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estudiantes paraguaydi Jorge Figueredo
È da alcuni giorni che si vive e si sente un Paraguay vivo, il risveglio del movimento studentesco, iniziato con la marcia del 18 settembre, guidata da studenti universitari e delle scuole superiori, i quali rivendicando una migliore qualità dell’istruzione ed un maggior impegno del Ministero dell’Educazione per quanto riguarda la pubblica istruzione. Dal 21 settembre, gli universitari, che guidano il movimento, stanno manifestando in forma permanente contro la corruzione e l’impunità che imperano all’interno dell’Università Nazionale di Asunción (UNA) - la più antica e prestigiosa istituzione di studi superiori della nazione - che da molti anni, forse decenni, non vedeva una così massiccia mobilitazione sostenuta spontaneamente da tutta la cittadinanza.

Con l’occupazione del Rettorato e le costanti proteste, studenti delle scuole superiori, laureati, operai, funzionari pubblici, imprenditori, corporazioni di avvocati e docenti, sono riusciti, fino a questo momento (in un tempo relativamente breve), a far dimettere il rettore Froilán Peralta, che peraltro è stato imputato dal Tribunale, insieme ad altri funzionari, per aver commesso dei reati riferiti alla corruzione che impera nell’Università.

Un dirigente universitario ha dichiarato che i giovani hanno come primo obiettivo ripulire l’UNA, per poi costituire un movimento studentesco critico e organizzato, che partecipi a dibattiti non solo riguardo la situazione dell’Una, ma anche a livello nazionale. E si augurano che questa primavera democratica porti al risveglio di tutta la cittadinanza e della società paraguaiana, per costruire un paese più democratico, giusto e partecipato.

Bisogna sottolineare che dopo 46 anni, il movimento studentesco torna a guidare il movimento sociale in Paraguay, come nel 1969, in piena dittatura del Generale Alfredo Stroessner, quando ci furono manifestazioni studentesche di protesta per la visita di Nelson Rockefeller, rappresentante del presidente nordamericano Richard Nixon. La Polizia e gruppi parapolizieschi presero d’assalto la Facoltà di Ingegneria e si lanciarono in una violenta repressione. Ci furono numerosi arresti.

Vale la pena citare, due eventi che hanno visto il movimento studentesco protagonista della lotta politica e sociale in Paraguay. Il primo risale al 23 ottobre 1931. È ricordato come uno degli eventi più tragici del XX secolo per il Paraguay. Furono uccisi undici studenti e circa trenta rimasero feriti. Quel giorno, una grossa manifestazione di studenti fu terribilmente repressa dalle forze di sicurezza nei giardini del Palazzo di Governo di Asunción. I giovani pretendevano di parlare con il Presidente José P. Guggiari per la difesa del Chaco, di fronte all’invasione boliviana del territorio paraguaiano. Il secondo tragico evento avvenne nel 1959, quando una manifestazione di studenti delle superiori protestano in Piazza Italia contro l’aumento dei biglietti dei trasporti. Anche lì la repressione della polizia fu brutale e vennero esiliati i dirigenti scolastici.

Alla richiesta del Congresso di processare il ‘Jefe de Investigaciones’, il Presidente Stroessner decide di dissolvere il Congresso. Nei decenni ’60 e ’70, nacque la resistenza armata contro lo Stronismo, sorsero dei movimenti guerriglieri ‘14 de mayo’, costituiti da giovani di diversa estrazione, liberale o ‘febreristas’, o militanti comunisti (FULNA), e la OPM (Organizzazione Politico Militare), costituita per la maggior parte da giovani universitari, antipartitica e agricoltori. Questo ultimo si avvicinava più ad un progetto organizzato di resistenza, che di guerriglia urbana. Vennero tutti crudelmente repressi. I loro membri, per la maggior parte, finirono torturati, uccisi o esiliati, con l’appoggio politico e finanziario del Governo degli Stati Uniti. Il quale impartiva corsi contro gli insurrezionalisti, ricorrendo alla tortura come mezzo per ricavare informazioni, ed impegnandosi nella repressione del comunismo. La maggior parte di questi combattenti, principalmente negli anni ’60, finirono in prigione e giustiziati illegalmente.

