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NEWS 218315di Tony Cartalucci - 2 ottobre 2014
Vi riveliamo la profonda rete finanziaria, politica e mediatica gestita dal Dipartimento di Stato USA che sta dietro l'organizzazione delle proteste di Hong Kong
La protesta di Hong Kong, nota come "Occupy Central", continua a destabilizzare la piccola isola della Cina meridionale, perla dell'impero coloniale britannico fino al 1997 e centro di interessi finanziari a livello mondiale. Dopo il ritorno del territorio alla Cina, tali interessi sono stati funzionali al tentativo di sottrarre l'isola alla sfera di influenza di Pechino e di usarla come innesco per destabilizzare l'intera Cina continentale.

 
Gli USA adesso sostengono apertamente il caos nelle strade di Hong Kong, questo dopo aver condannato le proteste in stile "occupy" tenutesi a Bangkok all'inizio dell'anno . La differenza sta nel fatto che in Tailandia le proteste cercano di sloggiare un vassallo degli USA, mentre quelle di Hong Kong cercano di metterne uno al potere.
 
Dietro la protesta, camuffata da "movimento pro-democratico" in cerca di "democrazia compiuta" e "suffragio universale", vi è una profonda e insidiosa rete finanziaria, politica e mediatica al cui interno spicca il Dipartimento di Stato americano con le sue succursali "National Endowment for Democracy" (NED) e "National Democratic Institute" (NDI).
 
Gli Stati Uniti hanno assunto una posizione di netto sostegno al caos che hanno orchestrato e di aperto appoggio a "Occupy Central". Nel suo articolo "White House Shows Support For Aspirations Of Hong Kong People," ("La Casa Bianca mostra sostegno alle aspirazioni degli abitanti di Hong Kong", ndt), la Reuters cita il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest:
-       "La Casa Bianca segue da vicino le proteste pro-democratiche di Hong Kong e sostiene le aspirazioni della sua gente"
-       "Gli Stati Uniti appoggiano il Suffragio Universale di Hong Kong come contemplato dalla Basic Law (Costituzione) e sostengono le aspirazioni del suo popolo."  
 
 
Il Dipartimento di Stato americano ha montato e dirige "Occupy Central"
 
I commenti di Earnest ricalcano alla lettera le richieste dei leader della protesta e, molto più importante, i piani dell'NDI, emanazione del Dipartimento di Stato USA, così come evidenziati dalla sua pagina web. Il termine "suffragio universale" e i riferimenti alla "Basic Law" e alla sua interpretazione di "democrazia compiuta" sono riportati chiaramente nel sito web dell'NDI. Vi si legge infatti:
-       "La Basic Law promuove una linea guida di governo in base alla quale gruppi di particolare interesse, o circoscrizioni funzionali, mantengono metà dei seggi nel Consiglio Legislativo. Al momento a Hong Kong il presidente è scelto da un comitato selezionato in modo non democratico. Secondo la Basic Law, comunque, l'obbiettivo finale è il Suffragio Universale che, per quanto non legalmente definito, per i cittadini di Hong Kong significa autentica democrazia."
 
Per sostenere questo programma, che essenzialmente impedisce a Pechino di porre il veto su alcuni candidati aprendo conseguentemente la porta a politici sponsorizzati, finanziati e diretti dal Dipartimento di Stato americano, l'NDI elenca una serie di proprie ingerenze nell'isola. Dichiara:
-       "Dal 1997 l'NDI ha compiuto una serie di missioni a Hong Kong per valutare la situazione della nuova struttura elettorale (post 1997), lo stato dell'autonomia, della legalità e delle libertà civili sotto la sovranità cinese, e (per valutare) prospettive e sfide del processo di democratizzazione.
-       Nel 2005 l'NDI ha dato vita a un programma semestrale per giovani leader politici focalizzato sull'addestramento di membri di partiti emergenti o gruppi politici esperti in politica delle comunicazioni.
-       L'NDI si è anche impegnato al fine di portare partiti politici, leader governativi e personaggi della società civile in forum pubblici ove discutere lo sviluppo, il ruolo dei partiti di Hong Kong e le riforme politiche. Nel 2012, per esempio, una conferenza del SynergyNet, un thinktank di Hong Kong sponsorizzato dall'NDI, ha presentato membri di partiti in rappresentanza dell'intero spettro ideologico ed esplorato come adottare un sistema di coalizioni governative in grado di condurre a un processo legislativo più dinamico.
 
