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no-permitan-maten-di-matteoLettere aperte per esprimere solidarietà al pm minacciato di morte
di Miriam Cuccu - 18 dicembre 2014
Per il pm Nino Di Matteo, magistrato condannato a morte da Cosa nostra e dai potenti alleati esterni, la solidarietà arriva anche da oltreoceano. Davanti alle ambasciate italiane in vari paesi del Sud America (Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile) magistrati, studenti, simpatizzanti e semplici cittadini hanno esposto slogan e diffuso raccolte di firme per sostenere il pubblico ministero di Palermo. Al governo italiano, tramite le rispettive ambasciate, sono state inviate delle lettere aperte in cui si chiede di aumentare il livello di protezione di Di Matteo (il cui nome è ormai conosciuto a livello mondiale) titolare del processo trattativa Stato-mafia insieme ai pm Teresi, Del Bene e Tartaglia e destinatario di sempre più pressanti messaggi minatori. Recentemente il pentito Vito Galatolo ha raccontato di come Cosa nostra, da due anni a questa parte, si fosse attivata per organizzare l'effettiva eliminazione del pubblico ministero. La notizia, che è rimbalzata sul web e nelle televisioni satellitari, ha dato vita ad una serie di manifestazioni sul territorio nazionale ma anche all'estero.
Tra le numerosissime missive inviate al Parlamento riportiamo di seguito quella di Juan Alberto Rambaldo, giudice istruttore a Santa Fe, Argentina.

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Alle autorità della Repubblica Italiana

Attraverso le reti sociali cerchiamo di far conoscere l'unanime adesione dei cittadini di lingua ispanica verso il lavoro svolto dal giudice Antonino Di Matteo, minacciato di morte dalla mafia italiana, con la condiscendenza di quelle persone conniventi direttamente o indirettamente in una sorta di associazione a delinquere, e di coloro che cercano di guardare altrove quando si cerca di sviscerare i meccanismi della corruzione istituzionale.   
La condanna a morte che la mafia ha disposto contro il pubblico ministero della Repubblica Italiana ci indigna e ci spinge a pretendere dalle autorità di questo paese di attivare tutti i mezzi a disposizione per salvaguardare l'integrità fisica di chi deve essere considerato un membro importantissimo di uno dei poteri dello Stato quale è il Potere Giudiziario.  
La minaccia al Pubblico Ministero Di Matteo costituisce un attentato alla democrazia e, in caso si concretizzasse (Dio non voglia), rappresenterebbe un colpo tremendo alle istituzioni repubblicane.   

Juan Alberto Rambaldo
Giudice istruttore del distretto di Santa Fe, Argentina

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