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di AMDuemila
Per i famigliari i killer sapevano di sparare a donne e minori

Strage in Messico. Nove membri di una famiglia di mormoni sono stati brutalmente uccisi nei pressi del confine con gli Usa, nello stato messicano di Sonora, in un agguato dei narcos. Tra le vittime ci sono tre donne e sei minori (di cui due gemelli neonati) mentre altri bambini risultano dispersi. La tragedia ha colpito la famiglia LeBaron, nota nella zona per la sua intensa attività economica nel settore agricolo e per essersi in passato opposta con fermezza alle minacce delle bande criminali. Secondo quanto affermato da uno dei familiari al quotidiano "El Universal" i fatti sono iniziati verso le 9.30 della mattina, quando tre donne e i loro 14 figli hanno abbandonato la città di Bavispe per recarsi nella comunità mormona di La Mora, nel confinante stato di Chihuahua. Durante il tragitto uno dei due veicoli, finito in panne, è stato dato alle fiamme con i passeggeri. Una seconda vettura, tornata sul posto per prestare soccorso, è stata a sua volta presa di mira nel corso di un'intensa sparatoria che ha causato la morte di quasi tutta la famiglia. Spinti dal fratello maggiore, cinque minori si sono inoltrati nei paraggi in cerca di salvezza. I familiari superstiti sono potuti intervenire per il riconoscimento delle vittime solo dopo le 19, nella notte in Italia, una volta allentato il cordone di sicurezza predisposto dalle bande. Lafe Langford Junior, uno dei componenti della comunità mormona, ha reso noti i fatti con un video nel quale viene ripreso il veicolo dato alle fiamme. "Ai cittadini degli Stati Uniti d'America e del Messico, e agli esseri umani di tutto il mondo. Alle sette della sera, con indescrivibile tristezza, informiamo che Christina Langford e Dawna Langford, assieme a molti dei loro preziosi e innocenti figli, sono stati assassinati", ha scritto. Lafe Langford ha quindi denunciato la mancanza di aiuto "fino al momento, né dei poteri, né delle autorità. Uno dei bambini più grandi è scappato e si è nascosto con quattro sui fratelli. Stiamo lottando per ritrovare i nostri cari, ma il governo e l'esercito non sono da nessuna parte".
Dai racconti dei famigliari è emerso che gli aggressori sapevano di sparare contro dei civili, inoltre a detta loro le vittime del massacro viaggiavano su tre auto diverse, che sono state trovate in luoghi differenti. Il ministro messicano della Sicurezza Alfonso Durazo aveva invece ipotizzato che le vittime fossero state scambiate dai narcotrafficanti per membri di una gang rivale. "Ci sono molti cartelli rivali che si combattono in quest'area", ha detto un membro della comunità di mormoni americano-messicani coinvolta, Lenzo Widmar, che ha trovato una delle auto. Ma un bambino sopravvissuto, ha sottolineato, ha raccontato che una delle madri è uscita dall'auto e ha alzato le mani. "Le hanno sparato comunque - ha detto Widmar- sapevano che si trattava di donne e bambini".

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