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leguizamon-santiago-webdi Jorge Figueredo - 9 aprile de 2012  
La storia dell’umanità è costellata di profeti, filosofi, scienziati, uomini semplici e umili che con il loro esempio hanno trasferito ai posteri valori come la giustizia e l’amore e che hanno modificato il modo di pensare dell’epoca in cui hanno vissuto. L’uomo più importante e rivoluzionario che sia mai esistito sulla Terra e che con il suo esempio di vita ha cambiato non solo la storia, ma la cultura dell’umanità è Gesù-Cristo. Altri uomini come Socrate, Platone, Giordano Bruno, Gandhi, Martín Luther King, John F. Kennedy, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino hanno dato la vita per amore del prossimo, affinché la società potesse evolversi in coscienza e maturare un modo migliore di intendere la convivenza; perché nella società potessero regnare la giustizia, la pace e l’amore.

Questi uomini avevano un ideale nel quale non solo credevano con grande fede, ma che era accompagnato dalla forza di volontà, dalla perseveranza, dall’onestà, dalla disponibilità e dalla coerenza necessarie a dimostrare con i fatti ciò in cui credevano. E nel fare ciò che sentivano essere la cosa giusta non si fecero condizionare da nessuno e più volte diedero la vita: quando furono assassinati e tutti i giorni della loro esistenza in questo mondo. Per questo si sono trasformati in martiri per una causa: quella di vivere in un mondo migliore, dove regnano gli alti valori della giustizia e dell’amore.
Anche la storia del Paraguay è ricca martiri: studenti, operai, campesinos, giovani come Joelito Filártiga, figlio del grande oppositore della dittatura di Stroessner Dr. Joel Filártiga e, più di recente, il Generale Rosa Rodríguez e i giornalisti Salvador Medina e Santiago Leguizamon, assassinato, quest’ultimo, nel 1991 dalla mafia nella città di Pedro Juan Caballero, al confine con il Brasile.
Il prossimo 26 aprile ricorrerà il 21esimo anniversario del suo omicidio - commesso per mano della mafia legata al narcotraffico e al lavaggio di denaro sporco – rimasto impunito nonostante furono identificati i presunti autori materiali del crimine.
Quel lontano 26 aprile, beffa del destino, si festeggiava in Paraguay il giorno del giornalismo e dopo tanto tempo possiamo oggi dire che solo il corpo di Leguizamon fu eliminato, non certo i suoi ideali.
I sicari e i mandanti esterni hanno ucciso un uomo ma non sono riusciti a fermare le sue idee, la sua lotta per raggiungere la giustizia sociale - “Il necessario a tutti, il superfluo a nessuno” -  un Paese in cui si possa vivere in pace, in cui tutti possano essere uguali di fronte alla legge, senza privilegi per nessuno. Un vero Stato sociale e di diritto come sancisce la nostra Costituzione Nazionale.
Il valore degli ideali che Santiago incarnava traspariva dalle sue parole: “Preferisco la morte fisica a quella etica”, diceva sempre mentre tramandava alle future generazioni  un messaggio forte: la cosa più preziosa che l’essere umano ha è la coscienza che una nuova società  è possibile se tutti i cittadini che amano la vita hanno il coraggio di lottare contro la faccia più atroce del male che è la mafia.
Non è possibile dimenticare il valore degli ideali di Santiago, che è importante non per il suo significato meramente ideologico, ma soprattutto perché la sua morte fisica infonde nella coscienza civile del Paraguay che il crimine organizzato non si esaurirà semplicemente perché è iniziato un processo di transizione verso un sistema democratico poiché la mafia è trasversale ad ogni sistema politico, economico e culturale mai esistito fino ad oggi.
Il crimine organizzato e la mafia uruguaiana, a differenza di quella siciliana o di altri tipi di mafie, si è istituzionalizzata sin dai tempi della dittatura del Generale Alfredo Stroessner (1954-1989). Abbiamo avuto rappresentanti dei tre poteri dello Stato, presidente compreso, legati ai traffici di droga, di auto, al lavaggio di denaro sporco, ma nonostante questa cultura dell’illegalità imperante la gente sapeva riconoscere la differenza tra chi era un criminale e chi non lo era, sapeva distinguere gli onesti dai delinquenti.
Oggi invece c’è un candidato alla presidenza della Repubblica per il Partido Colorado – che per tanti anni ha sostenuto la dittatura di Stroessner – che secondo indagini giornalistiche sarebbe legato al riciclaggio di denaro sporco e al narcotraffico, imprenditore nel settore dei tabacchi, dirigente sportivo. Una certa stampa lo ha però pericolosamente dipinto di bianco, influenzando la coscienza di buona parte della popolazione paraguaiana che potrebbe addirittura eleggerlo alla presidenza del nostro Paese: se questo dovesse accadere retrocederemmo di decine di anni. E ci troveremmo in una condizione peggiore rispetto agli anni della dittatura. Se questo dovesse accadere il crimine organizzato non avrebbe soltanto rapporti con il potere, ma governerebbe totalmente la struttura dello Stato con l’appoggio di vari mezzi di comunicazione riuscendo facilmente ad ottenere il controllo assoluto delle coscienze dei cittadini per realizzare i propri scopi. Non il bene comune, ovviamente, ma l’accumulazione di ricchezze nelle mani di pochi e ad ogni costo: compresi i crimini contro la vita in generale, quella degli esseri umani, quella dell’ambiente.
E’ questo il motivo per cui, in questo delicato momento storico, è vitale che il Paraguay ricordi non soltanto a parole la morte di Santiago Leguizamon.
Tutti noi che amiamo la vita, pur con le nostre diversità, dobbiamo passare all’azione, svegliare le nostre coscienze e dimostrare con i fatti il vero valore di questi ideali, dobbiamo incarnarli, viverli e uscire per le strade per difendere la vita. E quale migliore opportunità di quella che ci si presenterà il prossimo 19 aprile, ad Asunciòn, in Plaza de la Democrazia, dove potremo manifestare UNITI contro l’energia nucleare, contro le scorie e le coltivazioni transgeniche, sponsorizzate da soggetti legati o inseriti negli ambienti della criminalità organizzata dove non c’è alcun rispetto per la vita.
Non è più il tempo della retorica e dei dogmi. E’ il tempo che gli uomini di buona volontà del nostro Paese, così come quelli del mondo intero, decidano da che parte stare: dalla pare della morte, di chi sta distruggendo l’ambiente e l’essere umano o dalla parte della Vita.
Santiago Legizamon ci ha dimostrato che solo se ci manterremo integri e se saremo uniti in Paraguay, Argentina, Uruguay, Cile, Messico, Italia, Spagna, Stati Uniti e in qualsiasi altro luogo del pianeta dove si lavori a favore della vita potremo cambiare le cose.
Perché l’UNIONE di tutti gli uomini che hanno nel cuore gli stessi ideali che aveva il giornalista Santiago Leguizamon è l’unica forza che ci permetterà di vincere questa guerra contro il male.

ANTIMAFIADuemila
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