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saqueo-y-abusodi Jorge Figueredo
Martedì 4 marzo 2014 si è svolto presso il “Centro Culturale el Cabildo” di Asuncion (Paraguay) la presentazione del libro “Saqueo y Abuso. La Ley APP de Cartes” (Saccheggio e abuso. La Legge APP di Cartes), degli ingegneri Ricardo e Mercedes Canese. L’evento ha richiamato un discreto numero di persone appartenenti a diverse organizzazioni sociali, sindacali, studentesche, contadine, oltre a partiti di sinistra. È stato Omar Cristaldo a rappresentare la lotta antimafia in Paraguay.

Gli autori del libro hanno analizzato nei contenuti la legge Alleanza Pubblico-Privata.
Tra i relatori erano presenti il sociologo José Carlos Rodríguez, José Pineta, Segretario generale di Sitrande (Sindacato dei lavoratori dell’Amministrazione Nazionale dell’energia elettrica), Marcial Gomez, Segretario generale aggiunto della FNC (Federazione Nazionale Contadina) e Aníbal Carrello, Segretario Generale del FG (Frente Guazu): che accorpa diverse organizzazioni politiche di sinistra.

Il modello che si intende imporre in Paraguay mediante la legge APP de Cartes – secondo gli interventi degli specialisti e analisti che riportiamo di seguito una legge di privatizzazione delle ricchezze del Paese – è il saccheggio e lo spoglio di quel poco che ci rimane delle nostre ricchezze naturali, della svendita del nostro prezioso patrimonio pubblico ad un prezzo vile. La situazione attuale non è nuova nella storia del nostro Paese ed è causa della nostra arretratezza, sottosviluppo economico e dipendenza dagli imperi, dagli inglesi e dagli Stati Uniti. Carlos Marx nel suo libro “El dieciocho Brumario de Luis Bonaparte”, più che mai attuale in Paraguay, fece un’affermazione importante. Il pensatore tedesco scrisse che secondo un pensiero di Hegel tutti gli avvenimenti importanti della storia universale avvengono due volte. Ma omise di aggiungere: prima come tragedia e successivamente come farsa.

Il Paese, nel corso della storia ma soprattutto alla fine del secolo XIX e per buona parte del secolo XX visse una tragedia che vide la nazione spogliata dalle sue più grandi ricchezze naturali attraverso la privatizzazione delle sue terre. Tutto questo diede origine ad enormi latifondi improduttivi per la popolazione, sottraendo i terreni a contadini e indigeni. Questi ultimi diventarono così non solo stranieri nella propria terra ma schiavi moderni nel pieno del liberalismo economico, che sotto la fallacia della libera concorrenza e dal libero mercato impose in Paraguay un regime economico oligarchico e politico autocratico-schiavista. Le grandi corporazioni insediate nel Paese designavano e destituivano presidenti a proprio piacimento, il potere esecutivo era semplicemente un amministratore in più dei suoi grandi interessi ed oggi, con la Legge di APP di Cartes (che pretende di spogliare e regalare tutte le ricchezze del nostro Paese alle grandi corporazioni transnazionali e ridurre il Paraguay ad una nuova colonia, ancora più povera e miserabile rispetto passato), la storia potrebbe ripetersi. Questa volta, però, orchestrando la più grande truffa contro il popolo paraguaiano, dietro il pretesto che lo Stato non avrebbe le sufficienti risorse per lo sviluppo del Paraguay se ricorresse al settore privato per far fronte allo sviluppo. Se lo Stato fosse così povero come si dice, e le aziende private non solo non correranno irschi, ma si approprieranno gratuitamente di tutto il patrimonio nazionale per arricchirsi sempre di più a danno del bene comune, cosa succederà al Paraguay?

Riportiamo di seguito gli interventi degli esperti che hanno partecipato alla presentazione del libro “Saqueo y Abuso. La Ley APP de Cartes”.

Il noto sociologo paraguaiano José Carlos Rodríguez, autore di diversi libri, ha aperto i lavori affermando: “L’alianza Púbblico-Privata cede direttamente nelle mani degli imprenditori la gestione dello Stato. Questo significa sminuire e sottomettere il bene comune all’interesse dell’imprenditoria. Questa legge significa concretizzare un Neoliberalismo duro, una totale assenza di controllo dell’imprenditoria paraguaiana. Costituisce un’oligarchia molto particolare che non rispetta il medio ambiente, non paga le tasse, è una sorta di imprenditoria che possiamo definire ‘cacciatrice-raccoglitrice’. Controllano oltre l’80 % delle terre, causa dell’aberrante povertà in Paraguay. Circa il 30% della popolazione uruguaiana soffre la fame. Oggi c’è oro ma non cibo, mentre ai tempi degli spagnoli accadeva il contrario, c’era cibo in abbondanza. Siamo una nazione che non può essere definita tale. La legge del presidente Cartes è un accordo preso da un ‘signore’ che vuole sottomettere tutti al capitalismo. Noi siamo fiduciosi che un'altra nazione è possibile, un Paese alternativo a quello proposto da questa legge, ma dobbiamo creare la cultura della solidarietà e della fratellanza. Se quella paraguaiana è la cultura del verticalismo, dell’autoritarismo, dobbiamo trasformarla in una cultura che rivendica diritti e non mendica favori.

