Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

di Pierluigi Fagan
La Cina conosce benissimo i paesi europei del format 16+1. Una cooperazione che viene da lontano nel tempo, raffinatissima. Da Pechino si ridisegnano le prospettive europee

Della serie “cose di secondaria importanza” oggi vi aggiorno sull’avvenuto 8° meeting sulla cooperazione tra Cina e Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Nord Macedonia, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia e Slovenia, detto format 16+1. Ben 11 di questi 16 sono nell’UE. Ma da oggi si aggiunge la Grecia, quindi diventano 17+1 di cui 12 nell’UE e 6 nell’euro. Il format viene da lontano avendo avuto il suo primo meeting nel 2012.
Com’è andato? Be’ difficile trovare notizie nella stampa occidentale. Allego però il noiosissimo elenco delle risoluzioni finali di fonte cinese (ma tranquilli, è in inglese). In breve si possono dire due cose con commento finale.
La prima cosa è che la dichiarazione riassuntiva è lunghissima, sono 10 punti articolati in 68 paragrafi. In linea generale, si mostra una articolazione estremamente sofisticata di chi fa cosa con chi, distribuendosi compiti e prospettive comuni. Alcuni punti sono molto interessanti dal punto di vista operativo.
La seconda è che gli appuntamenti per prossime iniziative - e solo per il 2019 - conta 38 eventi (commerciali, ricerca, studio, sport, fiere, lavori vari).
La sintesi di questi due punti è che la cooperazione va operativamente avanti da tempo, è estremamente articolata, cioè intessuta a grana fine, quindi trattata per l’oggettiva articolazione e differenze che i 16 o 17 paesi europei hanno. Non si limita alle ovvie centrali questioni inerenti la BRI ed il commercio nel senso che comprende approcci culturali più ampi. Per fare affari ci si deve conoscere e gli uomini vengono prima degli uomini d’affari, vecchio mantra che coloro che hanno avuto a che fare coi cinesi conoscono bene.
Quindi, si tratta di cose concrete, sempre più articolate, sistemiche, sia perché prevedono declinazioni molto ampie, sia perché a questo punto trattano i 16/17 paesi come un unico sistema ma non indifferenziato al suo interno. Gli stessi 16/17 paesi europei cominciamo sempre più a vedersi come un unico sistema, fatto che si evince anche nel richiamo al Trimarium (terre che collegano il Baltico, al Mar Nero, al Mediterraneo/Adriatico). I cinesi si infilano così lesti lesti e senza attriti tra istanze geopolitiche diverse che questi Paesi hanno nei confronti della Russia, degli USA e della UE. E’ il vantaggio di chi non è tuo vicino e viene con le tasche piene di soldi a chiederti “cosa posso fare per te che poi è anche per me?”.
Il commento è che i cinesi hanno ben studiato la situazione di questi paesi che hanno tutti un comune passato da cortina di ferro (da oggi cortina di bambù, flessibile, elastica, permeabile) che hanno avuto accesso alle forme di economia moderna più o meno da quando anche i cinesi si sono ad esse convertiti, sono ignorati dall’UE che conta che è di fatto una unione (?) occidentale, sono in paranoia coi russi e sono usati dagli americani solo come base militare, vengono trattati da paria a Bruxelles e comunque non hanno ricevuto da Bruxelles alcuna attenzione sistemica, nessun piano Marshall, nessun trattamento organico. Tanto meno “investimenti” di sistema, perché l’UE non è un vero sistema è più un aggregato. Infatti, non si sarebbe neanche volendo potuto fare un 16+1 dove l’1 fosse stata l’UE e non la Cina, perché l’UE non è Uno, non è uno Stato ma un aggregato di stati concorrenti.
I cinesi sono grandi e grossi, millenari ed intelligenti. Scrivevano trattati di strategia oggi libri di testo in tutte le accademie militari e manageriali del mondo avanzato, partendo da tradizioni orali di duemilasettecento anni fa. In più, più o meno dallo stesso periodo, giocano a "go". Le conclusioni traetele voi.
[I fatti accadono spesso con sequenza inversa la loro significato. Ora si capisce meglio l’importanza del MoU con l’Italia e la faccenda di Trieste e si capisce anche la dichiarazione UE-Cina. Se 11 paesi UE vanno avanti a grandi falcate in quel format di collaborazione avanzata, certo non si poteva andare appresso alle sole paturnie di Macron e stante che quei Paesi sono da sempre il Lebensraum germanico, no?]
(15 aprile 2019)

Il comunicato finale: xinhuanet.com

Fonte: facebook.com

Tratto da: megachip.globalist.it

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos