Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

argentina flagdi Juan Aragonés Randó
La corruzione in Argentina è stata (e devo pensare che continui ad esserlo) una costante storica. Potremmo risalire agli inizi della dichiarazione di indipendenza (9 luglio 1816) quando fu sottoscritto il famoso prestito Rivadavia-Baring Brothers. É in quel momento che la Giunta dei Rappresentanti autorizzò la collocazione del prestito pubblico ad un’aliquota minima del 70%.
Rivadavia, come ministro del governatore Martín Rodríguez, costituì un consorzio in rappresentanza del Governo di Buenos Aires disponendo così il prestito pubblico ad un’aliquota del 70% (escludendo l'espressione "minima"). A capo del consorzio i signori Braulio Costa, Félix Castro, Miguel Riglos, Juan Pablo Sáenz Valiente ed i fratelli Parish Robertson, i quali, in virtù del potere conferito, conclusero l'accordo a Londra con la firma Baring Brothers & Co.
Ritenendo cosa facile la collocazione sul mercato, la Baring propose al consorzio di immetterli all'85 %, di cui il 70 % corrispondeva a Buenos Aires ed il rimanente 15 % veniva spartito con il consorzio.
È così che il 1° Luglio 1824 fu stipulato con la Banca Baring un prestito di 1 milione di sterline. Il 15 % equivaleva a 150.000 sterline, di cui 120.000 rimasero al consorzio come commissione, ed i rimanenti 30.000 alla Baring.
Ma non solo. La Baring aveva il controllo di 200.000 titoli al 70 %, accreditando a Buenos Aires soltanto 140.000 sterline.
Da parte sua il consorzio dispose che il denaro fosse inviato mediante titoli azionari per aziende, una delle quali faceva capo a "Robertson e Costas", due membri del consorzio.
In aggiunta, a Buenos Aires arrivarono soltanto 570.000 sterline.
Potrei citare, tra gli altri, il Trattato Roca-Runciman, che sarebbe costato la vita al senatore Enzo Bordabere (assassinato all’interno del Senato), ma quanto finora espresso è solo di carattere introduttivo. Per entrare nel tema del presente documento, il “Processo Civile-Militare”, partirò da quello che conosciamo come Processo di Riorganizzazione Nazionale, iniziato il 24 marzo del 1976 con il colpo di stato militare.

Il Processo Civile-Militare (1976 - 1983)
L'irruzione del processo militare del 24 marzo 1976 ebbe come oggetto quello di promuovere la dipendenza assoluta del paese dal progetto del capitale finanziario; eminenza grigia di detto progetto fu Alfredo Martínez de Hoz, con il sostegno della Commissione Trilaterale.

Sua spalla fu Guillermo Walter Klein, che occupava la carica di Segretario di Stato di Programmazione e Coordinazione Economica il quale, nel 2008, fu querelato per l’omicidio di Juan Carlos Casariego de Bel, un funzionario del Ministero dell’Economia sequestrato il 15 giugno del 1977 per aver rifiutato di certificare un dato cruciale nel processo di nazionalizzazione dell’azienda Ítalo (L'ultima notizia di Casariego di Bel è racchiusa in un messaggio che comunica il suo ritardo nel rientrare a casa per via di una riunione nell'ufficio di Klein).

Il presidente del B.C.R.A (Banco Central della Repubblica argentina) era Adolfo Diz, noto per aver fatto parte dei cosiddetti "Chicago boys" e appartenente alla corrente generata dall’economista statunitense Milton Fridman.

Un altro collaboratore fu José Luis Machinea (che in seguito avrebbe assunto e sostituito nella B.C.R.A durante il governo di Alfonsín le garanzie di Stato rispetto al debito privato, trasformandolo in debito diretto, e sarebbe il creatore del temporaneo congelamento del debito stesso durante il governo di Di La Rua).

Alla fine della dittatura (1982), Domingo Felipe Cavallo apparve come sottosegretario del Ministero dell'Interno e presidente della Banca Centrale della Repubblica Argentina (successivamente avrebbe svolto funzioni come Ministro dell’Economia di Carlos Menem e di Fernando de la Rua).

Alejandro Olmos Gaona avrebbe definito come la "grande truffa" il debito esterno argentino, ragion per cui il 4 aprile 1982 presentò una querela contro José Alfredo Martínez de Hoz ed altri funzionari del governo civile-militare per la negoziazione del debito esterno, che - a suo parere – era stata condotta in modo illegale. Il giudice federale rappresentato dal criminale Jorge Ballesteros diede per conclusa in via definitiva la causa penale il 13 Luglio del 2000, che provava oltre 470 illeciti. Tuttavia tutti i reati erano ormai prescritti per cui nessuna delle persone coinvolte dovette scontare alcuna condanna.

Nonostante la sentenza sancì che il debito esterno fosse "illegittimo e fraudolento", non fu presa alcuna misura per sanare la situazione. Semplicemente fu inviata copia della sentenza al Potere Legislativo che avrebbe dovuto occuparsi del tema.

