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armi-mercato-webdi Maurizio Chierici - 18 dicembre 2012
La tenerezza per i bambini uccisi fra i banchi di scuola fa battere il cuore di Obama. Non si commuovono Smith & Wesson, Sturm Rugger e le catene commerciali Cabela e Big 5 Sporting Goods, vetrine di armi in ogni angolo degli Stati Uniti.

Il presidente prova a disinnescare la follia, braccio di ferro non facile con i mercanti della morte. E il dolore continua. E il sorriso dei bambini assassinati da uno squilibrato e dal sadismo di un sistema sconvolge le Tv: ormai sono figli di tutti. Nelle stesse ore missili e bombe hanno ucciso 3 bambini in Siria, 7 attorno alla frontiera del petrolio Sud Sudan, mentre in Afghanistan il massacro di un marines “impazzito” ha steso il bambino numero 3421 dal Natale 2002. Ci sarebbero 11 ragazzine dilaniate durante i funerali dei piccoli di Newtown. Forse una mina talebana che ogni giornale del mondo sta coprendo di insulti. Silenzio sul marines, bocche cucite. Scenari di guerra: se non si uccide qualcuno che guerra è? Senza contare le ragnatele di mercati e delocalizzazioni che cancellano la dignità della persone contemplata nello statuto delle Nazioni Unite. Schiavi da spremere. E ogni 5 secondi chi ha meno di 5 anni chiude gli occhi per fame, 7 milioni da un capodanno all’altro. Mentre oro, petrolio e chissà quale mirra rallegrano i nostri caveaux. Nessuna responsabilità di missili e superbombardieri, ma la filosofia non cambia: i popoli restano comparse nei registri di Wall Street impegnata a contenere la crisi con la buona salute dell’industria pesante. Bombardieri e carriarmati, qualcuno deve pur fabbricarli. Piazziste insuperabili organizzazioni come la Nato: aggiorna freneticamente gli arsenali con macchine di nuova generazione distribuite a chi difende il mondo libero e a chi vuole destabilizzarlo. L’importante è vendere e indebitare per tranquillizzare le Borse, mentre i bilanci pubblici stringono le corde della vita di ogni giorno. Pane, scuola, casa e acqua non sono ormai per tutti. Siamo informati di ogni sorriso dei bambini americani; restano senza nome i bambini bruciati nei paesi marginali. Solo numeri, emozioni trascurate. Tanto chi li conosce? Altri 2 bambini sparati in Nigeria, 4 nel Congo. Per non parlare dell’America Latina di qualche anno fa. Tornavamo dal Salvador con le immagini delle “stanze della morte”. Per costringere padri e madri a tradire le guerriglie anti dittatura, squadroni invisibili portavano via i figli. Se i genitori non collaboravano una telefonata avvertiva dove trovarli: tre bambine inchiodate al pavimento, agonia straziante. Era il 1982, ogni mattina la Washington di Reagan nutriva con 6 milioni di dollari e consiglieri speciali le forze armate che difendevano i valori del cristianesimo dalla minaccia comunista. In una solitudine disperata il vescovo Romero denunciava il silenzio vaticano. Voce da spegnere: uno sparo in chiesa, delitto dal colpevole sistemato attorno a Miami. Permetteranno a Obama di bloccare il mercato di rivoltelle e F35 venduti come giocattoli? Dopo i giorni delle lacrime, torneranno i giorni delle lobby. 

Tratto da: ilfattoquotidiano.it

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