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di Lucas Gabriel Martins*
Quando i topi abbandonano la nave è perché sentono l’avvicinarsi di una tragedia

L'ora ex Ministro della Giustizia del Brasile, Sergio Moro, si è dimesso dal suo incarico e il suo discorso di commiato è stato praticamente una doverosa delazione.
Sergio Moro ha messo in chiaro che il motivo delle sue dimissioni del 24 aprile scorso, era dovuto al fatto che il presidente Bolsonaro da molto tempo mostrava interesse ad intervenire direttamente al comando delle indagini della Polizia Federale (PF), investigazioni che coinvolgono i figli di Bolsonaro.
Moro, prima di assumere l'incarico di Ministro di Giustizia, è stato giudice federale per 22 anni e dal 2014 a capo della più grande inchiesta contro la corruzione chiamata Lava Jato, che riuscì a condannare l’élite imprenditoriale nel paese e che portò in prigione l'ex presidente Lula.
Incriminazione ingiusta, una farsa giuridica, un colpo preparato dal 2013, dai connotati meramente politici, ma questo è un altro tema.
Nel 2018, Bolsonaro, nell’annunciare la nomina di Sergio Moro come Ministro della Giustizia, disse "il suo punto di riferimento sarà il programma anticorruzione e contro il crimine organizzato”. Oltre a stringere un accordo che garantiva a Moro piena autonomia e gli dava carta bianca per nominare tutti i vertici degli organi di polizia e che non avrebbe interferito nel suo lavoro.
Nell'agosto del 2019, Bolsonaro infranse l'accordo con Moro e sostituì il sovrintendente della Polizia Federale di Rio de Janeiro, adducendo “problemi di gestione e di efficienza”.
Per coincidenza o no, ricordiamo che Rio de Janeiro è uno Stato sotto il controllo dell'esercito ed è anche scenario di indagini per riciclaggio di denaro sporco che riguardano uno dei suoi figli, Flavio Bolsonaro. La PF (Polizia Federale) sospetta che il senatore abbia introdotto illegalmente oltre 2 milioni di ‘reales’ in nero, in acquisizioni immobiliari.
Nel suo discorso, Moro sostenne che Bolsonaro dall'anno scorso (2019), ha cercato di interferire nella direzione generale della PF manifestandogli ancora una volta il suo interesse alla sostituzione del direttore generale, ciò ha segnato il punto finale alla situazione di stallo, ed ha indotto Moro a rinunciare all’incarico in difesa della propria “etica morale".
Qualche ora più tardi, Bolsonaro alla presenza di tutti i suoi ministri decisamente sconcertati, tenne un discorso completamente sconnesso tentando di difendersi dalle accuse di Sergio Moro, ma è rimasto solo un tentativo.

