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nsa-webda megachip. globalist.it - 8 giugno 2013
L'articolo del Guardian sullo spionaggio di massa su milioni di americani. Siamo dentro un salto di paradigma nella società bersagliata dai pianificatori dell'11/9.
La NSA raccoglie le registrazioni telefoniche di milioni di persone al giorno, rivela un'ordinanza giudiziaria.
Esclusiva: Un ordinanza giudiziaria top secret che obbliga la Verizon a consegnare tutti i dati sulle telefonate dimostra la dimensione raggiunta dal sistema di sorveglianza interna sotto l'amministrazione Obama.
 
di Glenn Greenwald.
 
La National Security Agency sta attualmente raccogliendo le registrazioni telefoniche di milioni di clienti statunitensi di Verizon, uno dei maggiori fornitori di telecomunicazioni americani, come risulta da un ordinanza giudiziaria top secret emessa ad aprile.
L'ordinanza, una copia della quale è stata ottenuta dal Guardian, dispone che Verizon fornisca alla NSA su una "base continuativa e giornaliera" le informazioni su tutte lechiamate telefoniche nei propri sistemi, sia all'interno degli USA, sia tra Stati Uniti e altri paesi.
Il documento mostra per la prima volta che sotto l'amministrazione Obama le registrazioni delle comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolte indiscriminatamente e in massa: ossia a prescindere dal fatto che essi siano sospettati o meno di alcun misfatto.
La struttura segreta della Foreign Intelligence Surveillance Court (che opera in base alla legge FISA, Foreign Intelligence Surveillance Act, che regola la sorveglianza sullo spionaggio straniero, NdT) ha fornito l'ordinanza all'FBI il 25 aprile, dotando il governo di un'autorizzazione illimitata volta a ottenere i dati per uno specifico periodo di tre mesi fino al 19 luglio.
Secondo i termini dell'ordinanza quadro, vanno consegnati i numeri di entrambe le parti di una telefonata, così come i dati di localizzazione, la durata della chiamata, gli identificatori unici, e il tempo e la durata di tutte le chiamate. I contenuti in sé della conversazione non sono inclusi.
È probabile che questa divulgazione riaccenda lunghe discussioni negli USA in merito alla corretta estensione dei poteri di spionaggio interno in capo alle autorità di governo.
Sotto l'amministrazione Bush, i funzionari delle agenzie di sicurezza avevano rivelato ai giornalisti la raccolta su larga scala dei dati sulle telefonate da parte della NSA, ma questa è la prima volta che dei documenti importanti e coperti da clausole di massima riservatezza abbiano rivelato la continuazione della pratica su vasta scala durante il mandato del presidente Obama.
La natura illimitata delle registrazioni consegnate alla NSA è estremamente insolita. Le ordinanze giudiziarie emanate in base alla legge FISA di solito disciplinano la produzione di documenti relativi a un nome specifico e mirato che sia sospettato di essere un agente di un gruppo terroristico o di uno stato estero, o di una lista circoscritta di obiettivi elencati nome per nome.
 
