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di Jean Georges Almendras
Le intense piogge che si sono abbattute sul dipartimento di Artigas non hanno fermato i giovani del Movimento Our Voice invitati negli studi di Radio Cuareim, per partecipare al programma di Miguel Diaz: "Días de Radio", uno dei più ascoltati nella regione. Con la freschezza, caratteristica che li contraddistingue, e l'entusiasmo della responsabilità che portano avanti, Sonia Bongiovanni e Matías Guffanti, rispettivamente, fondatrice del Movimento e Coordinatore per il sudamerica, hanno trasmesso agli ascoltatori tutti i particolari dell'opera teatrale che presenteranno sabato presso l’auditorium e i principi e l'essenza su cui si basa il Movimento Our Voice.

Dopo aver ringraziato il giornalista e conduttore del programma, Sonia Bongiovanni ha parlato delle origini del Movimento nel 2014. Un Movimento che vuole denunciare le ingiustizie, non solo attraverso l'arte, ma anche mediante il giornalismo e molte altre attività come conferenze, manifestazioni e rapporti con istituti scolastici dove si tengono incontri con gli studenti "per richiamare l'attenzione di tutti i giovani, per dire loro che dobbiamo fare qualcosa di concreto per cambiare il pianeta, per aiutare l'umanità di questo pianeta a cambiare. Ci sono molte persone che lottano a favore di varie cause. Dobbiamo informare i giovani e la popolazione in generale su tutte le ingiustizie che ci sono state, su tutte le persone che sono state uccise per aver lottato e su tutte le persone che continuano a venire uccise per le loro battaglie".
Da parte sua Matías Guffanti ha incentrato il suo intervento sullo spettacolo "Sueño Blanco", spiegando che la sceneggiatura affronta "tematiche attuali che riguardano i mezzi di comunicazione, i popoli originari, la dittatura e i diritti umani" sottolineando inoltre l'importanza della realizzazione di un dibattito a fine spettacolo, con l'intervento del pubblico in platea ed in alcune occasioni anche con ospiti speciali.
Guffanti ha aggiunto inoltre che Our Voice non "fa un teatro di intrattenimento, ma un genere teatrale con finalità di denuncia, e molto attivismo, perché è questo il fine del Movimento, il dialogo, l'espressione, la riflessione".
Il giornalista Miguel Díaz ha fatto riferimento all'inquinamento del pianeta chiedendo al Movimento la loro posizione su questo tema. La risposta di Sonia Bongiovanni e di Matías Guffanti non si è fatta attendere. Matías ha risposto con parole appropriate facendo una piccola esposizione sui tanti episodi accaduti nel mondo, accusando le multinazionali che portano avanti progetti egoistici basati solo sui propri interessi, per inquinare la terra e sottomettere i popoli.
"Le responsabilità le troviamo in molti settori della società e proprio come società abbiamo molta responsabilità riguardo tutto quello che sta succedendo. Anche chi ricopre incarichi politici e pubblici è responsabile di tutto quello che succede. Come Movimento esortiamo le persone a ribellarsi davanti a questi fatti, per fare pressione, perché sappiamo che se la popolazione e i giovani scendono in strada per pretendere dal governo politiche differenti, un'attenzione differente, nei confronti della terra e di tutto quello che sta succedendo in materia di inquinamento di fiumi e terre e dei frutti di quelle terre, si otterrebbero dei risultati. Noi sappiamo che in Argentina ci sono movimenti di resistenza che protestano contro le multinazionali come Monsanto, Bayer ed altre".
In conclusione Guffanti ha parlato delle lotte dei popoli, in favore delle terre e dei fiumi, che hanno dato luogo ad omicidi. A questo proposito ha ricordato e reso onore alla lotta della contadina lenca Berta Cáceres in Honduras.
"Pochi giorni fa abbiamo incontrato Salvatore, figlio di Berta Cáceres e dobbiamo far presente che proprio lei, sua madre, fu assassinata in Honduras per aver denunciato questo. Per ucciderla c’è stata la complicità tra la multinazionale alla quale Berta si oppose e l'USAID, un'organizzazione nefasta vincolata direttamente con Washington, con la Casa Bianca e con la Cia. Berta Cáceres, assassinata per aver affrontato il potere in Honduras, è per noi un vero esempio che la risposta è nel far sentire la nostra voce. Nell’esprimerci".

Foto © José Guzmán

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