L'NDI ammette anche di aver creato, finanziato e sponsorizzato altre organizzazioni di Hong Kong onde raggiungere gli obiettivi che il Dipartimento di Stato americano si pone al fine di sovvertire il controllo di Pechino sull'isola:
-       "Nel 2007 l'Istituto, in collaborazione con il Women's Political Participation Network (WPPN) e la Hong Kong Federation of Women's Centres (HKFWC), ha lanciato un programma di partecipazione politica femminile per aumentare la presenza delle donne in politica ed assicurare che la questione femminile sia presa in considerazione nel processo politico.
 
In una pagina a parte, l'NDI ha poi descritto i programmi che gestisce con l'università di Hong Kong per realizzare i suoi progetti:
-       "Il Centre for Comparative and Public Law dell'università di Hong Kong, con il sostegno dell'NDI, lavora per amplificare la voce dei cittadini nei processi di consultazione tramite la creazione del Design Democracy Hong Kong (www.designdemocracy.hk), un originale e neutrale sito web che offre ai cittadini un luogo ove discutere il futuro sistema elettorale di Hong Kong."
 
I lettori non dovrebbero provare sorpresa nello scoprire che ogni leader di Occupy Central sia, o direttamente legato al Dipartimento di Stato americano, NED e NDI, o coinvolto in una delle sue molte trame.
 
L'auto proclamatosi leader di Occupy Central, Benny Tai, è docente di legge alla sopracitata università di Hong Kong e regolare collaboratore del CCPL (Centre for Comparative and Public Law), il quale è finanziato da NDI. Nella relazione 2006-2007 era nominato quale membro del consiglio, una posizione che ha mantenuto almeno fino allo scorso anno. Nella relazione del biennio 2011-2013 del CCPL, l'NDI è menzionato per aver finanziato l'organizzazione al fine di "designare e implementare i modelli del Suffragio Universale del portale online, sito dove il pubblico può discutere e fornire idee sul metodo di Suffragio Universale più consono a Hong Kong."
 
Curiosamente, nel più recente rapporto del CCPL [2013-2014 (.pdf)], Tai non è nominato fra i membri del consiglio. È tuttavia menzionato come partecipante ad almeno tre delle sue conferenze e a capo di almeno uno dei suoi progetti. In almeno una conferenza ha parlato al fianco di un altro prominente membro di Occupy Central, Audrey Eu. Il rapporto annuale 2013-2014 elenca anche l'NDI quale finanziatore del sito web "Design Democracy Hong Kong" del CCPL.
 
La presidente del Civic Party, Audrey Eu Yuet-mee, oltre a parlare alle cerimonie del CCPL-NDI al fianco di Benny Tai, è ulteriormente legata al Dipartimento di Stato americano e al suo NDI. Partecipa regolarmente ai forum sponsorizzati dal NED e dalla sua sussidiaria NDI. Nel 2009 è stata oratrice di primo piano a un forum pubblico ospitato da SynergyNet, anch'esso finanziato dall'NDI. Nel 2012 era relatrice all'evento della "giornata internazionale della donna" del Women's Centre, ospitato dal Hong Kong Council of Women (HKCW), anch'essoannualmentefinanziatodall'NDI.
 
Immagine: Martin Lee e Anson Chan pendono dalle labbra del vicepresidente USA Joseph Biden a Washington DC all'inizio di quest'anno. Durante il loro viaggio, sia Lee sia Chan avrebbero poi partecipato a un colloquio organizzato dal NED sul futuro della "democrazia" di Hong Kong. Indubbiamente, "Occupy Central" e il sostegno di Washington sono rimasti un argomento riservato ai momenti a porte chiuse.
 
C'èpoiMartinLee, presidentefondatoredel Hong Kong Democrat Party e altro autorevole personaggio espressosi in sostegno di Occupy Central. Proprio quest'anno Lee era a Washington, dove ha incontrato il vice presidente Joe Biden e la parlamentare Nancy Pelosi, e dove ha preso parte a un dibattito del NED organizzato espressamente per lui e per il suo programma di democrazia per Hong Kong. Gli è stata persino dedicata una pagina del NED, dopo essere stato insignito del premio alla democrazia del 1997. Con lui a Washington c'era Anson Chan, altra prominente figura che sostiene le attuali proteste nelle strade di Hong Kong.
 