L'attività criminale del governo della Giunta Militare non si limitò alla frode del debito esterno, ma si lanciò nell'appropriazione forzata di aziende private, terreni, etc.

Una delle più note era la "Papel Prensa S. A." di proprietà della famiglia Graiver; il cui “capo famiglia” morì in Messico in quello che fu descritto come "un confuso incidente aeronautico”.

Secondo Lidia Papaleo, alcuni giorni prima dell’incidente che sarebbe costato la vita a suo marito, il messicano Gabriel Alarcón, proprietario del quotidiano El Haraldo, disse a David Gravier: "Devi vendere la Papel Prensa, perché ti costerà la vita”.

Il risultato fu che, nel novembre del 1976, "manu militari" forzò la vendita dell'impresa che, guarda caso, fu acquistata dai quotidiani El Clarín, La Nación, e La Razón (rappresentati da Ernestina Herrera de Noble, Héctor Magnetto, Patricio Peralta Ramos, Marcos Peralta Ramos, Hugo Fernando Peralta Ramos y Bernardo Sofovich) che diffondevano notizie sul presunto legame di David Graiver e del suo gruppo con l'organizzazione Montoneros.

Lidia Papaleo de Graiver dichiarò a Pagina 12 che Bernardo Sofovich (avvocato di Clarín) le avrebbe consigliato di abbandonare il paese.

Fu così che, a partire da marzo 1977, familiari e membri del gruppo Graiver furono arrestati illegalmente: l’8 marzo, Juan Graiver; il 14, Lilia Papaleo, Silvia Fanjul e Lidia Gesualdi; il 12, Dante Marra, Julio Daich ed Enrique Brodsky; il 15, Jorge Rubinstein; il 17, Isidoro Graiver; il 22, Martín Aberg Cobo; il 1° aprile, Edgardo Sajón; il 12, Rafael Ianover; il 15, Jacobo Timerman e Osvaldo Papaleo; il 19, Orlando Reinoso, ed il 22, Eva Gitnacht, furono portati al centro clandestino di detenzione noto come il pozzo di Banfield.

D'altra parte, nel 1981, il Ministro dell’Economia Lorenzo Sigaut stipula un'assicurazione di cambio, mediante il quale lo Stato assicura ai debitori privati (la maggior parte con debiti fittizi) di poter pagare in pesos i propri debiti in dollari. Manovra completata da Domingo Felipe Cavallo, presidente del B.C.R.A, dissolvendo in quel modo il suo fallace indebitamento.

Molte sono state le azioni di questo tipo, ma trascenderebbero l’ambito di questo documento.

Attraverso questo meccanismo criminale di corruzione fu decuplicato il debito esterno argentino, consolidando la dipendenza.

Il Governo Radicale di Alfonsín (1983 - 1989)
Nel 1983 fu eletto presidente della Nazione Raúl Ricardo Alfonsín.

Gli atti del suo governo sono stati contrassegnati da quello che è stato definito il “Juicio a las Juntas” (Processo alle Giunte), e non è stato possibile approfondire molto in altri aspetti.

In materia economica il suo governo ereditò il condizionamento che comportò il già citato debito esterno, nel contesto della crisi generata dal debito latinoamericano di fronte alla moratoria del Messico e al netto rifiuto dei creditori a rifinanziare i prestiti, con l'esigenza che il debito fosse cancellato nei confronti degli Stati debitori. Internamente, il debito esterno argentino era passato da 7.875.000.000 di dollari alla fine del 1975, a 45.087.000.000 di dollari alla fine del 1983.

Il primo Ministro dell’Economia fu Bernardo Grinspun il quale, in linea con il cancelliere Dante Caputo, portò avanti una politica di trattamento individuale del debito esterno con i diversi creditori, eludendo l'intervento del Fondo Monetario Internazionale. Cosa che non fu accettata, motivo per cui si diede impulso alla strategia che vedeva la realizzazione di un "Club di Debitori" che cercò di concretizzarsi con il "Consenso di Cartagena". La pressione dei creditori, il FMI e gli Stati Uniti, riuscì a fare fallire queste iniziative.

Allo stesso modo, Grinspun ordinò la revisione del debito esterno al fine di dichiarare la nullità del debito illegittimo. Sollecitò a tale fine la legislatura che invece ignorò il progetto ed incaricò il Presidente del B.C.R.A, Enrique García Vázquez, della revisione del debito privato.

Secondo Alejandro Olmos Gaona: "Il ministro Grinspun ordinò la revisione del debito privato nella Banca Centrale. Il lavoro fu molto precario perché non fu dato ai revisori gli strumenti per eseguirlo. Ciononostante, dimostrò che gran parte dei debiti privati erano fittizi, e questi interessavano anche le grandi aziende nazionali e straniere. Visto lo scandalo che poteva implicare, Grinspun dovette andare via, i suoi successori disarticolarono il team di periti e non si seppe mai più nulla su questa indagine”.

Nel 1985 a dirigere il B.C.R.A. è José Luis Machinea (già citato nell’analisi su questo periodo della dittatura civico-militare), che sostituì la garanzia dello Stato sui debiti privati, trasformandola in debito diretto.

