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di Marta Capaccioni - Video
Sonia Bongiovanni e Matias Guffanti intervistati alla radio cilena Verdadera Justicia

Mentre il mondo si affanna, in modo tutt’altro che solidale, a cercare una cura per il virus protagonista di questo 2020, la stessa brama non c’è quando sorge il dovere di estinguere quei germi secolari che giorno dopo giorno infettano la Terra.
“I virus più pericolosi non sono quelli della natura ma sono quelli che crea l’uomo”, ha detto Matias Guffanti, responsabile e coordinatore del Movimento Our Voice in Sud America che, insieme alla fondatrice e direttrice del gruppo Sonia Bongiovanni, sono stati intervistati nel programma radiofonico, condotto da Claudio Rojas, Verdadera Justicia. “È il sistema politico, il sistema economico, il sistema di ingiustizia”, ha continuato Matias, “il sistema di forze che in tutto il mondo si sta espandendo come un cancro e che dobbiamo combattere come anticorpo a tutto quello che sta accadendo. Il giorno che riusciremo a fermare questo virus lì veramente potremo dire che non abbiamo alcun virus nella terra”.
Si tratta di infezioni che intossicano e avvelenano il mondo. Spesso sono invisibili perché i mezzi di comunicazione non le denunciano. Ma esistono, eccome se esistono. Ed è prima di tutto il sistema criminale al quale l’umanità intera si trova asservita, che passa dalla corruzione dei governi agli attentati di mafia, dal narcotraffico alla tratta di esseri umani, dall’imperialismo sfrenato allo scatenato sfruttamento delle risorse naturali, dai genocidi di guerra fino alle feroci torture che giovani e adulti soffrono tuttora, ogni giorno. È una sofferenza che riguarda in prima persona anche il popolo cileno che ascoltava l’intervista e che in questi giorni, nonostante tutto il mondo sia letteralmente paralizzato, continua a protestare e a gridare, scendendo in strada e dimostrando che il vero virus che contagia la loro terra non è il Coronavirus ma Piñera, il presidente dello Stato. “Quest’uomo, se si può chiamare uomo, è una persona che in questo momento ha assassinato più delle persone di cui si sta parlando in tutti i media del mondo. Vorremmo che ogni ingiustizia raggiungesse il protagonismo che sta avendo questo virus, che raggiungesse questa valorizzazione”, ha chiarito Matias e ha continuato spiegando che “una cosa è quando c’è una malattia della natura che noi non possiamo controllare, e un’altra cosa è quando una persona come Piñera decide apertamente di fare questo alla gioventù, decide di continuare con un regime pinochetista, sanguinario, contro il quale noi combatteremo. Come il Coronavirus sta combattendo contro l’umanità per tutto quello che l’uomo sta facendo a questa Terra”.
È proprio la forza di questo popolo, dei suoi martiri e di quelli che rischiano la vita ogni giorno che ispira il Movimento e la sua fondatrice che all’inizio ha ricordato l’esperienza toccante vissuta nel Paese lo scorso settembre. “Lo abbiamo vissuto in prima persona”, ha detto Sonia, “siamo stati nelle strade e abbiamo vissuto la repressione militare, abbiamo visto con i nostri occhi facendo foto noi stessi alle ingiustizie che si stavano vivendo, ai militari che afferravano minori, bambini, giovani e la violenza contro queste persone”. E ancora “vedere che ti possono uccidere da un giorno all’altro, che ti possono torturare da un giorno all’altro, che ti possono imprigionare e portare via dalla tua famiglia sequestrandoti. Nonostante tutto queste persone continuano la lotta con l’allegria, con l’arte, con la musica. Anche nelle foto, in cui si vedono militari che afferrano i giovani, e la gente con il sorriso: perché sa che è più giusto quello per cui stanno lottando, senza paura di quello che gli accadrà, e hanno il coraggio di rischiare la propria vita in ogni singolo momento. Questo credo sia l’esempio più grande che dovremmo tutti sentire nella stessa forma”.
In questo momento in cui le misure obbligano a rinchiudersi in casa, a chiudere ogni attività lavorativa, a bloccare i trasporti, il mondo è fermo. La proposta di Matias è stata quella di continuare a restare in casa e di arrestare, questa volta per un motivo diverso, la società, “finché Paesi come il Cile non abbiano ottenuto giustizia, finché l’esercito non risponderà più ad un regime dittatoriale, finché la politica non sarà libera dalla corruzione e dai vincoli del narcotraffico e della mafia”. E ha finito con parole che proprio in questo momento dovrebbero spingerci ad agire e a lottare per quella realtà che adesso possiamo solo immaginare o sognare: “Esiste una speranza e una forza latente che mobilizza una rivoluzione latente che sempre rimane intatta, grazie al sacrificio e al sangue di persone che stanno in questo momento dando la propria vita perché questo non si seppellisca, perché il fuoco di questa rivoluzione di vita, di nuovo mondo, di un nuovo uomo si mantenga, resista agli assassini e ai mostri di questa società attuale, ai dinosauri che oggi stanno nei governi, nelle ingiustizie, negli eserciti e possa finalmente raggiungere la vittoria che tante persone e tante vittime hanno sognato".
(22 marzo 2020)

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