Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

rioBarbera: "La nostra terra si sta ribellando. Entro il 2050 avremmo bisogno di due pianeti, ma non abbiamo un’altra Terra su cui vivere. Per questo non possiamo permetterci altri fallimenti e promesse disattese. Non possiamo più rimandare!".
da cipsi.it - 14 giugno 2012
Roma
. Alla vigilia dell’apertura del Vertice Sociale per la Giustizia Ambientale e Sociale Rio+20, che si tiene in Brasile, a Rio de Janeiro, da domani al 23 giugno 2012, il presidente del Coordinamento di associazioni Solidarietà e Cooperazione Cipsi, Guido Barbera, commenta: “Rivolgiamo un appello alla responsabilità dei capi di stato, dei governanti, delle delegazioni presenti al vertice, affinché in questa occasione sappiano guardare alla vita e alle persone, non agli interessi economici e di potere. La nostra terra si sta ribellando.

La profonda crisi che viviamo è anche e soprattutto ecologica, il modello di sviluppo attuale è ormai del tutto insostenibile. Non possiamo più permetterci i fallimenti, le promesse non mantenute, i rinvii e gli impegni non rispettati a cui abbiamo assistito agli scorsi Vertici. Rivolgiamo un appello forte anche ai media, affinché parlino di Rio+20 e diano voce alle migliaia di attivisti ed esponenti della società civile che saranno presenti a Rio de Janeiro per chiedere ai partecipanti al summit un cambiamento radicale del paradigma di sviluppo. La crisi finanziaria internazionale non può offuscare l'importanza di questo summit e far passare in secondo piano le tematiche in esso trattate”.

“Allo stato attuale – prosegue Barbera - avremmo bisogno di un pianeta e mezzo, ci dicono i dati. Entro il 2050 ce ne vorranno addirittura due. Consumiamo troppo e la Terra ci sta stretta. Ma non abbiamo un’altra terra su cui vivere, è questo nostro pianeta che è urgente preservare. Di fronte a ciò non possiamo essere passivi. Ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Il riscaldamento globale produce conseguenze gravissime per la vita delle persone sul Pianeta Terra: scioglimento dei ghiacciai, aumento del livello dei mari, diminuzione dell’acqua dolce, inondazioni e siccità, fame, migrazioni, miseria, violazione dei diritti delle popolazioni indigene… Se vogliamo garantire la vita dei nostri figli, servono impegni precisi a livello mondiale, che questo Vertice ha il preciso dovere e la responsabilità di assumere con urgenza.

 

Il Brasile che ospita il summit, è da sempre custode del 'polmone verde' della terra. È uno dei paesi che, pur nelle sue tante contraddizioni, porta avanti da anni tante lotte a difesa dell’ambiente, dei beni comuni, della biodiversità, soprattutto grazie alle popolazioni indigene che si battono per preservare il territorio. L’America latina è un grande esempio. Il rispetto dell’ambiente è espressamente previsto nelle costituzioni di alcuni paesi come Bolivia ed Ecuador, in cui si parla di “buen vivir”. Il “buen vivir” ci invita a non consumare di più di ciò che l'ecosistema può sopportare, a evitare la produzione di residui che non possiamo assorbire con sicurezza, ci incita a riutilizzare e riciclare ciò che abbiamo usato. Auspichiamo che i governanti presenti al summit di Rio de Janeiro prendano come esempio questi concetti e ragionino sulla transizione verso un altro modello di sviluppo dando obiettivi certi e precisi, fondati sul diritto alla terra e al territorio, sul diritto al cibo, sul rispetto dei beni comuni, sulla giustizia sociale e ambientale. La nostra Terra, e noi con lei, non può più permettersi di rimandare”.

Tratto da:
cipsi.it