bolsonaro ministri

Si è trattato proprio di una lezione su come non si deve fare un discorso, qualcosa di disastroso e improvvisato. Nei primi 30 minuti, Bolsonaro ha parlato della sua vita personale e di questioni del tutto vaghe. Cercando di mostrare preoccupazione su come viene speso il denaro pubblico, uno dei primi punti affrontati da Bolsonaro fu quello di non usare il climatizzatore della piscina olimpica di Palacio da Alvorada, residenza ufficiale del presidente. In realtà, la climatizzazione della piscina realizzata dal governo di Fernando Henrique Cardoso è a base di energia solare dal 2002.
Tra le altre cose, disse anche di non avere mai usato le carte di credito che sono a sua disposizione, parlò anche del caso di sua suocera che, secondo lui, commise il crimine di falso ideologico per aver diminuito l'età sul suo certificato di nascita.
Infine, dopo quasi 40 minuti di discorso alla tv nazionale, Bolsonaro ha attaccato l'ex ministro, affermando che lui era "spinto dal proprio ego" e che invece aveva negoziato l'allontanamento del direttore generale della PF Mauricio Valeixo in cambio di una futura nomina per un incarico presso la Corte Suprema Federale, cosa smentita successivamente dallo stesso Moro sui social.
Nel mezzo di tutta questa confusione, Bolsonaro ha detto qualcosa che ha attirato la mia attenzione e mi ha contrariato parecchio: “La Polizia Federale si è preoccupata di più di Marielle Franco che del suo Comandante Supremo".
Con questa frase, completamente irrispettosa sulla morte della consigliera comunale Marielle Franco, possiamo capire un po' come funziona la mente di questo essere nevrotico.
Bolsonaro crede davvero di essere un dittatore, un leader supremo e che tutte le istituzioni debbano essere pronte ad obbedirlo e servirlo.
La Polizia Federale esiste per contribuire al mantenimento della legge e dell’ordine, preservando lo stato democratico di diritto, come è scritto nei suoi valori etici e morali, e non per agire come una milizia privata, al servizio del presidente, che si riconosce come un Capo Supremo.
Le funzioni della Polizia Federale devono continuare ad essere quelle di un organo autonomo, proprio per difendere la democrazia e continuare con il suo lavoro anticorruzione senza doversi sottomettere alla volontà personale di nessun presidente.
Bolsonaro ha accusato la Polizia Federale di non avere dato priorità alle indagini sui mandanti del tentativo di omicidio, accaduto nel settembre 2018, quando Bolsonaro fu accoltellato durante una manifestazione pre elettorale.
Le due indagini vennero archiviate, poiché non furono trovati indizi della correlazione tra possibili finanziatori o possibili mandanti del reato commesso da Adelio Bispo de Olveira.
Successivamente nel Telegiornale Nazionale furono presentate prove fornite proprio dallo stesso ex ministro sull'accusa a Bolsonaro: screenshot di conversazioni tra Sergio Moro e la deputata Carla Zambelli e tra Sergio Moro e il presidente Bolsonaro. In una conversazione con Carla Zambelli, questa cerca di convincere Moro ad accettare la sostituzione del direttore generale della Polizia Federale e, in cambio, lei avrebbe convinto il Presidente a nominarlo per un carico nel STF, Supremo Tribunale Federale.
Moro rispose: “Cara, non sono in vendita”.
Prima di continuare su questo argomento voglio scrivere sul rapporto di Carla Zambelli con l'ex ministro. Sergio Moro è stato il suo testimone di nozze nell'aprile del 2020, presso la loggia massonica “Grande Oriente do Brasil” (GOB), la più antica loggia massonica del Brasile.

