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india-cinadi Luca Galassi - 10 febbraio 2012
Negli ultimi due mesi l’India ha comprato 126 caccia d’assalto Rafale dalla Francia, preso possesso di un sottomarino a propulsione nucleare dai russi  e lanciato il progetto di costruzione della sua prima portaerei. Un ammodernamento militare mirato a ‘rispondere’ all’espansionismo cinese.

Le tensioni tra i due Paesi datano alla guerra di confine del 1962, e Nuova Delhi ha da allora guardato con preoccupazione crescente l’aggiornamento tecnologico e bellico di Pechino, finalizzato all’estensione della sua influenza nell’Oceano Indiano. La Cina ha finanziato lo sviluppo di scali commerciali in Pakistan, Sri Lanka, Bangladesh e Myanmar, circondando virtualmente l’India. Quest’ultima si è lanciata in una corsa al riarmo per controbilanciare le incursioni cinesi in una regione storicamente dominata da Nuova Delhi. Sono state create apposite divisioni di fanteria negli Stati montagnosi del Nord-Est (le truppe indiane nell’area ammontano a 36mila uomini) ed è stata progettata una forza di reazione rapida per contrastare eventuali ‘provocazioni’ da parte cinese. Gli analisti escludono categoricamente la possibilità di un conflitto tra le due potenze, ma l’Himalaya è terra contesa, e i confini non sono stati definiti stabilmente dopo 15 anni di negoziati.

Per molti osservatori, controllare le mosse di Pechino sta acquistendo una prevalenza analoga a quella adottata da Nuova Delhi nei confronti del suo rivale storico, il Pakistan. Al costo di un impegno economico e militare colossale. La competizione richiede un ammodernamento dell’arsenale bellico che comprenda caccia, fregate, elicotteri, sistemi d’arma: un impegno che ha fatto dell’India il primo importatore di armi al mondo. Secondo i dati del Sipri (lo Stockholm International Peace Research Institute), il nove percento di tutti gli acquisti di armi nel mondo nel 2010 sono stati effettuati dall’India. L’ultimo, i 126 Dassault Rafale francesi, comprati per 11 miliardi di dollari. Costi che raddoppieranno tenendo conto degli armamenti, dei trasferimenti di tecnologia, di manutenzione, garanzie e costi vari. E dalla scorsa settimana l’India è entrata nell’esclusiva élite dei Paesi con sommergibili nucleari, insieme a Russia, Usa, Francia, Gran Bretagna e Cina. Il sottomarino russo rinominato Chakra-II è passato nelle mani di comandanti indiani nel porto di Vladivostok. Un leasing decennale al costo di un miliardo di dollari.

Quest’anno, la più grande democrazia del mondo si doterà di una portaerei sovietica ristrutturata. In aggiunta a questa, verrà dato l’avvio alla costruzione di sei sottomarini ‘Scorpene’ su licenza francese, conclusione di un accordo del valore di cinque miliardi di dollari. I mezzi subacquei entreranno in funzione nel 2015. Nelle prossime esercitazioni navali, l’India ha invitato 14 Paesi asiatici. Cina e Pakistan sono esclusi.

L’alleanza strategica col Vietnam e la politica verso Est del Primo ministro Manmohan Singh si sono concretizzate in frequenti visite in Corea del Sud, Giappone, Indonesia, Malesia e Thailandia, che hanno portato a importanti accordi commerciali ed economici. Il Myanmar è terra di battaglia, dove la contesa tra Pechino e Nuova Delhi è per le ingenti risorse energetiche.

La competizione economica tra i due Paesi rimane aperta. Ma non sarà facile rivaleggiare con la corsa agli armamenti della Cina, il cui budget militare rimane secondo solo a quello degli Stati Uniti.

Tratto da:
eilmensile.it

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