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isole-carteret-webdi Stefano Vergine - 23 novembre 2012
Gli abitanti delle isole Carteret (nel sud del Pacifico) hanno un triste record: sono i primi costretti a lasciare la loro terra per le conseguenza del riscaldamento globale. L'innalzamento dei mari infatti ha reso incoltivabili i campi.

L'ultimo gruppo è partito il 21 settembre. Sette famiglie hanno salutato forse per l'ultima volta le Carteret Islands, minuscolo arcipelago appartenente alla Papua Nuova Guinea. E rischiano di diventare famosi per un triste record: essere i primi al mondo costretti ad abbandonare le proprie terre a causa dei cambiamenti climatici. Il riscaldamento globale sta facendo sciogliere i ghiacci e innalzare il livello dei mari.

Una tragedia per questi atolli, i cui terreni, bagnati dall'acqua salata, si apprestano a diventare totalmente incoltivabili. «La produzione di cibo è sempre più scarsa e le riserve diminuiscono», ricorda Ursula Rakova, direttrice della Tulele Peisa, l'organizzazione incaricata dal governo della Papua Nuova Guinea di gestire il trasferimento degli isolani. Nel 2003 il governo della Papua ha riconosciuto infatti la necessità di evacuare totalmente i 2.500 abitanti delle Carteret.

Ma l'operazione va a rilento perché non ci sono i fondi per ricollocare le persone. Rakova si accontenta di aver appena trasferito altre cinque famiglie a Bouganville, su un terreno donato dalla Chiesa cattolica, ma nella sua mente è impressa una data: «Una ricerca scientifica presentata in Germania ha previsto che le isole saranno completamente inabitate entro il 2045, perché allora sarà impossibile coltivare qualsiasi cosa. Resterà la sabbia, forse qualche albero di cocco, ma le persone non potranno sopravvivere».

Tratto da: espresso.repubblica.it

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