
Sono sicuro che nei prossimi giorni si parlerà sempre meno dei due sospettati; e sono sicuro che si parlerà sempre meno dei mandanti del duplice crimine.
È quello che accadrà. Succede sempre. Perché è così che deve essere.
E non importa se i mandanti camminano tra noi.
Di fronte a questa prospettiva, ormai ricorrente da queste parti, permetteremo che l'impunità la faccia da padrona su questi orrendi crimini?

*Foto de Copertina: www.página12.com/ AFP
*Foto 2: www.telesur.com

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