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peirano juan c carlos stuartdi Jean Georges Almendras
Quando il caso sembrava ormai chiuso, è stata data notizia che i fratelli Peirano dovranno pagare un risarcimento milionario alla Banca Centrale dell'Uruguay (BCU), per la chiusura, nell'anno 2002, delle banche Montevideo e Caja Obrera, nel quadro di uno scandalo che danneggiò moltissimi risparmiatori già colpiti da una grave crisi… Così ha disposto la Suprema Corte di Giustizia. I mezzi stampa locali riferiscono che la somma richiesta è di circa 340 milioni di dollari, ma per il momento si ignora l'importo effettivo che dovrà essere versato dai tristemente noti fratelli Peirano.
Per ravvivare un po' la memoria possiamo dire che qualche anno fa –quasi al termine dell'amministrazione Batlle- la Banca Centrale dell'Uruguay (a nome dei risparmiatori), intraprese una causa civile contro il clan Peirano Basso, e solo adesso la causa si è conclusa e sono stati resi noti gli esiti.
Secondo quanto riferito da El País, il rappresentante dei fratelli Juan, Dante e Jorge Peirano, l'avvocato Pablo González Bianchi, ha detto che "in seconda istanza il Tribunale di Appello ci diede ragione" e che la sua argomentazione era stata accettata basandosi sul fatto che quella cifra era stata stabilita dalla BCU dopo "averla valutata in funzione di un rapporto interno redatto da un commercialista della Banca stessa".
El País scrive anche che secondo la sentenza della Suprema Corte di Giustizia, confermata in seconda istanza in questo mese di novembre, nel caso non ci fu "né frode né dolo".
L'avvocato González Bianchi ha spiegato ai giornalisti del quotidiano che i suoi assistiti hanno capito sin dall’inizio che la BCU "non era legittimata a fare causa, ma questo era un altro tema" aggiungendo che la banca attribuiva ai querelati "l’intenzionalità in ogni atto commesso, cioè, frode, dolo. Noi ci siamo opposti a questo e in qualche modo, sebbene sia una soluzione insufficiente, è la meno peggio, perché anche se il Tribunale in prima istanza ritenne che era quello l'atteggiamento dei nostri clienti, in seconda istanza, se uno legge le motivazioni, nota che il Tribunale indica che c'è negligenza, disattenzione, ma non ci sono stati né frode né dolo". Anche l’avvocato ha indicato che la cifra da pagare dovrà essere liquidata in un altro processo”.
Chi sono i coinvolti nella causa civile? Ovviamente i fratelli Peirano Basso ed altre persone, tra le quali un noto agente di borsa. Stiamo parlando di Ignacio Rospide. La risoluzione del massimo organo giudiziario mira a che i soggetti coinvolti nella manovra fraudolenta della Banca di Montevideo (in realtà appropriazione indebita), risarciscano lo Stato uruguaiano tenendo contro dei danni causati.
I colleghi del settimanale Brecha di Montevideo riferiscono che la sentenza ratifica in pieno la sentenza di un tribunale di appello sulla manovra illegittima messa in atto dagli ex banchieri. Sempre su Brecha si legge che la giustizia ha concluso che i fratelli Peirano Basso sono venuti meno al loro dovere di agire "con la diligenza propria di un corretto uomo d'affari".
Segnala inoltre, che gli ex banchieri compromisero la liquidità della Banca di Montevideo per assistere alla Trade & Commerce Bank (TCB), delle Isole Caymán “contravvenendo alle istruzioni date dalla ‘BCU’" di cessare con questa operazione, o giroconti bancari autorizzati a favore di Rospide in modo che questi potesse pagare i suoi clienti del TCB.
I colleghi di Brecha riferiscono che la condanna è stata inflitta ai fratelli Juan, Jorge e Dante Peirano (Rospide, che dovrà pagare il risarcimento nel caso in cui Dante non possa farsene carico) - Juan Domingo Ratti (membro del direttivo del BM), e l'impresa uruguaiana Daniko SA con un gruppo di imprese con sede in paradisi fiscali, come la Baystand International Corp, Levka Invesco Inc, Prely SA, Inversora Palmasola SA, Patfield International SA e Financiera Parapití o Guaranì.
È stata respinta la condanna di altre imprese coinvolte nella manovra illecita, esonerando inoltre l'ex moglie di Juan Peirano, Letizia Vesso Mailhos e le sue aziende.
Infine bisogna segnalare, sempre secondo quanto riferito da Brecha che nell'anno 2015 il giudice Patricia Hernández condannò i fratelli Peirano Basso a risarcire la BCU con 340 milioni di dollari, una cifra stabilita in base ad un rapporto della Sovrintendenza delle Istituzioni Finanziarie della BCU che calcolò l'importo dei trasferimenti illegali che causarono lo svuotamento della Banca di Montevideo.
Nonostante ciò il Tribunale di Appello ha respinto questo punto ed in conseguenza la Banca Centrale dell'Uruguay dovrà iniziare un processo di iniziare una procedura di liquidazione della sentenza, nella quale una perizia contabile dovrà stabilire l'importo definitivo della manovra.
Sembrerebbe che l'importo finale che dovranno pagare i fratelli Peirano, sarà inferiore ai 340 milioni richiesti dalla BCU.
(2 dicembre 2018)

In foto: Juan Peirano al suo ingresso in Tribunale nel 2007 © Carlos Stuart

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