 
L'agenda molto impopolare di Occupy Central
 
Se "democrazia" implica il concetto di autogoverno, allora un movimento come Occupy Central, del quale ogni figura prominente riceve sostegno e denaro dall'estero ed è guidata da un programma straniero, non ha niente a che vedere con la democrazia, ma piuttosto con l'abuso della stessa mirato a minare il controllo di Pechino su Hong Kong e ad aprire la porta a candidati che servano interessi stranieri piuttosto che quelli della Cina e perfino della popolazione di Hong Kong.
 
Immagine: Il National Endowment for Democracy e le sue varie succursali tra cui il National Democratic Institute, sono sostenuti da immensi interessi delle multinazionali e della finanza che semplicemente adagiano la loro agenda egemonica dietro la "promozione della democrazia" e della "liberà" in tutto il mondo. Qui sopra sono rappresentati sinteticamente gli interessi presenti direttamente presso il consiglio di amministrazione del NED.
 
Eloquente al riguardo è stato l'illegale referendum "Occupy Central" di inizio anno, indetto nel tentativo di giustificare l'imminente pianificazione del caos nelle strade di Hong Kong. Pur essendo incentrato sull'obiettivo del Dipartimento di Stato americano di attuare il Suffragio Universale, il referendum ha in realtà registrato la partecipazione di un solo quinto dell'elettorato, laddove ai partecipanti non è stata fornita alternativa alcuna a un'organizzazione sponsorizzata dagli Stati Uniti e alle sue proposte di delegittimare Pechino.
Nel suo articolo "Hong Kong democracy 'referendum' draws nearly 800,000," ("Il Referendum sulla Democrazia di Hong Kong attrae quasi ottocentomila", ndt), la BBC riporta che:
-       "Un totale di 792.808 votanti hanno partecipato a un referendum non ufficiale sul suffragio universale a Hong Kong.
-       Il sondaggio è stato organizzato dal gruppo Occupy Central
-       Gli organizzatori vogliono che i cittadini siano in grado di eleggere i leader di Hong Kong. ma per il Governo il voto non ha valore legale.
-       Circa il 42% dei votanti ha sostenuto una proposta che consenta al pubblico, a un comitato di nomina e ai partiti politici di eleggere i candidati per posizioni chiave.
 
Per essere un movimento di protesta che sostiene di aspirare alla democrazia, intesa come (rispetto del) volere del popolo, (il gruppo) ha un programma impopolare, chiaramente rifiutato a stragrande maggioranza dagli abitanti di Hong Kong, che sconvolge il settore vitale dell'isola e ne tiene la sua popolazione in ostaggio. Tutto ciò è orchestrato e sponsorizzato dagli Stati Uniti, dal suo Dipartimento di Stato e dalla sua rete di sovversione planetaria che opera sotto il patrocinio di NED e della sua sussidiaria NDI.
Laddove i media occidentali indicano nell'ordine di "migliaia" la portata del sostegno a Occupy Central, il referendum illegale dimostra invece che la protesta non gode del sostegno della popolazione e che il suo programma non è condiviso né dai cittadini di Hong Kong né da quelli della Cina continentale.
 
Esporre la natura insidiosa, falsa ed eterodiretta di Occupy Central è importante. Ma lo è anche esaminare obbiettivamente ogni protesta scoppiata nel mondo. La superficialità non può essere il metro usato per collegare un movimento a un altro o un singolo gruppo a specifici interessi occulti. Bisogna piuttosto identificare e fornire un profilo dei leader, seguire le tracce del denaro, evidenziare le reali motivazioni e documentare i collegamenti con specifici interessi interni o esterni ai confini della nazione nella quale è esplosa la rivolta.
 
Solo così movimenti quali Occupy Central possono essere esposti, smorzati e disinnescati prima che il caos e la distruzione provocata in luoghi quali il Medio Oriente e l'Ucraina dalle politiche destabilizzanti sostenute dagli Stati Uniti si propaghi anche a Hong Kong.
 
Traduzione per Megachip a cura di Germana Leoni.

Tratto da: megachip.globalist.it
 

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