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traffico-di-armi-webda ilfattoquotidiano.it - 3 aprile 2013
A favore della risoluzione Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia. Contrari Iran, Siria e Nord Corea. Sarà vietata l'esportazione in Paesi sotto embargo, che violano diritti umani o hanno rapporti con il terrorismo. Intanto, però, a Nelson (Usa) un consiglio comunale approva un provvedimento che obbliga i capifamiglia ad acquistare un'arma da fuoco.

Semaforo verde per il trattato sul commercio delle armi. Con 154 voti a favore, tre contrari e 23 astenuti, il Consiglio generale delle Nazioni Unite ha approvato il primo Trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali. L’accordo che regola il mercato multimilionario degli armamenti, fortemente voluto da Barack Obama, è stato accolto da un lungo applauso dell’Aula. Il presidente degli Stati Uniti, infatti, dopo alcuni eventi tragici come la strage di Newton, aveva ribadito la necessità di un provvedimento che ostacolasse l’uso e la vendita di armi

Il trattato, che ora dovrà essere ratificato da ognuno degli stati membri, prevede il divieto di esportazione delle armi in Paesi sotto embargo, che violano i diritti umani o che hanno rapporti con terrorismo e criminalità organizzata. I Paesi che hanno votato ‘sì’ alla risoluzione sono stati alcuni membri permanenti del Consiglio, tra cui Francia, Gran Bretagna e Usa. Contrari Siria, Iran e Nord Corea. La Farnesina ha espresso grande soddisfazione per il trattato, che definisce “forte, equilibrato e realistico”.

E proprio mentre il Consiglio dell’Onu approva il trattato che regola il commercio delle armi, a Nelson, paesino a stelle e strisce della Georgia, il Consiglio comunale ha deliberato, all’unanimità, che ogni capofamiglia dovrà possedere un’arma da fuoco. In realtà le autorità non obbligheranno effettivamente a possedere un fucile o una pistola, ma il provvedimento vuole essere una protesta proprio contro le pressioni del presidente Obama al Congresso per una riforma dell’uso delle armi. Non potranno comunque acquistare armamenti le persone con condanne penali alle spalle e chi soffre di problemi psichici e mentali.

Tratto da: ilfattoquotidiano.it

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