di AMDuemila
Risulterebbe indagato per una violenza risalente agli anni '70
A una settimana di distanza dalla libertà acquisita, a seguito del proscioglimento dalle accuse di pedofilia da parte dell’Alta Corte australiana, ecco che arrivano nuovi guai per George Pell. Il cardinale australiano infatti dovrà affrontare un'altra accusa, sempre di pedofilia, ma questa volta risalente agli anni '70. Ad annunciarlo è stato il procuratore generale, Christian Porter, che martedì aveva assicurato che le denunce raccolte nel fascicolo ai danni dell'ex numero tre del Vaticano non sarebbero state archiviate con l’assoluzione, ma che piuttosto sarebbero state analizzate dalla procura. Le accuse risalgono al periodo in cui Pell esercitava il sacerdozio nella città vittoriana di Ballarat.
In quell’occasione il prelato era già stato oggetto d’indagine perché amico del prete pedofilo di Ballarat, Gerald Ridsale. Interrogato, l’ex ministro delle Finanze della Santa Sede aveva dichiarato che “si trattava di una storia triste e non molto interessante” per lui. “Non avevo motivo di interessarmi ai mali perpetrati da Ridsale”, aveva spiegato. Il cardinale, stamani, è stato intervistato sul punto da Sky News dall'amico e sostenitore di lunga data, Andrew Bolt. “Come reagirei se la polizia vittoriana continuasse a pescare a strascico altre vittime per tentare di perseguirmi? Be’, non sarei del tutto sorpreso. - ha risposto Pell respingendo ogni accusa - Ma chi lo sa. Sono affari loro”. Nel frattempo il cardinale è stato avvertito oggi dell'esistenza di minacce online contro di lui e per questo è stato messo sotto protezione dalla squadra antiterrorismo della polizia nel seminario di Good Shepherd, a Homebush.
Foto © Imagoeconomica
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