Successivamente ha preso la parola il Segretario Generale di Sitrande, José Pineda: “La lotta contro i potenti si è sempre basata sulla conoscenza, una lotta che, in tutti i paesi, ha chiamato inevitabilmente tutti noi ad un canese-mercedes-webconfronto quasi corpo a corpo. La proposta di Ricardo e Mercedes è molto importante e bisogna elogiare il loro gesto e la loro posizione. È fondamentale schierarci, perché non prendere una posizione significa di fatto averla già presa comunque. Principalmente ci troviamo di fronte ad uno scenario molto simile a quello vissuto agli inizi del 2000. Oggi nasce un seme e sono sicuro che abbiamo iniziato a fare i primi passi per difenderci e confrontarci con il Governo. L’unico modo per ottenere la deroga di questa Legge è la compattezza di tutti i settori sociali. Abbiamo presentato una mozione di incostituzionalità contro la Legge de App venerdì 27 dicembre del 2013 alla Corte Suprema di Giustizia e in tempo record, 14 ore, hanno risolto la richiesta rifiutandola. Ciò dimostra che il potere esecutivo è connivente con quello giudiziario e con il Parlamento per imporre la suddetta Legge. Secondo i grandi mezzi di comunicazione, le persone che scendono in strada a difendere il patrimonio pubblico sono ‘i cattivi’ perché si oppongono al progresso e allo sviluppo. Abbiamo un’altra grande sfida da affrontare: arrivare alla più grande quantità di persone possibile. Il 26 marzo ci sarà uno sciopero generale, una data importante, e insieme dobbiamo pretendere la deroga della Legge di APP”.

Il Segretario Generale della FNC Marcial Gomez ha affermato: “Il tema deve essere focalizzato sul fatto che la Legge di Alianza Pubblico-Privada mira al saccheggio totale delle ricchezze del Paraguay. Questa politica che si sta portando avanti nel mondo, e in special modo con Cartes nel nostro Paese, spiana la strada alle grandi aziende transnazionali per appropriarsi delle nostre ricchezze. Non si tratta solo di una questione economica, è in gioco il destino e il futuro del nostro Paese. Lo Stato paraguaiano con questa politica lanciata da Cartes avrà il solo ruolo di controllo della popolazione, mentre a gestire la nazione saranno le grandi aziende transnazionali e le corporazioni. È in atto un tentativo di strumentalizzazione del problema asserendo che le proteste dei contadini contro la legge di privatizzazione sono frutto della loro arretratezza e quindi del rifiuto dello sviluppo. Questo libro contribuisce a contrapporre alla Legge dei fatti concreti. FNC è dell’idea che per adottare una politica di sviluppo è necessario utilizzare le ricchezze del nostro Paese. Credo che sia questo il momento opportuno per la pubblicazione del libro: in questo momento nelle campagne e in tutti i distretti ci sono dibattimenti, mobilitazioni contro la Legge dell’Alianza Pubblico Privata. È uno strumento di lotta, di mobilitazione e di confronto. In ogni momento, in ogni luogo facciamo presente i nostri interrogativi, la nostra posizione contro questa legge e dobbiamo unire gli sforzi, la nostra capacità di organizzazione e di lotta. Se c’è lotta, se c’è organizzazione, se c’è resistenza, c’è progresso”.

Anche il Segretario Generale del Frente Guazu Aníbal Carrillo ha manifestato questa posizione nel corso del suo intervento: “Stiamo uscendo da un periodo in cui gli intellettuali, per essere obiettivi, devono allontanarsi dalle lotte popolari. Il neoliberalismo è una frase che a forza di ripeterla sembra che abbia perso valore. Gli avanzamenti in ambito di Diritti lavorativi e sociali sono incompatibili attualmente con lo sviluppo attuale del capitalismo. L’intento è quello di spogliare il Paese dalle sue risorse, indebolire lo Stato, uno Stato che si dichiara completamente sottomesso, assolutamente indebitato e incapace di reagire di fronte all’avanzamento del capitalismo. Qualche tempo fa venne pubblicato un libro “El Estado omnívoro”. Gli stessi autori dovrebbero parlare oggi del capitalismo onnivoro. Dobbiamo iniziare a costruire tutti insieme un progetto alternativo, chiaro e di contrasto. Costruire tutti insieme un progetto politico con un preciso impegno economico”.