moro sergio nozze carla zambelli

A questo evento, erano presenti: segretari del governo di Bolsonaro, ministri e anche la moglie del presidente, Michelle Bolsonaro. Molti membri del governo sono massoni di alto grado, come il vicepresidente Hamilton Mourão, 33° grado, il più alto della massoneria. Anche il maggiore Olimpio, oggi senatore, appartenente al PSL, vecchio partito di Bolsonaro, così come molti altri, é membro della massoneria.
Nel corso della storia, abbiamo sempre visto la massoneria presente in molti governi e anche nelle forze armate, influenzando occultamente la politica a livello mondiale.
Tornando alla questione delle conversazioni tra Moro e Bolsonaro, un altro screenshot mostra che il presidente Bolsonaro aveva inviato un messaggio a Moro, con il link di una notizia su un'indagine della Polizia Federale su 11 deputati ‘bolsonaristi’, accompagnato dalla frase: “Un altro motivo per il cambiamento”, in riferimento alla sostituzione del direttore Valeixo dal comando della PF.
Perché Bolsonaro sarebbe tanto disperato da voler cambiare il direttore generale della PF?
Il portale "The Intercept" ha avuto accesso a documenti e dati riservati dell'indagine del Pubblico Ministero di Rio De Janeiro nei riguardi di Flavio Bolsonaro, conosciuto come il 01.
Secondo l'investigazione, Flavio starebbe finanziando con denaro pubblico la costruzione illegale di edifici costruiti per l'esercito. Gli investigatori sono giunti a questa conclusione incrociando le informazioni bancarie di 86 persone sospettate di essere coinvolte nel sistema illegale.
I dati indicano che Flavio Bolsonaro, oggi senatore di Rio De Janeiro, incassi i profitti degli investimenti della costruzione degli edifici realizzati grazie a trasferimenti effettuati dall'ex capitano del BOPE (Battaglione Operazioni Speciali, Adriano dà Nóbrega e dal suo ex consulente Fabricio de Queiroz.
Quindi, lo schema funzionava come segue: - Flavio Bolsonaro pagava i suoi impiegati con denaro del suo gabinetto nell'Assemblea Legislativa dello Stato di Rio de Janeiro (ALERJ) - Fabricio de Queiroz che sarebbe il coordinatore del famoso schema noto come “Rachadinha”, confiscava il 40% del “salario” di questi impiegati e passava parte del denaro a Adriano da Nóbrega, indicato come capo del “Escritorio del Crimen”, già menzionato in altri articoli, una specie di milizia specializzata in omicidi su commissione. - L'organizzazione criminale agisce anche nella riscossione di “tributi sulla sicurezza”, vendita di bombole di gas, acqua e segnali televisivi clandestini. Ma il settore più importante, che stava rendendo loro parecchi profitti, era l’edilizia civile. - La regione di Rio das Pedras e Muzema, due favelas dove vivono oltre 80 mila persone e che negli ultimi anni ha visto crescere l'ediliza irregolare nella regione, è stato il punto centrale dell'attività di questo gruppo. – I profitti derivanti dall’edilizia e dalla vendita degli edifici, sarebbe stato diviso anche con Flavio Bolsonaro, poiché era lui a finanziare tutto il sistema con denaro pubblico.
Secondo il Ministero Pubblico, c'è stato un movimento di oltre 1 milione di reali tra i conti bancari della madre di Adriano da Nóbrega e i conti delle società. Tre ristoranti e tre imprese edilizie a nome di “terzi” che avrebbero ricevuto il denaro da Adriano, erano sotto indagine. Il legame di Adriano con queste piccole imprese di costruzione venne scoperto grazie alle indagini sull'omicidio della consigliera comunale Marielle Franco, uccisa proprio da quelle milizie. Marielle lottava instancabilmente contro le azioni delle milizie nelle Favelas di Rio de Janeiro.
Adriano definiva i prezzi, le condizioni di pagamento e riscuoteva anche direttamente dagli inquilini. Grazie alle intercettazioni telefoniche dei membri del ‘Escritorio del Crimen’, si è scoperto che questo gruppo paramilitare si era evoluto grazie all'accaparramento di terre per l’edilizia civile nella zona.
Adriano da Nóbrega è stato ucciso nel febbraio del 2020 nello stato di Baia a colpi di arma da fuoco in una tenuta appartenente a un politico bolsonarista, con evidenti tracce di archivi bruciati. È sempre stato esplicito il legame della famiglia Bolsonaro con le milizie in Rio de Janeiro, questa non è una novità per nessuno, solo per chi non vuole aprire gli occhi.
Come sono sempre stati evidenti i commenti antidemocratici e razzisti, a favore della tortura e della dittatura, di Jair Bolsonaro. Questo non dovrebbe essere una novità per Sergio Moro che prima di unirsi al suo governo, conosceva il terreno che stava calpestando e sapeva chi era il personaggio Bolsonaro e tutta la sua storia familiare.
Non può affermare che l'ambiente che ha trovato al governo e la condotta autoritaria di Bolsonaro nel volere controllare la PF per proteggere i suoi figli, sia stata una sorpresa. Ci sono indizi che Sergio Moro abbia programmato il modo e il momento giusto per lasciare il governo e niente di meglio che il momento attuale, quando la barca sta affondando.
Moro, stava cercando una forma "favorevole" per farlo, senza che la sua falsa immagine di “persona per bene”, con valori etici e morali fosse compromessa, ha colto il momento giusto per saltare giù dalla barca e non fare la brutta figura di qualcuno che lascia il governo nel mezzo di una crisi sanitaria ed economica.
Nel messaggio di WhatsApp che Moro ha reso pubblico, rispondeva alla deputata Carla Zambelli “di non essere in vendita”, ma, in realtà, sì che era in vendita, si è venduto a questo sporco governo nel momento in cui ha gettato la sua carriera di giudice nella spazzatura.
Sergio Moro è stato un pezzo chiave nell'istituzione del processo all'ex presidente Lula, agendo in modo completamente arbitrario senza permettergli neppure la presunzione di innocenza, condannandolo velocemente in prima istanza a 9 anni di reclusione, un fatto inedito nella giustizia brasiliana.
La carcerazione di Lula è stata una faccenda puramente politica e Moro aveva già dimostrato cosa era venuto a fare, forse a ottenere l’incarico di ministro della giustizia che adesso non gli appartiene più, o magari per un futuro incarico nel STF o persino una futura candidatura alla presidenza, non lo sappiamo.
In sintesi, con tutto questo scandalo le cose sono diventate chiare e abbiamo potuto collegare l'anello mancante per capire la connessione tra: Jair Bolsonaro, i suoi figli, Fabricio de Queiroz, le milizie di Rio De Janeiro e la morte di Marielle Franco.
Ora comprendiamo la ragione dell'ostinazione di Bolsonaro nel volere cambiare il direttore generale della PF, unicamente per fermare le indagini e proteggere i suoi figli.
Ora capiamo perché la famiglia Bolsonaro ha tanta paura della domanda: chi fece ammazzare Marielle Franco?
Lo stesso 24 aprile, dopo che Moro aveva lasciato l’incarico, il direttore generale della PF Mauricio Valeixo venne esonerato.
Chi prese il suo posto? Il delegato Alexandre Ramagem, una persona molto vicina alla "Famiglia". Carlos Bolsonaro e altre persone festeggiarono insieme il capodanno del 2019, come possiamo vedere nella foto pubblicata sul profilo Instagram proprio di Carlos.

