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di Davide de Bari - Video
L’intervento del giornalista e del meteorologo intervenuti a Torino all’incontro “Fuori dagli equivoci"

Il dibattito politico che si anima attorno la Tav Torino-Lione, la crisi dell’informazione, quella economica e delle risorse con uno sguardo alla politica internazionale. Sono questi alcuni dei temi trattati nell’incontro che si è tenuto ieri a Torino, organizzato da Laboratorio per l'Alternativa Politico-Culturale AlterLab ed intitolato “Fuori dagli equivoci”, a cui hanno preso parte il giornalista Giulietto Chiesa e il meteorologo Luca Mercalli. Proprio la questione delle grandi opere è stato il punto di partenza della discussione. Sono davvero utili? Tutelano il territorio? Quali sono le logiche che portano allo sviluppo di certi progetti?
“Nel 2005 era stata fatta una previsione fino al 2020 in cui ci sarebbero state 800 milioni di tonnellate di merci da trasportare da Kiev a Lisbona. - ha provato a rispondere Giulietto Chiesa - Questi calcoli si basavano su tassi di sviluppo del mondo del 5% o 6%. Ma non solo questo. Anche riguardo il fondo monetario internazionale. Sono tutti sbagliati non del 1%, ma del 50 o 60%. Sono gli uffici finanziari mondiali che tutti i giorni ci raccontano una storia non vera e loro lo sanno”. Per il giornalista il movimento No Tav è stato un esempio di movimento politico: “Perché la Tav? Io ritengo che il movimento No Tav è stato un esperimento politico. Se noi nel 2019 stiamo discutendo di questo significa che è stato fatto un lavoro prima”.
Chiesa nel suo libro, “E’ arrivata la Bufera”, ha dedicato un intero capitolo alla “Difesa del territorio”: “Io credo che noi andiamo difronte a uno scontro con il potere che non è fermo e non attacca. Ci sono interessi potenti che vogliono avere vittoria su di noi: ci arresteranno, ci fermeranno, non c’è più la democrazia. Anche se noi ci armassimo loro sono più potenti di noi”. Solo una difesa “compatta” fatta da “pezzi di popolo può creare una resistenza al potere". Per Chiesa non c’è ombra di dubbio: “Bisogna ricostruire il partito della resistenza popolare. Non potranno arrestare 5000 movimenti”.

Il controllo dell'informazione
Un altro problema che l’Italia si trova a vivere è quello dell’informazione. “Noi viviamo in un mondo virtuale e quindi siamo prigionieri di una macchina e la maggior parte delle persone è stata formattata - ha detto il direttore di Pandoratv.it - L’informazione che arriva a 61 milioni di persone è totalmente falsa. Si continua a discutere su cose che non ci sono”. “Come si fa a raccontare che stiamo andando incontro a una catastrofe? - si è domandato il giornalista che poi si è risposto - Tutti noi ricchi siamo 850 milioni sulla terra e usiamo l’80% delle risorse fisiche, gli altri dove sono? Crepano, vivono come delle bestie. Crediamo di durare a lungo in questo modo? Se pensiamo così siamo dei perfetti cretini perché loro, quelli che io chiamo padroni universali, hanno il potere di determinare ciò che noi dobbiamo sapere e non sapere. Perché se lo sapessimo ci ribelleremo, ma semplicemente non lo facciamo perché non sappiamo. Il vero potere del nemico è il controllo delle nostre teste”.
Secondo Chiesa arrivare ad una “riforma del sistema della comunicazione” è centrale, al punto che "in ogni piattaforma politica che si presenta al potere ci dovrebbe essere scritta questa iniziativa”.

L’estensione della Nato verso l’est Europa
Durante l’intervento il giornalista ha anche parlato dell’estensione della Nato nei Paesi dell’est Europa. “Perché si allarga la Nato? Semplicemente per spendere più soldi in armamenti? Questi si preparano alla guerra perché ormai la situazione non è più sostenibile”. Secondo Chiesa si sta cercando di mettere in atto una strategia di “accerchiamento della Russia e della Cina”: “Ora ci troviamo davanti a una situazione totalmente diversa. Noi occidentali fino alla guerra dell’Iraq e dell’Afghanistan abbiamo depredato impunemente tutte le risorse del mondo”. Per lo scrittore “il prezzo del petrolio viene scelto da 7 o 8 banche. Non c’è un mercato, ma un cartello che decide”. La Russia e la Cina sono ormai divenute delle potenze che contrastano gli Stati Uniti, in quanto la Russia ha un enorme spazio territoriale ricco di risorse, invece la Cina che negli ultimi anni si è sviluppata in modo enorme con un “mercato gigantesco” è diventata la “padrona mondiale”. “L’occidente sta perdendo il pugno della situazione. I comandanti degli Stati Uniti e i suoi alleati sono preoccupati. - ha detto lo scrittore - Se la trave si dovesse rompere, vorrà dire che siamo vicini alla guerra”. Riguardo l’avvicinamento dei missili Nato alla Russia: “Ci hanno detto che l’Ucraina è passata alla Russia in realtà è in mani americane. Questo per fare in modo che i missili della Nato avanzino verso la Russia. Perchè l’altro giorno Trump ha annunciato che sono usciti dal trattato dei missili di media e grande gittata. C’è una ragione a questo: metteranno i missili ai confini della Russia e quando ci sarà l’attacco nucleare pensano di intercettare prima che si alzino in volo tutti i missili della Russia. Si stanno preparando al primo colpo nucleare con la speranza che non ci sia la risposta distruttiva che loro temono”. Il giornalista ha poi ricordato le parole del presidente russo di qualche giorno fa: “Se voi sparerete i vostri missili noi moriremo come dei martiri, ma voi crepate all’istante senza avere la possibilità di pentirvi. Un presidente come Putin non dice queste parole a caso ma dice agli altri di non tentare di attaccare perché non esiteremo a rispondere".



