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NEWS 250378di Ennio Remondino - 3 agosto 2015
Una strana campagna pubblicitaria. 3,2 milioni di euro di spot dalla Sogin, l'azienda che per lo Stato si occupa dello smaltimento dei rifiuti atomici.

Una strana campagna pubblicitaria per 'promuovere' il futuro deposito nazionale di rifiuti radioattivi che doveva essere operativo da anni, ma senza dire dove saranno destinati i rifiuti certamente non graditi alle popolazioni locali. Eppure la mappa della zone idonee c'è già ma il segreto scotta.

Spot sulle scorie nucleari. Obiettivo difficile e campagna promozionale azzardata. 'Vendere' la soluzione imposta per legge di un sito dove conservare in sicurezza le scorie nucleari italiane. "Sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi non siamo andati avanti", è lo slogan della campagna pubblicitaria lanciata da Sogin in questi giorni. Frase equivoca. Perché non siete andati avanti? Ricerca di consenso preventivo? L'ufficio stampa Sogin narra che stanno puntando sulla trasparenza per evitare uno Scanzano bis, quando la scelta del sito fu imposta dall'alto e poi dovette essere revocata anche per gravi errori tecnici.

Più che trasparenza, sembra prudenza esercitata anche ad alti costi. Promuovi con mille prudenze, uno spot dopo l'altro, la partita del Deposito nazionale di scorie nucleari, ma in realtà non informi sulla sostanza. Siamo ormai all'ultimo atto del difficile percorso, dopo che Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha consegnato ai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico la mappa delle aree potenzialmente idonee a ospitare il sito di smaltimento. Golpe di ferragosto in vista? I ministeri coinvolti hanno smentito che la scelta del deposito di rifiuti radioattivi sarà fatta in agosto.

Dal ministero dell'Ambiente si parla di settembre per la pubblicazione di una versione preliminare della 'Cnapi', la famosa "mappa" delle aree idonee, e di giugno 2016 per l'approvazione del documento definitivo. In mezzo, nei circa 9 mesi di tempo, un lungo processo di consultazione con le Regioni e altre parti interessate. Obiettivo, evitare uno Scanzano Jonico bis, quando nel 2003 il comune lucano fu indicato come unico sito per il deposito di scorie nucleari a media e alta intensità. Peccato fosse zona sismica. Da allora però fermi, mentre il Deposito avrebbe dovuto essere inaugurato per legge ben 7 anni fa.

Se la speranza era che qualche Regione si candidasse a ospitare il Deposito, incentivata da benefici economici e occupazionali, qualcuno sognava. Anzi, in molti territori mettono le mani avanti. In Sardegna, già un mese fa sono partiti i comitati e le giornate "No-Nuclear Day". I rifiuti sono 75 mila metri cubi di scorie a bassa e media radioattività e 15 mila metri cubi ad alta radioattività, e devono trovare una collocazione sostenibile per centinaia d'anni. Per Lega ambiente, meglio un grande sito ben tutelato rispetto ai luoghi temporanei attuali (quali?). Da subito la richiesta di coinvolgere l'Autorità anticorruzione.

Fonte: remocontro.it

Tratto da: megachip.globalist.it

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