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Il procuratore incaricato dell'inchiesta sull'attentato antisemita del 1994 a Buenos Aires fu trovato morto nel suo appartamento nel 2015
Buenos Aires. Il procuratore incaricato dell'inchiesta sull'attentato antiebraico a Buenos Aires del 1994, trovato morto nel suo appartamento nel gennaio del 2015 è stato vittima di un omicidio, il cui movente sono state le accuse che Nisman stesso aveva lanciato contro l'allora presidente dell'Argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, a causa della sua intesa con l'Iran.
Queste le conclusione contenute in una decisione annunciata oggi dalla Camera Criminale Federale di Buenos Aires, nel confermare le imputazioni fatte ai quattro agenti della scorta del pm.
Nisman - responsabile di una procura speciale creata per indagare sull'attentato contro l'Amia, la principale associazione ebraica di Buenos Aires, nel 1994, nel quale morirono 85 persone - è stato trovato morto nel suo appartamento, con un colpo di pistola alla testa, nel gennaio del 2015, poche ore prima di un suo atteso intervento in Parlamento, per spiegare le sue accuse contro Kirchner.
Secondo il pm, che aveva istruito la causa per la quale erano stati imputati vari alti dirigenti iraniani, il vero obiettivo del memorandum di intesa firmato dal governo di Kirchner con Teheran nel 2013 era quello di garantire l'impunità dei colpevoli dell'attentato.
Nella decisione emessa oggi, i magistrati affermano che "è falso sostenere che (Nisman) aveva paura di esporre al Congresso" le sue denunce, il che elimina l'ipotesi del suicidio, e il suo omicidio deve essere inteso come "una conseguenza diretta della denuncia che formulò il 14 gennaio del 2015", quattro giorni prima della sua morte.
I magistrati hanno confermato inoltre le accuse contro l'assistente informatico di Nisman, Diego Lagomarsino, in quanto "partecipante necessario" dell'uccisione del pm - è lui che fornì a Nisman la pistola che fu trovata accanto al suo cadavere - e ai quattro agenti della sua scorta, due dei quali sono stati imputati per non adempimento del loro dovere, mentre gli altri due sono accusati di complicità.
La dichiarazione della Camera Federale conferma così la decisione presa in prima istanza dal giudice Julian Ercolini, che nel gennaio scorso aveva stabilito che la morte di Nisman era un omicidio e aveva accusato di complicità a Lagomarsino.
Contrariamente a quanto ipotizzavano i media argentini, il nome di Kirchner non è nemmeno menzionato nella sentenza di oggi, anche se l'ex presidente - e ora senatrice - è stata imputata nel settembre scorso per la firma del memorandum con l'Iran, che nel frattempo è stato dichiarato incostituzionale dalla giustizia di Buenos Aires.
(1 giugno 2018)

Tratto da: tio.ch

Foto © AFP

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