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moyano maria victoriadi Jean Georges Almendras
Per María Victoria Moyano, del CeProDH (Centro de Profesionales por los Derechos Humanos), ogni “nipote ritrovata”, vittima del terrorismo di Stato argentino, è una sorella ritrovata. Un suo legittimo sentimento, che dovrebbe accomunare tutti noi, essendo lei stessa una nipote ritrovata.
Nacque in una cella del Pozo de Banfield 39 anni fa. Sua madre, María Asunción Artigas, urguaiana, e suo padre Alfredo Moyano, argentino, risultano desaparecidos. Oggi, María Victoria, madre di una giovane adolescente che sta per laurearsi in legge, abita a Buenos Aires insieme a suo marito, avvocato del lavoro, non rinnega mai il suo passato. Riconosciuta come attivista e instancabile difenditrice dei diritti umani, dice sempre (e lo ha ripetuto anche a noi quando l’abbiamo intervistata nel febbraio di quest’anno a Buenos Aires) che ogni nipote ritrovato/a dalle “abuelas de Plaza de Mayo” è una sua sorella o un suo fratello. E ciò suscita in lei emozione, gioia e sollievo. Sentimento che rivive alla notizia del ritrovamento della “125esima sorella”, una bambina, al tempo della dittatura, sottratta madre 38 anni fa.
Chi è la nipote 125? Si tratta della figlia di Lucía Rosalinda Victoria Tartaglia, una studentessa di Diritto e militante della Gioventù Peronista (JP), scomparsa il 24 novembre del 1977, all’età di 24 anni. La nipote ritrovata si sa che vive a Buenos Aires e si chiama María Lucila.
In un editoriale pubblicato dal quotidiano “La Izquierda Diario”, María Victoria scrive: “Una verità storica, tanto negata e attaccata dai settori del potere, che si riaccende con più forza ogni volta che uno di noi appare nel mondo come prova fedele di ciò che ha significato il terrorismo di Stato e l’impunità regnante durante i governi costituzionali”.
In quei momenti uno pensa a sua madre e a tutte le nostre compagne detenute desaparecidas, inclusa mia madre, costrette a dare alla luce i propri figli in condizioni di cattività per poi vedersi strappare i neonati dalle braccia, per nasconderli e non ridarli a quelle “vecchie pazze” che avevano cresciuto figli rivoluzionari. Spezzare ogni laccio di continuità. Ogni volta che uno/una di loro viene restituito a noi, è come ritrovare i nostri 30 mila compagni detenuti desaparecidos. Per loro, per i sopravvissuti e anche per le nuove generazioni. Questa volta si tratta della figlia di Lucía Rosalinda Victoria Tartaglia, sequestrata il 27 novembre del 1977, quando aveva appena 24 anni, a La Plata, città dove abitava e militava. Dal momento che la sua famiglia seppe che era incinta iniziarono le ricerche del bambino o bambina nato in cattività e l’identificazione è avvenuta attraverso la Banca Nazionale di Dati Genetici”.
Con il suo solido e caratteristico linguaggio critico, María Victoria Moyano non risparmia la politica del governo Macri, che spesso attacca le libertà democratica. 
Dall’insediamento del Governo, Mauricio Macri, attraverso le istituzioni dello Stato, ha attaccato senza esitazione le libertà democratiche in ogni suo aspetto. Siamo reduci di una grande manifestazione contro la sentenza del tribunale che concedeva il beneficio della legge 2x1 ai genocidi (che reduce le pene ai condannati per crimini di lesa umanità, ndr) oltre al tentativo di funzionari del Governo di negare i nostri 30mila desaparecidos, di mettere in dubbio i Nipoti accusandoci di “fare affari” con i diritti umani, quando l’appropriarsi di bambini è uno dei crimini di lesa umanità più terribili”.
Nell’interessante editoriale, Maria Victoria fa anche riferimento alle dichiarazioni della tedesca Úrsula Haverbeck, di 88 anni, condannata al carcere per aver negato l'olocausto e l'esistenza delle camere a gas nel campo di sterminio naziste di Auschwitz. 
"Tuttavia in questo paese i funzionari hanno detto e dicono qualsiasi cosa quando si tratta di delitti di lesa umanità e non ricade su di loro alcuna sanzione della giustizia per le loro parole. Ne tanto meno quando sono omertosi, come nel caso della sparizione forzata di Santiago Maldonado, avvenuta dopo la repressione della Gendarmeria, dove neanche il ministro della Sicurezza Patricia Bullrich è stata allontanata dal suo incarico. Il Potere Giudiziario è permissivo con gli anziani assassini, torturatori e sequestratori di bebè, favorendo loro con gli arresti domiciliari "per la loro avanzata età”. Tuttavia la ricerca persistente dei nostri fratelli continua ad illuminare vita e verità". 
Per María Victoria Moyano, la responsabilità imprenditoriale è un fattore importante, e allo stesso tempo un attore assente nelle udienze giudiziarie. Vi è una responsabilità imprenditoriale in genocidi e nel furto di neonati.
"Noi che lottiamo contro la repressione e l'impunità in maniera indipendente dai governi di turno sappiamo che è indispensabile mobilitarci per le strade per riuscire a portare in tribunale affinché vengano condannato con una giusta punizione i sequestratori di bebè e i responsabili degli aberranti delitti di lesa umanità; messi in atto dalle forze repressive dello Stato in connivenza con il potere economico e la Chiesa. È stata dimostrata la responsabilità delle grandi imprese nel genocidio. La Ford, ad esempio, ospitava un centro clandestino di detenzione e tortura dentro i suoi stabilimenti. La Mercedes Benz è responsabile della sparizione di 17 lavoratori ed uno dei suoi direttori è sospettato di essersi appropriato di un bebè. Ma loro sono sempre gli attori assenti nei processi. Senza voler fare dei paragoni, oggi di fronte alla sparizione forzata e la morte di Santiago Maldonado, abbiamo sempre lo stesso attore assente. Non è sotto indagine la potente azienda Benetton che cerca di imporre, a ferro e fuoco, il suo dominio nel territorio che ha comprato. Quando in realtà, è lei che vuole spogliare il popolo Mapuche delle loro terre”. 
Partendo dal presupposto che le mobilitazioni per chiedere delle indagini sui casi archiviati risultano fondamentali, María Victoria Moyano ha esortato a continuare a manifestare per chiedere che venga istituita "una banca nazionale con tutti i dati, registri ed archivi; certificati di nascita di tutte le province, tutti gli espedienti giudiziari di adozione, e tutti i fascicoli, che corrispondano al periodo compreso tra gli anni 1975 e 1983, e impedire la loro distruzione. È sempre più urgente la creazione di una commissione indipendente, composta da vittime e familiari di vittime del terrorismo di Stato, che abbia pieno accesso a queste informazioni, alle investigazioni e alle cause giudiziarie dove si indaghi sull'identità dei bambini sottratti, perché molte nonne muoiono senza conoscere la sorte dei loro nipoti”. 
"Oggi abbiamo trovato una nipote, circa tre mesi dopo la sparizione e morte di Santiago Maldonado, per mano della Gendarmeria, mentre partecipava ad una protesta a fianco del popolo mapuche. Mai più sparizione forzata! No dimentichiamo, Non perdoniamo e Non ci riconciliamo!!".

Foto di Copertinawww.laizquierdadiario

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