bolsonaro carlos persone capodanno 2019

Lo scenario perfetto per poter portare avanti i loro piani machiavellici contro la democrazia in Brasile, in modo da poter continuare ad arricchirsi con il riciclaggio di denaro sporco, senza essere "disturbati" da chiunque osi mettersi nel loro cammino.
Come se non bastasse, in parallelo a tutta questa schifezza, un'altra indagine del PF riuscì ad identificare l'ideatore e finanziatore dell'opera di diffusione delle "Fake News". Secondo l'indagine dietro agli attacchi al STF e al Congresso Nazionale c'è il figlio del presidente, Carlos Bolsonaro, conosciuto come il 02.
La stessa unità investigativa sta indagando sugli autori della marcia "Pro-dittatura" di domenica 19 aprile alla quale ha partecipato anche Bolsonaro.
Per concludere, come ciliegina sulla specie di "torta", piena di falsità e ipocrisia, che viene offerta alla società impotente dalla struttura di potere creata da questo dittatore, Jorge Oliveira, che ha sostituito Sergio Moro, all'incarico di Ministro della Giustizia, è intimo amico della “Famiglia”. Jorge Oliveira è stato testimone di nozze di Eduardo Bolsonaro, conosciuto come 03, come si può vedere nella foto qui sotto:

oliveira jorge testimone nozze eduardo bolsonaro

Il Procuratore Generale della Repubblica, Augusto Aras, insieme al STF, ha sollecitato di avviare un’indagine contro il presidente Bolsonaro.
La situazione del Brasile è molto grave e urge un'immediata indagine. Bolsonaro non può più stare alla guida della presidenza. Il paese deve affrontare un'enorme crisi sanitaria e un disastro economico alle porte. Dobbiamo voltare pagina e andare avanti.

* Our Voice - Buenos Aires

Foto: agazeta.com.br - correiodopovo.com.br - maconsprogressistasdobrasil.org - diariodocentrodomundo.com.br

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