La guerra del futuro
Secondo Chiesa la guerra del futuro sarà “totalmente diversa dalla seconda guerra mondiale. Quella era stata combattuta tra eserciti, invece la terza guerra mondiale non sarà in quel modo, ma l’obbiettivo sarà sterminare il nemico. Le bombe che partiranno non colpiranno gli eserciti, ma le grandi città. - ha concluso - Tre o quattro colpi nucleari basteranno a far morire 300-500 milioni di persone nel corso di una settimana”.

Investire nella resilienza

Insieme a Giulietto Chiesa, è intervenuto il meteorologo Luca Mercalli che ha evidenziato come la Tav sia un'opera che tiene “sotto scacco una nazione come l’Italia, la quale non rappresenta la sua priorità”. Secondo lo scrittore bisognerebbe “ragionare su quest’opera con i dati e grandezze fisiche, cosa che il movimento No Tav sta cercando di fare da 25 anni. Ma purtroppo non si vuole arrivare al punto di analizzare oggettivamente i costi e i benefici. Oggi si cerca anche di rendere ambigui i dati che emergono”.
Per Mercalli l’Italia sarebbe un “Paese molto fragile in materia di risorse e anche riguardo la possibilità di continuare in futuro ad avere lo stile di vita che abbiamo. Se guardiamo il dato dell’impronta ecologica: l’Italia vive 4 volte di più rispetto alle sue risorse”. Quello degli italiani sarebbe uno stile di vita che “fa festa con le risorse degli altri” e questo sarà permesso fino a quando “i trucchi finanziari permetteranno la festa che stiamo facendo”. Su questo, Mercalli ha espresso delle preoccupazioni: “A livello internazionale si addensano fosche nubi. Tutto il mondo inizia a sentire i segni: una nuova crisi globale peggiore di quella del 2008, perchè quei problemi non li abbiamo risolti. Siamo aumentati di numero (7.7 miliardi) come anche gli attacchi alla biosfera, come quelli nei confronti delle foreste tropicali”. “Per riuscire a quantificare il nostro livello di vita, bisogna quantificare quanto il nostro Paese possiede di risorse interne. - ha aggiunto il meteorologo - Perchè un Paese che vive al disopra delle risorse che possiede è fragile ed è ricattabile”. La soluzione a questo? Bisognerebbe informare gli italiani di questa “fragilità”. “Fare i conti non solo con il denaro ma anche con le grandezze fisiche. Gli italiani non sanno quanta energia o barili di petrolio usano o quelli che dobbiamo acquistare, ma hanno in mente solo il PIL. - ha spiegato Mercalli - Se si informasse di questo ci sarebbe più accettazione sociale per le scelte indispensabili e di resilienza del sistema del Paese riguardo i fattori come il cibo”. Il divulgatore scientifico si è poi chiesto “l’Italia è in grado di essere autosufficiente in caso di taglio delle importazioni?”. La risposta: “La crisi malthusiana prima o poi arriva. Andiamo verso i 10 miliardi di abitanti nel 2050 e 821 milioni di persone oggi non mangiano. - ha sostenuto - E’ facile che nel futuro noi possiamo entrare in un vicolo di crisi alimentare. Ad esempio la Cina sta intercettando quasi tutti i flussi alimentari per garantire sicurezza ai cittadini”. Quello che si dovrebbe fare è “ricorrere alla resilienza del Paese basata su autonomia energetica, alimentare e delle materie prime. Oggi sarebbe meglio ragionare sulle vere urgenze, che ci fanno rinunciare a qualcosa, ma ci rendono più forti per quando verrà la crisi. Invece di essere esposti 4 volte per le nostre risorse, fossimo esposti 2 volte e mezzo ci renderebbe un po’ meno fragili”. Mercalli ha poi osservato che questo meccanismo di crisi è già avvenuto in Grecia quando “non ha programmato la resilienza, ed era proprio esposta come noi, quando nel 2008 è stata stritolata dalla finanza europea e ha perso diversi pilastri del welfare. Non solo. Anche l’indipendenza energetica”. “Se noi investiamo bene nel benessere, che per fortuna ancora c’è, possiamo essere più indipendenti. - ha concluso il meteorologo - Se io fossi il presidente del consiglio questo lo ripeterei a reti unificate”.

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