The Guardian ha contattato la National Security Agency, la Casa Bianca e il Dipartimento di Giustizia per chiedere un commento prima della pubblicazione, mercoledì. Tutti si sono rifiutati di rispondere. Alle agenzie è stata offerta anche la possibilità di sollevare specifiche questioni di sicurezza per quanto riguarda la pubblicazione del provvedimento giudiziario.
L'ordinanza giudiziaria vieta espressamente a Verizon di divulgare al pubblico sia l'esistenza della richiesta dell'FBI in merito alle registrazioni dei propri clienti, sia della stessa ordinanza.
«Non abbiamo commenti da fare», ha dichiarato Ed McFadden, un portavoce della Verizon che opera a Washington.
L'ordinanza, firmata dal giudice Roger Vinson, costringe Verizon a produrre per la NSA copie elettroniche di «tutte le registrazioni dei dettagli delle chiamate o "metadati telefonici"creati da Verizon per le comunicazioni tra gli Stati Uniti e l'estero» o «interamente all'interno degli Stati Uniti, incluse le telefonate locali».
L'ordinanza impone a Verizon di «continuare la produzione delle copie quotidianamente d'ora in poi, nel corso della durata di questa ordinanza». Si precisa che le registrazioni da produrre comprendono «informazioni di identificazione della sessione», come ad esempio «il numero del chiamante e del destinatario», la durata di ogni telefonata, numeri di carta telefonica, identificazione della linea, numero IMSI (International Mobile Subscriber Identity, ossia "identità internazionale di utente di telefonia mobile", NdT), nonché «esaustive informazioni sull'instradamento e la commutazione della comunicazione».
Queste informazioni sono classificate come "metadati", o informazioni transazionali, anziché comunicazioni, e quindi non necessitano di singoli mandati per accedere a esse. Il documento specifica inoltre che tali "metadati" non si limitano agli elementi sopra menzionati. Una sentenza giudiziale del 2005 ha stabilito che i dati sull'ubicazione della cella - il più vicino ripetitore cui un telefono fosse collegato - costituivano ugualmente dati transazionali, e quindi rientrerebbero virtualmente nell'ambito di applicazione del provvedimento.
Mentre l'ordinanza stessa non include né i contenuti dei messaggi né le informazioni personali dell'utente di un particolare numero di cellulare, la loro collezione permetterebbe alla NSA di costruire facilmente un quadro completo di chi è stato contattato da un qualsiasi individuo, come e quando, e perfino da dove, in modo retrospettivo.
Non si sa se Verizon sia l'unico fornitore di telefonia cellulare ad essere stato oggetto di una simile ordinanza, anche se degli articoli precedenti facevano ritenere che la NSA abbia raccolto registrazioni di dati da cellulari da tutte le principali reti di telefonia mobile. Risulta inoltre poco chiaro dal documento trapelato se l'ordinanza di tre mesi sia stata una tantum, o se fosse invece l'ultima di una serie di ordinanze analoghe.
Questa ordinanza giudiziaria sembra ora spiegare i numerosi e criptici avvertimenti pubblici pronunciati da due senatori USA, Ron Wyden e Mark Udall, circa la portata delle attività di sorveglianza dell'amministrazione Obama.
Per circa due anni, i due democratici hanno spesso rumorosamente avvisato l'opinione pubblica sul fatto che il governo degli Stati Uniti si affida a «interpretazioni giuridiche segrete» per arrogarsi poteri di sorveglianza così ampi che il pubblico americano rimarrebbe "stordito" se sapesse quale tipo di spionaggio interno si stia conducendo.
Poiché tali attività sono secretate, ai due senatori, entrambi membri della commissione del Senato sui servizi segreti, è stato impedito di specificare quali fossero i programmi di sorveglianza nazionali che trovavano così allarmanti. Ma le informazioni che essi sono stati in grado di rivelare nei loro avvertimenti pubblici ricalcano perfettamente sia la specifica legge citata dall'ordinanza giudiziaria del 25 aprile, sia la vasta portata della raccolta dati da essa autorizzata.
Julian Sanchez, un esperto di sorveglianza presso il Cato Institute, ha spiegato:
«Abbiamo sicuramente visto il governo estendere sempre di più i limiti della 'rilevanza' che giustifichi la raccolta di un gran numero di dati tutti insieme - tutti posizionati a uno o due gradi di separazione da un obiettivo - ma passare indiscriminatamente l'aspirapolvere su tutti i metadati sarebbe uno straordinario ripudio di ogni pretesa di sospetto vincolato o individualizzato».
L'ordinanza di aprile richiesta da FBI e NSA fa esattamente questo.
La norma cui esplicitamente fa riferimento l'ordinanza è la clausola dei cosiddetti "business records" del Patriot Act, 50 USC sezione 1861. Questa è la norma che Wyden e Udall hanno ripetutamente citato quando mettevano in guardia l'opinione pubblica rispetto a quella che ritenevano fosse l'interpretazione estrema della legge adottata dall'amministrazione Obama al fine di gestire un'eccessiva sorveglianza interna.
In una lettera da loro inviata l'anno scorso al procuratore generale Eric Holder, rimarcavano che «vi è ora un notevole divario tra ciò che la maggior parte degli americani pensa che la legge consenta e ciò che il governo segretamente pretende che la legge consenta.»
«Noi crediamo», aggiungevano, «che la maggior parte degli americani rimarrebbe stordita nell'apprendere i dettagli sul modo in cui queste interpretazioni giudiziarie segrete hanno dato lettura» delle norme sui "business records" del Patriot Act.
I difensori della privacy hanno da tempo avvertito che il consentire al governo di raccogliere e conservare senza limiti i "metadati" è una forma altamente invasiva della sorveglianza delle attività di comunicazione dei cittadini. Tali registrazioni consentono al governo di conoscere l'identità di ogni persona con la quale un individuo comunichi elettronicamente, per quanto tempo parli con essa, e la loro rispettiva posizione geografica al momento della comunicazione.
Tali metadati sono proprio ciò che il governo degli Stati Uniti ha cercato a lungo di ottenere per scoprire la rete di associazioni di un individuo e i suoi modelli di comunicazione. La richiesta di una raccolta di massa di tutte le registrazioni telefoniche nazionali della Verizon indica che l'agenzia sta dando continuità a una qualche variante del programma di raccolta dati iniziato dall'amministrazione Bush all'indomani degli attentati dell'11/9.
La NSA, in quanto facente parte di un programma segretamente autorizzato dal presidente Bush il 4 ottobre 2001, ha attivato un piano di raccolta di massa di registrazioni dei dati in ambito nazionale per la telefonia, internet e la posta elettronica. Un enorme scalpore esplose nel 2006, quando il quotidiano USA Today riferì che la NSA stava «segretamente raccogliendo i dati sulle telefonate di decine di milioni di americani, utilizzando i dati forniti da AT & T, Verizon e BellSouth» e stava «utilizzando i dati per analizzare gli schemi delle telefonate nel tentativo di rilevare delle attività terroristiche». Fino ad ora, non vi era stata alcuna indicazione sul fatto che l'amministrazione Obama stesse applicando un programma simile.
Questi eventi recenti sono un chiaro segnale di quanto profondamente la missione della NSA si sia trasformata da quella di agenzia dedicata esclusivamente alla raccolta di dati di intelligence esteri, a quella di una che si concentra sempre di più sulle comunicazioni nazionali. Un addetto trentenne della NSA, William Binney, si è dimesso dalla agenzia poco tempo dopo l'11/9 per protestare contro il concentrarsi dell'agenzia sulle attività in ambito nazionale.
A metà degli anni settanta il Congresso, per la prima volta, studiò le attività di sorveglianza del governo degli Stati Uniti. A quel tempo, il mandato della NSA era di non rivolgere mai il suo apparato di sorveglianza verso l'interno.
A conclusione di tale indagine, Frank Church, il senatore democratico dell'Idaho che aveva presieduto la commissione d'inchiesta, ammonì:
«Il potenziale della NSA in qualsiasi momento potrebbe essere riconvertito verso il popolo americano, e a nessun americano rimarrebbe alcuna privacy, tanta e tale è la capacità di monitorare tutto: conversazioni telefoniche, telegrammi, qualsiasi cosa».
Ulteriori elementi del reportage a cura di Ewen MacAskill e Spencer Ackerman.
 
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

Tratto da: megachip.globalist.it
   

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