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di AMDuemila
Custoditi nelle banche svizzere

Due nuovi fondi segreti, riconducibili al re emerito di Spagna Juan Carlos I, sono stati scoperti in Svizzera nell'ambito dell'inchiesta sulla “fortuna occultata” dal sovrano. Fondi che, secondo quanto emerso nell'indagine del procuratore di Ginevra, Yves Bertassa, sarebbero collegati al fior fiore dell’aristocrazia europea. A riportare la notizia è stato ieri il quotidiano “La Repubblica”.
Secondo quanto scoperto dal procuratore il primo fondo, la Fondazione Lucum, sarebbe stato utilizzato per custodire cento milioni di dollari ricevuti dall’Arabia Saudita nel 2008, quando era capo di Stato. Quel denaro versato dal re saudita creò un certo scalpore nell'opinione pubblica e non pochi imbarazzi all'interno della famiglia reale quando se ne apprese l'esistenza lo scorso marzo. E non è un caso che domenica scorsa, suo figlio Felipe VI, l’attuale re di Spagna, abbia annunciato di aver rinunciato all’eredità paterna.
Il sovrano, nel comunicato in cui annunciava la decisione, ha citato anche un altro fondo, la Fondazione Zagatka, che in russo significa "mistero", che fu creata a Ginevra nel 2003. Una fondazione che Juan Carlos avrebbe usato per viaggiare in tutto il mondo nel lusso assoluto.
La Repubblica fa anche riferimento ad alcuni documenti, di cui sarebbero entrati in possesso, dai quali risulterebbe che nel solo biennio 2016-2018 la Fondazione Zagatka avrebbe versato nei conti del re emerito 5 milioni di euro per volare a bordo di jet privati, con costi pari a circa 9800 euro l’ora, verso località come le Bahamas, il Golfo Persico, o la Repubblica Dominicana, ma anche altre destinazioni. E ci sarebbero anche delle fatture, relative a quei voli, in cui compare l'indirizzo del cliente: il palazzo reale della Zarzuela. Mentre sui contratti vi è il nome di un suo lontano cugino, il principe Alvaro de Orleans-Borbón, proprietario della fondazione.
Secondo quanto riportato dal quotidiano, quest'ultimo avrebbe un patrimonio di circa 200 milioni di franchi e sarebbe molto vicino a Juan Carlos che è padrino di sua figlia maggiore. Dai documenti emergerebbe, dunque, che il re emerito è designato come terzo beneficiario, dopo Alvaro e suo figlio, "per aver aperto alla Spagna il cammino della libertà" alla fine della dittatura franchista. Ma in verità, la Fondazione Zagatka sarebbe servita per altri scopi, tra cui permettere gli spostamenti nella massima discrezione dell’amante accreditata del re, Corinna zu Sayn-Wittgenstein.
Dopo la "rottura" tra i due amanti vi sarebbe stato un contenzioso con Juan Carlos che avrebbe anche chiesto il rimborso di voli che la donna ha detto aver saldato interamente. Nel 2018, poi, sono comparse alcune intercettazioni in cui-Corinna evocava l’esistenza di conti segreti di Juan Carlos in Svizzera. E’ in quel momento che il procuratore Yves Bertossa ha avviato le indagini scoprendo le due fondazioni, Lucum e Zagatka.
Il procuratore, sempre nel 2018, ha interrogato il principe Alvaro de Orleans per più di due ore. Dopo poco l’interrogatorio, i soldi del principe sarebbero stati scongelati, compresi i dieci milioni di franchi circa depositati sul conto di Zagatka presso il gruppo bancario svizzero indipendente Lombard Odier. Mossa che, secondo i suoi legali, proverebbe che nei fondi non c’è nulla da contestare.
Ma, sull'origine di quel denaro, restano aperti diversi interrogativi.
Se alla Lombard Odier, nel 2015, il principe Alvaro aveva spiegato alla dirigenza che la sua fortuna proveniva dall’eredità di famiglia e dalle sue attività, negli anni precedenti, dal 2003 al 2015, quando il conto della Fondazione era presso Credit Suisse, sull'origine delle ricchezze sarebbe stata data una spiegazione differente.
Come riportato da Repubblica, secondo un profilo cliente risalente al 2009, si riteneva che queste provenissero da “una commissione percepita nell’ambito dell’opera di intermediazione tra le parti interessate in occasione della vendita del Banco Zaragozano alla Barclays Bank di Londra nel 2003”.
L'inchiesta della Procura elvetica starebbe dunque facendo emergere rapporti e collegamenti particolarmente complicati. Inoltre è emerso che solo nel 2018 il principe Alvaro sarebbe venuto a conoscenza dei soldi che Juan Carlos aveva ricevuto dall'Arabia Saudita. Che anche lui sia stato dunque vittima?

Foto © Imagoeconomica

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