“Il sistema totalitario del regime di Stroessner riuscì ad avere il controllo assoluto delle università e dei centri di aggregazione studenteschi, l’UNA in special modo. I membri del ‘partito colorado’, sostenitore del dittatore, non solo conquistarono i centri studenteschi delle Facoltà dell’UNA, ma riuscirono persino a controllare la Federazione Universitaria del Paraguay (FUP), subordinandola direttamente alle direttive disposte dal ‘partito oficialista’ e, specificamente, dalla corrente militante del ‘partito colorado’”, scrivono gli investigatori José Carlos Rodríguez e Benjamín Arditti nel loro libro “La sociedad a pesar del Estado”.

Caduta la dittatura, nacque il CEUNIRA (Centro di Studenti Universitari Residenti ad Asuncion) un’organizzazione anch’essa protagonista negli anni ’90 di grandi lotte, ad esempio per l’assegnazione di borse di studio o di alloggi per gli studenti universitari delle zone interne del paese, che venivano alla capitale. Focalizzò come punto centrale della sua lotta la Riforma Universitaria che comprendeva la democratizzazione di tutte le facoltà e la trasparenza nell’amministrazione delle risorse assegnate dallo Stato. Guidò una serie di manifestazioni contro la corruzione e l’impunità all’interno dell’università, denunciando il rettore di turno per tangenti e deviazione di fondi pubblici. Esigeva che fosse gratuito e libero l’accesso all’università per tutti i paraguaiani, ed un maggior impegno sociale degli universitari nella società per costruire una trasformazione strutturale del Paraguay. Anche i dirigenti del Ceunira parteciparono attivamente in varie manifestazioni organizzate dalle organizzazioni operaie e contadine, e riuscirono a raggiungere un’unità di intenti senza precedenti per l’epoca.

Molte sono state le mobilitazioni di studenti universitari nei decenni ’90 e 2000, che miravano ad attuare la tanto augurata Riforma e democratizzazione dell’UNA, ma fallì ogni tentativo,  perché la lotta degli studenti non fece presa come avrebbe dovuto fare e non ebbe l’appoggio della società e dei mezzi di comunicazione, inclusi i social network, di cui è forte invece l’attuale mobilitazione studentesca, nonostante apparentemente le motivazioni siano le stesse di ieri.

Senza dubbio, la lotta degli studenti universitari oggi fa ben sperare per il paese, ma il grande obiettivo è che questo impeto ed idealismo dei giovani di cambiare le strutture corrotte dell’università possa andare oltre e comprendere che la corruzione all’Una non è una questione isolata, ma rientra in una grande rete di  corruzione radicata in tutta la struttura del Governo-Esecutivo e Giudiziario.

La corruzione non è un fattore esterno, una cellula malata nell’organismo economico-imprenditoriale paraguaiano, bensì si tratta un elemento costitutivo, persino dinamico di un sistema di potere. Un sistema politico ed economico di natura clientelare, assistenziale, feudale, dove esiste un vero punto di incontro tra gli interessi degli imprenditori, i mafiosi, i politici che compongono la struttura mafiosa che ha decenni di storia alle spalle e che si è costruita sul matrimonio o il legame tra stato e mafia: è così che è nato lo stato-mafia in Paraguay.

Allo stato attuale delle cose, la grande responsabilità che hanno i combattenti sociali è quella di accompagnare, aiutare, affiancare questi giovani per promuovere, risvegliare in loro la coscienza che non bisogna solo liberare l’UNA dai delinquenti, ma mirare ad estirpare la radice stessa della corruzione, cioè le strutture mafiose infiltrate nello Stato. Bisogna impegnarsi nel disarticolare lo stato-mafia, denunciando i suoi rappresentanti. Perché in caso contrario cadranno soltanto uno o due frutti putrefatti, ma il grande albero della mafia resterà intatto.

Perché la mancanza di terre per i contadini, di un lavoro stabile, la privatizzazione della nostra educazione, della salute, dei trasporti e delle strade, la mancanza di un vero stato sociale di diritto in Paraguay si devono al predominio di questo sistema di potere mafioso che si nutre della perversione democratica, della perdita di valori etici dentro la società e soprattutto dall’ignoranza della gente.

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