Domingo Laíno, Ex candidato alla Presidenza della Repubblica per il Partido Liberal Radical Auténtico nei primi anni dopo la caduta della dittatura di Stroessner, ha dichiarato: “L’azienda pubblica cerca l’interesse generale della popolazione, mentre l’azienda privata non produce quello che il Paese necessita ma ciò che genera guadagno. Lo Stato paraguaiano è sufficientemente forte e trasparente per affrontare e dominare la corruzione imperante tra i funzionari pubblici e contrastare le ambizioni  di lucro delle aziende transnazionali? Cosa ci insegna l’esperienza nazionale e internazionale in materia? L’Argentina ha voluto statalizzare i beni che erano stati privatizzati. Il Piano di Governo mira a dare priorità alla casa. Tra infrastrutture ed elettricità si arriva al 55% dei 16 miliardi di dollari che si pretende investire e per la salute e l’educazione rimane l’8%. Tutto può essere privatizzato. L’unica cosa che non è possibile privatizzare è l’aria. Con il loro libro i Canese dimostrano di difendere sempre la sovranità nazionale”.

Gli autori del libro Canese si sono così espressi: “Questa legge propone il saccheggio del nostro Paese. Ci ingannano dicendo che le alleanze Pubblico-Private sono un successo già comprovato in altri paesi. L’obiettivo della Guerra della Triplice Alleanza si concretizzò  nel 1885 con la privatizzazione delle terre pubbliche, distruggendo il modello dello sviluppo economico, ma soprattutto la terra. L’obiettivo del colpo di Stato parlamentare del giugno 2012 viene così messo in atto con la legge APP. Non si tratta di vendere la casa, ma ancora peggio, si regalerà tutto il patrimonio nazionale al capitale privato. Con questa legge Cartes mette a rischio tutto il nostro patrimonio, le nostre entrate, la nostra solidità. Non si tratterà soltanto di una privatizzazione, bensì di una transnazionalizzazione delle nostre ricchezze. Cartes ha una mitragliatrice per colpirci in qualsiasi momento desideri. Questa legge crea un super-potere che gli permette di prendere accordi a suo piacimento e questo non è un principio repubblicano, ma monarchico e dittatoriale”.

Ricardo e Mercedes Cansese hanno poi continuato: “La prima privatizzazione in Paraguay riguardò la vendita delle preziose terre pubbliche a corporazioni straniere ad un prezzo vile. Giustificata da Bernardino Caballero e canese-ricardo-webda altri politici di quel tempo, come decisione indispensabile per risanare le finanze pubbliche, pagare le spese vive dello Stato e i debiti di guerra, come accuratamente documentato da Carlos Pastore. Questo creò un esercito di contadini senza terra che sussiste ancora oggi… Un simile destino toccò ai ferrovieri e a tutti i servizi pubblici che passarono in mano al capitalismo inglese e ad altri investitori stranieri. A seguito di una tale nefasta privatizzazione il Paraguay conobbe il volto peggiore dell’investimento straniero, su un modello estrattivo che riuscì appena a creare posti di lavoro miserabili per i “mensú” (lavoratori rurali della foresta, ndr) i quali, fino agli inizi del secolo XX, vivevano in uno stato di sfruttamento semi-schiavista in enormi latifondi, come descrivono magistralmente Rafael Barret ed Augusto Roa Bastos”. “Questo non si discosta molto dal modello attuale degli agro-affari, che a passi accelerati sta sterminando i contadini, oggi ormai una popolazione minoritaria, in un Paese in cui le principali risorse produttive e di esportazione, senza considerare l’energia elettrica, sono i cereali e la carne”.

L’esperto ed ex parlamentare argentino Martín Hourest ha poi proseguito: “Ma, cosa centra tutto ciò con l’APP? L’APP è la forma più selvaggia di privatizzazione e di distruzione della nostra Repubblica. Il modello approvato in Paraguay è unico al mondo, estremamente favorevole alle transnazionali, simile al Paraguay del post-guerra del 1870”.
Come già scrisse Omar Cristaldo “Sicilia è il luogo dove il matrimonio Governo-Mafia è più evidente, ma qui in Paraguay il matrimonio con la mafia è legalizzato con la legge dell’APP, il saccheggio e l’abuso al quale sono invitati tutti gli investitori, pochi nazionali e tanti stranieri”.
Ora più che mai lo Stato Sociale di Diritto in Paraguay come stabilito dalla nostra Costituzione sarà ancora una volta una farsa. Una semplice utopia. Ma non è detta l’ultima parola: se accettiamo passivamente questa legge saremo complici delle conseguenze della sua applicazione. Dovremmo invece esigere la deroga della stessa e lottare per la salvaguardia e l’integrità della vita del nostro popolo e formando una resistenza, se amiamo la nostra vita e quella dei nostri figli e dei figli dei nostri figli. Allora, solo allora sarà possibile costruire e vivere un’altra alternativa sociale e civile.

7 Marzo 2014

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