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uniondi Marco Santopadre - 13 febbraio 2014
La 'Alianza' interessa una popolazione di 212 milioni di persone e rappresenta il 36% del Pil della regione dell'America Latina e dei Caraibi.
Colombia, Cile, Messico e Perù hanno firmato nei giorni scorsi un accordo che elimina, con azione immediata, i dazi sul 92% dei prodotti commerciali al fine di aumentare gli scambi e conquistare i mercati della regione Asia-Pacifico, attraendo gli investimenti esteri. Liberalizzazione in vista anche per i capitali e libero accesso alle persone che potranno quindi viaggiare senza visto di ingresso.

L'intesa sul libero scambio è stata siglata nel corso di una cerimonia, nella città di Cartagena, in presenza dei presidenti della Colombia, Juan Manuel Santos, del Cile, Sebastián Piñera, del Perù, Ollanta Humala, e del Messico, Enrique Peña Nieto.

L'accordo, parzialmente in controtendenza con il protezionismo di altre economie della regione, segna un passo avanti decisivo per la "Alianza del Pacìfico' formata un anno fa a Lima dai quattro paesi che mantengono e vogliono incrementare accordi di libero scambio con alcune delle principali economie del mondo come gli Stati Uniti, l'Unione Europea e la Cina in concorrenza con altre alleanze continentali.

"Questo protocollo renderà le nostre economie più competitive, le farà crescere più velocemente e creerà più posti di lavoro" ha dichiarato Santos, aggiungendo che l'accordo permetterà ai quattro paesi di affrontare la crisi finanziaria internazionale "con rischi minori".

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La 'Alianza' - che prevede inoltre l'eliminazione progressiva del restante 8% delle tariffe doganali - raggruppa allo stato attuale una popolazione di 212 milioni di persone e rappresenta il 36% del Prodotto interno lordo della regione dell'America Latina e dei Caraibi, esportatrice di materie prime come petrolio, minerali e prodotti agricoli.

"Questo protocollo costituisce il meccanismo di integrazione più innovativo che il Messico abbia firmato dalla firma dell'accordo di libero scambio con il Nord America" ha detto il presidente messicano Peña Nieto. Altri piccoli paesi, anch'essi vicini o interni ad un'area di influenza statunitense sempre più esigua - Costa Rica, Panama e Guatemala - hanno già espresso il desiderio di aderire al nuovo blocco, che ha sospeso i visti di immigrazione per agevolare il transito dei cittadini dei paesi partner.

I fautori della 'Alianza' rimarcano che non si tratta di un accordo ideologico e tanto meno di una contrapposizione agli altri blocchi regionali formati negli ultimi 15 anni. Ma appare chiaro a tutti che si tratta di una contromisura nei confronti dell'approfondimento del Mercosur (Mercado comun del Sur), i cui soci sono Argentina, Brasile, Venezuela, Uruguay, Paraguay (quest'ultimo sospeso negli scorsi mesi), e soprattutto dell'Alba (Alianza bolivariana per i popoli delle Americhe) fortemente voluta dall'ex presidente venezuelano Hugo Chavez, a cui hanno aderito, oltre al Venezuela, Bolivia, Cuba, Ecuador e Nicaragua.

Tratto da: megachip.globalist.it

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