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di Adriana Gnani
Nella vita ci sono giorni che scorrono veloci. Altri meno. Altri in cui la meraviglia arriva all'improvviso donandoti una nuova forza per continuare nel percorso che si vive. Accade anche al "Parco del Sole", centro di accoglienza per bambini che si trova a Palermo, nello storico quartiere di Ballarò, dove io opero come volontaria. Lo scorso 16 gennaio, inaspettatamente, è venuto a trovarci don Luigi Ciotti, presidente di Libera, accompagnato dalle forze dell’ordine e da padre Cosimo Scordato, fondatore del centro che grazie alle donazioni ha restaurato questa chiesa, dove un tempo celebrava la messa, mettendola a disposizione dei bambini.
Quando il nostro coordinatore ci ha avvisato della visita imminente assieme ai nostri bambini ci siamo subito attivati per preparare l'accoglienza. L'entusiasmo era alle stelle e in poco tempo abbiamo realizzato una torta da offrire a don Ciotti ed i nostri ospiti.
Del resto per molte collaboratrici quella sarebbe stata la prima volta in cui avrebbero incontrato il Presidente di Libera, di cui molto avevano sentito parlare.
Sapere che avrebbe visitato quel luogo, che per noi rappresenta un pezzo della nostra vita e del nostro cuore, ci onorava nel profondo.
Un'emozione che è esplosa nel momento in cui è entrato in Chiesa, per poi stringerci la mano uno ad uno calorosamente.
Non serviva che parlasse o dicesse qualcosa. Si sentiva tutta la sua energia e felicità nell’essere lì, in quel momento, con noi.
Padre Cosimo, prendendolo a braccetto, gli ha mostrato tutta la struttura raccontandogli la storia di quella chiesa e le tante peripezie vissute per ristrutturarla e farne un centro per bambini del quartiere.
Altro momento di emozione è stato il confronto, durato quasi due ore.
Con le sedie abbiamo creato un cerchio, come se fossimo attorno ad una tavola rotonda.
Tutti noi operatori eravamo pronti a sentire le sue parole, ad assaporar le sue "perle di saggezza", un modo per trarre nuova linfa ed affrontare i tanti problemi che quotidianamente affrontiamo e che possono trovarci impreparati.
Don Ciotti ha parlato di sé, di come ha iniziato il proprio percorso, di come è nata l'associazione “Libera”, di cosa si occupa all’interno di essa. Poi ha raccontato con tanto fervore le esperienze vissute durante le visite nelle carceri e gli incontri con i detenuti, testimoniando le storie di tanti ragazzi che si trovavano ad affrontare determinate situazioni, chi più gravi chi meno. Esperienze e racconti che ci hanno fatto accapponare la pelle. Racconti che ci hanno fatto riflettere sulla vita è sulle difficoltà che si possono incontrare.

ciotti scordato riu

Ha continuato parlandoci degli ostacoli e dei problemi che ha incontrato nel suo cammino nel portare avanti la sua associazione, la sua missione: "Tutti pensano che la nostra associazione porta profitti, ma vi assicuro che non è così perché ciò che entra viene tutto investito per portare giustizia, speranza è amore. Nel portare la verità e la luce a chi sta nell’ombra. E se un domani anche questi finanziamenti venissero a mancare porterò avanti lo stesso ciò che ho iniziato anche indebitandomi all’osso. Lotterò sempre dando il massimo di me stesso affinché ogni uomo sappia la verità, affinché il più debole emerga, affinché la giustizia trionfi, questo è lo scopo della mia vita”.
Quanta forza abbiamo sentito nelle sue parole. Quanta passione e determinazione. Per noi tutti è stata come una scossa, una carica non indifferente al nostro animo. Abbiamo ascoltato con gli occhi sbarrati e le orecchie ben aperte, travolti da tanta passione che riscaldava tutto il nostro essere.
Da parte nostra, come operatori ed operatrici, abbiamo raccontato le nostre esperienze, in apparenza diverse ma convergenti in un medesimo punto, in un unico pensiero: la volontà di operare a favore della vita accanto ai bambini donando loro amore e sostegno, con progetti volti a favorire la crescita della comunità, mettendo in gioco noi stessi collaborando anche con altre associazioni e figure istituzionali.
E tra i progetti che abbiamo raccontato anche quelli per la legalità in modo da mostrare ai nostri giovani l’altra faccia della giustizia, cercando di renderli consapevoli che dietro ad una divisa ci sono donne e uomini che a loro volta sono dei papà e delle mamme che amano loro come i propri figli.
"Ciò che fate è stupendamente bello - ha detto ancora Don Ciotti con emozione - seminare amore e rispetto in quei piccoli pargoletti è cosa grande". Poi, come un padre, ci ha dato un ultimo pensiero: "Nei vostri racconti ho compreso benissimo l’amore che avete dentro e tutte le difficoltà che avete incontrato e che incontrerete, ma i frutti del vostro seminato non li raccoglierete adesso, ma nel tempo e forse voi neanche li vedrete. Ma tutto ciò che avete dato di voi sboccerà dentro a quei bambini divenuti adulti aiutandoli nel loro percorso di vita. Credetemi. Si ricorderanno di quello che gli avete dato, altri forse si perderanno, ma noi dobbiamo continuare, tutti noi compreso me".
Quelle parole ci hanno riempito d'orgoglio e, soprattutto, onore.
Non avevamo parole per ringraziarlo. Solo quella torta preparata con amore dai bambini.
Tanto buona che ne ha mangiato due pezzi, così come gli altri ospiti.
Ci siamo salutati e ringraziati a vicenda con la promessa di rivederci presto.
Esprimere in un foglio tutte le emozioni vissute in quei momenti non è semplice e non solo per la figura di don Ciotti ma anche per l'aver visto ed assaporato la felicità e la gioia nel cuore di tutte le collaboratrici con cui condivido questo cammino.
Il 16 gennaio sembrava un giorno come tanti, pieno di lavoro e di impegno, ma è bastato poco per trasformarlo in un giorno speciale che non potremo mai dimenticare.