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bandiera europa c imagoeconomica(Risposta a Luca Benedetti)
Saggio Giulietto Chiesa,
io non riesco a capire SPREAD, BILANCI, e tutto il linguaggio della finanza.
Credo che sia uno dei motivi per cui chi comanda fa come gli pare, tanto non ci capiamo niente.
Ma il mio interesse è per l'Europa e vorrei porre un paio d domande, per capire.
Quali sarebbero dovuti essere gli scopi nobili di un Europa unita?
Chiedo questo perchè non riesco a trovarne uno che non sia fantasia adolescenziale e anch'io fui ingenuamente a favore dell'unione (che unione non è) perchè credevo che il mondo fosse buono, che si volesse la pace e la prosperità e una nazione che ne raggruppasse tante era una bella prospettiva.
Ora non mi risponda che cosa è l'Europa adesso, casomai mi dica cosa sarebbe bello e giusto diventasse, cosa invece vogliono farla diventare e come detto all'inizio perchè fummo presi in giro credendo ad ideali di unione, pace, potenza, c'è solo comprare su Amazon ed eBay con una sola valuta.
Grazie e mi scusi per la domanda lunga ed intricata.

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Caro Luca, le fasi della costruzione europea sono state diverse. In ciascuna le intenzioni dei suoi creatori furono diverse. All'inizio (diciamo la fase della Comunità Europea per il carbone e l'acciaio, CECA) la motivazione essenziale fu economica. Era vantaggioso per i produttori. Poi si passò alle motivazioni politiche. Che erano buone intenzioni: quella di costruire, per gradi, una comunità che potesse compensare le differenze di sviluppo, aiutando i più poveri con i denari dei più ricchi. Non erano tutte fandonie. C'era anche della buona fede. Molti pensarono che i problemi del mondo sarebbero stati meglio affrontabili da una grande comunità in grado di prendere decisioni condivise (esempio i cambiamenti climatici). Poi intervennero non pochi cambiamenti "storici". Il crollo dell'Unione Sovietica cambiò tutte le carte in tavola. L'unificazione della Germania e la fine della Repubblica Democratica tedesca, impaurì molti. Tra questi l'allora presidente francese Mitterrand e Giulio Andreotti in Italia. La Germania unita faceva paura. Una delle spinte verso l'unificazione politica e verso una moneta comune fu l'esigenza di imbrigliare la Germania all'interno di regole comuni. Era il 1989 e gli anni successivi. Adesso sappiamo che le cose sono andate nella direzione opposta: l'Europa è stata sottomessa alla Germania. Ma non erano queste le intenzioni. Tuttavia il cambio vero fu dettato dall'enorme spazio economico e finanziario che si aprì per i mercati finanziari mondiali con la prospettiva dell'inglobamento di tutte le cosiddette democrazie popolari dell'est Europa. È stato a questo punto che, anche con la partecipazione attiva delle grandi corporazioni americane, avvenne un vero e proprio "colpo di stato legale a tappe", che cambiò le regole del gioco e che trasformò il progetto europeo come un'appendice della grande finanza planetaria. Maastricht e Lisbona furono le tappe decisive. Le leggi dell'Unione Europea divennero quelle della grande finanza mondiale. Alla solidarietà dichiarata iniziale venne sostituita la "competitività". L'Europa venne sostanzialmente "commissariata" dagl'interessi finanziari. La sostanziale privatizzazione della produzione del denaro produsse il "grande debito" e tutti i meccanismi che, a partire da un debito imposto, hanno assoggettato tutti gli stati membri, anche quelli che, per varie ragioni, non potevano e non volevano accettare le regole della moneta unica. Definisco tutto ciò come un colpo di stato. Che fu accettato da governi che erano complici dell'operazione e da parlamenti che erano succubi del pensiero unico neo-liberista.
Questa è la storia di un'idea che è stata piegata con l'inganno, trasformata nel suo contrario e infine totalmente snaturata. Un'idea che ha finito per scolorarsi, dalle intenzioni democratiche iniziali, in una truffa burocratica dove la rinuncia a parti della sovranità nazionale ha finito per coincidere (non certo casualmente) con la consegna della sovranità nazionale nelle mani dei banchieri sovranazionali. La Trojka che ci comanda non ha nulla in comune con il progetto di Altiero Spinelli. Non è né democratica, né europea.
Dico tutto questo anche per prendere nettamente le distanze da coloro che parlano a vanvera di piani iniziali più o meno segreti. Non c'erano quei piani. Si sono formati nel tempo, per i disegni del momento dei grandi potentati, senza che i sudditi ne venissero informati e potessero capire e difendersi. E senza che vi fossero più le grandi organizzazioni dei lavoratori che, nel frattempo, erano state smantellate e si erano lasciate smantellare senza nemmeno combattere.
Ti ho spiegato come io penso che sia andata. Adesso ti dico che cosa bisognerebbe tentare di fare (ma che è ora difficilissimo fare). L'idea che l'Europa debba essere semplicemente distrutta, per non più rinascere nei secoli dei secoli, è sbagliata. Nel mondo intero è in atto un confronto di estrema durezza per il dominio imperiale. La partita è limitata ai grandi giocatori. Al momento sono quattro, diversi l'uno dall'altro, ma tutti potenti per motivi diversi: Stati Uniti, Russia, Cina, Europa. Puntare a liquidare ogni idea di Europa comune equivale a sparire dalla decisione del nostro futuro. Al posto dell'Europa resterebbe un solo giocatore: la Germania. Tutti gli altri, noi compresi, dovrebbero diventare vassalli. Non importa con quale moneta: solo vassalli. Di chi saremo vassalli lo decideranno gli altri tre. Più probabilmente noi europei saremo coinvolti in una grande guerra tra di loro. E la combatteremo (cioè saremo carbonizzati) dalla parte degli USA. Che fare allora? Ripartire da una nuova Assemblea Costituente europea, eletta dai popoli europei. Che produca una nuova Costituzione, gettando alle ortiche il Trattato di Lisbona, ovvero il Trattato dei Banchieri Mondiali. Dopodiché i singoli popoli dovranno decidere se accettare o meno le nuove regole. E, mediante un referendum popolare, decidere se restare a fare parte della nuova Europa. Chi non accetterà non diverrà per questo un nemico: semplicemente resterà fuori e con esso si terranno rapporti di pace e di cooperazione, tra paesi sovrani che avranno deciso loro, senza imposizioni, de mocraticamente, quanta parte della propria sovranità ritengono di poter cedere a istituzioni superiori, altrettanto democratiche, nell'interesse comune.
So bene che questa idea richiederà una sconfitta delle attuali forze politiche che dominano Bruxelles. Cioè richiederà una battaglia durissima contro i nostri padroni. Qui ci troviamo: hic Rhodus, hic salta! Se qualcuno pensa che potremo liberarci senza combattere e anche senza pagare qualche prezzo, vuol dire che si merita quello che verrà.

Foto © Imagoeconomica

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