Culminò così la nazionalizzazione del debito privato (legittimo ed illegittimo), ed il trasferimento di fondi a beneficio dei gruppi più consistenti dell'economia.

Secondo Manuel Alfieri i principali beneficiari in dollari sono: Cogasco SA, 1.348.000.000; Autopistas Urbana SA, 951.000.000; Celulosa Argentina SA, 836.000.000; Acindar SA, 649.000.000; Banco Río 520.000.000; Alto Parana SA, 425.000.000; Banco de Italia, 388.000.000; Banco de Galicia, 293.000.000; Bridas SA, 238.000.000; Alpargatas SA, 228.000.000; CitiBank, 213.000.000; Cía. Naviera Pérez Companc, 211.000.000; Dalmine Siderca, 186.000.000; Banco Francés, 184.000.000; Papel DeTucumán, 176.000.000; Juan Minetti SA, 173.000.000; Banco Mercantil, 167.000.000; Aluar SA, 163.000.000; Banco Ganadero, 157.000.000; Celulosa Puerto Piray, 156.000.000; Banco Crédito Argentino, 153.000.000; Banco Comercial del Norte, 137.000.000; Banco de Londres, 135.000.000; Banco Tornquist, 134.000.000; Banco Español 134.000.000; Sade, 125.000.000; Sevel, 124.000.000; Banco de Quilmes, 123.000.000; Parques Interama, 119.000.000; Cía. De Perforaciones Río Colorado, 119.000.000; Swift Armour, 115.000.000; IBM, 109.000.000; Banco Sudameris, 107.000.000; First National Bank Of Boston, 103.000.000; Astra A Evangelista SA, 103.000.000; Mercedes Benz, 92.000.000; Banco De Crédito Rural, 92.000.000; Deutsche Bank, 90.000.000; Industrias Metalúrgicas Pescarmona, 89.000.000; Banco Roberts, 89.000.000; Banco General de Negocios, 87.000.000; Alianza Naviera Argentina, 82.000.000; Propulsora Siderúrgica, 81.000.000; Ford 80.000.000; Astilleros Alianza SA de Construc., 80.000.000; Masuh SA, 80.000.000; Continental Illinois National Bank, 76.000.000; Banco Shaw, 73.000.000; Pirelli, 70.000.000; Deere and Company, 69.000.000; Cemento Noa, 67.000.000; Banco Supervielle, 65.000.000; Alimentaria San Luis, 65.000.000; Loma Negra, 62 .000.000; Selva Oil Incorporated, 61.000.000; Macrosa, 61.000.000; Sideco Argentina 61.000.000; Chase Manhattan Bank, 61.000.000; Bank Of América, 59.000.000; Astra Cía. Argentina de Petroleo, 59.000.000; Deminex Argentina, 57.000.000; Industrias Pirelli, 56.000.000; Esso 55 La Penice SA, 53.000.000; Manufactures Hanover Trust, 53.000.000; Petroquímica Comodoro Rivadavia 52.000.000; Cia. General Fabril Financiera, 52.000.000; Panedile Argentina, 51.000.000; Fiat, 51.000.000; Banco Pcia. de Buenos Aires, 50.000.000; Altri, 11.116.000.000; TOTALE: u$s 23.000.000.000.

Alcuni di questi “beneficiari” sono sotto indagine per atti concreti di violazione dei diritti umani nel periodo 1976-1983 (Mercedes Benz Argentina S.A., Acindar S.A., Celulosa Argentina S.A., ecc.).

Fate attenzione che le entità finanziarie (banche), sono state le principali beneficiarie.

Da notare anche il Gruppo SOCMA (Società Macri), e Sevel dello stesso gruppo.

A partire dal 1985 il governo cedette alle esigenze del FMI e, anche a causa dell’indebitamente, il debito esterno raggiunse gli U$S 63.000.000.000, con conseguente inflazione senza controllo, conflitti sociali, elezioni anticipate e passaggio di potere a Menem. (continua)

La seconda parte sarà pubblicata domani


Note:
1 Ver del Corro, Fernando . “La Baring Brothers y el Inicio de una Deuda”. Tiempo Argentino. 02/06/12

2 Pagati U$S 400.000.000.- per materiale ammortizzato e qualificato “spazzatura” dalla SEGBA.

3 Ver OLMOS GAONA, Alejandro: “Todo lo que Ud. quiso saber sobre la Deuda Externa y siembre se lo ocultaron. Quiénes y cómo la contrajeron”. Ed. Peñalillo. Ediciones Continente

4 Todo el Fallo Ballesteros s/ Deuda externa: web.archive.org/web/20130725175952

www.laeditorialvirtual.com.ar/pages/Ballesteros_JuicioSobreDeudaExterna/Ballesteros_oo1.htm

ARTICOLI CORRELATI

Argentina: storia di una grande corruzione (Seconda parte)

Scandalo in Argentina: corruzione e riciclaggio (Prima parte)

Scandalo in Argentina: corruzione e riciclaggio (Seconda parte)