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di AMDuemila
Il primo presidente ad andare alla sbarra nella storia del Paese

Si è aperto nel primo pomeriggio a Gerusalemme il processo contro il presidente israeliano Benjamin Netanyahu che stamani ha guidato la prima riunione del governo di emergenza nazionale con Benny Gantz. La udienza si sarebbe dovuta tenere a metà marzo ma è stata rinviata per l’espandersi della pandemia nel Paese. Netanyahu risponde di corruzione, frode e abuso di potere in tre distinte inchieste: Caso 1000 (regali in cambio di favori); Caso 2000 (copertura benevola dal giornale 'Yediot Ahronot' in cambio di interventi su quotidiano rivale; Caso 4000 (il più grave) corruzione di un tycoon tv in cambio di copertura mediatica favorevole. Alle 15 (le 14 in Italia) i tre giudici hanno dichiarato aperto il dibattimento: in aula era presente il premier - il primo in carica nella storia del Paese ad essere processato - e gli altri imputati nelle indagini, ovvero gli uomini di affari Arnon Mozes, Shaul e Iris Elovitch. Ognuno di loro - in base alle restrizioni da coronavirus - è stato affiancato da un solo avvocato.
Gli altri legali - sia della difesa sia dell'accusa - insieme ai media saranno in salette attigue dove il dibattimento sarà teletrasmesso a circuito chiuso. Tutti avevano sul volto mascherine e hanno dovuto osservare le norme di distanziamento sociale. Netanyahu si è dichiarato estraneo alle accuse e una volta fuori dal palazzo di giustizia ha detto che chi le ha avanzate "mira a far cadere un primo ministro della destra forte e allontanare la destra dal potere per molti anni". La prossima udienza del processo nei confronti del premier israeliano avrà luogo il 19 luglio e si tratterà di un dibattito di carattere organizzativo a cui prenderanno parte solo la presidentessa del collegio, giudice Rivka Friedman-Felman, nonché gli avvocati della difesa e la pubblica accusa. La presenza degli imputati in quella occasione non sarà necessaria. L'obiettivo sarà di fissare le scadenze del processo.

Foto © Imagoeconomica

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