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huala jones facundo 3La difesa chiede venga processato in Argentina
di Jean Georges Almendras
Nessuna sensibilità. Non sono state prese in considerazione le normative giuridiche attinenti.
Tutto il contrario: hanno tirato la corda fino al punto massimo e hanno dichiarato di procedere all'estrazione in Cile del Lonko Facundo Jones Huala.
Responsabili di tale sopruso che sa di volgare criminalizzazione sono i componenti della Corte Suprema di Giustizia dell’Argentina: Horacio Rosatti, Elena Highton de Nolasco, Ricardo Lorenzetti, Juan Carlos Maqueda e Carlos Rosenkrantz, i quali hanno avallato la sentenza di estradizione del vice Procuratore Federale di Bariloche Gustavo Villanueva.
La notizia si è diffusa a macchia d’olio in tutta la Patagonia e nel mondo.
Ancora una volta il pesante braccio del potere ha dato il proprio sostegno a chi dall’ombra, gomito a gomito sullo spietato tavolo dell’imprenditoria finanziaria in terre altrui (saccheggiate ai popoli originari), non fa altro che perseverare nella sua quasi messianica missione di demonizzare sfacciatamente le comunità mapuche.
E siccome non possono con un colpo di spugna far si che tutto il popolo mapuche sparisca dalla faccia della terra si accaniscono contro una delle sue autorità. Come accade da sempre quando si tratta di minoranze. Quando si tratta di comunità umane originarie che rivendicano diritti di territorialità in terre sfruttate dall'uomo bianco. L'uomo bianco nativo della regione e l'uomo bianco venduto ad interessi esterni.
In fondo tutto per denaro. Tutto per il potere.
Quel potere ancestrale che ha inquinato menti, idee e cuori. Quel potere che ha corrotto e continua a corrompere l'umanità. Quell'umanità che si culla tra il disappunto, lo sconforto e la lotta. Una lotta senza quartiere contro il capitalismo, le democrazie cieche, i dittatori occultati e il crimine organizzato seduto sulle poltrone del potere politico.
L'America Latina ha ancora le vene aperte. È ancora manipolata. Ancora violentata sotto gli occhi di tutti.
Più di un anno fa puntarono il dito contro Facundo Jones Huala. Lo presero di mira per dare una lezione ai mapuche con il suo arresto. Un arresto che mirava alla sua estradizione in Cile. Ma l'arresto non era basato su prove, ma su menzogne giuridiche rese pubbliche. Il Lonko fu liberato. Ne seguì un nuovo attacco del potere ed il Lonko fu nuovamente arrestato. Detenuto illegalmente, e ancora peggio, nuovamente avvolto dalle fauci dell'estradizione.
Estradizione contro la quale si è lottato tenacemente. Proprio durante un atto di legittima resistenza gli uomini della Gendarmeria Nazionale furono protagonisti della sparizione forzata di Santiago Maldonado, seguita dalla sua morte. E successivamente dell'assassinio del giovane Rafael Nahuel. Sempre in interventi di repressione e sottomissione.
L'America Latina ha ancora le vene aperte. È ancora manipolata. Ancora violentata sotto gli occhi di tutti.
E ciò che è ancora peggio: i colpevoli delle manipolazioni più impensabili e delle violenze più indescrivibili rimangono impuniti, ovviamente grazie alla complicità del terrorismo mediatico esercitato da alcuni quotidiani servili al potere e con la complicità del sistema politico del governo di turno.
Facundo Jones Huala è stato ed è un prigioniero politico. Non è un delinquente.
Il potere vuole convincere gli argentini che il Lonko è un delinquente. Vuole convincere la popolazione che i mapuche sono terroristi. Vuole convincere la popolazione che il nemico è nella società. Che c'è un nemico interno.
E qui non si sbagliano perché il nemico interno c’è veramente tra gli argentini: ma siede nella Casa Rosada, circondato dai loro simili e circondato dai suoi lacchè. Ed è seduto anche nel Congresso argentino.
In definitiva tutto per denaro. Tutto per il potere.
L'autorità politica e spirituale mapuche, Facundo Jones Huala, della Pu Lof in Resistenza di Cushamen, della Provincia di Chubut, sarà alla fine estradato in Cile.
Il Lonko Facundo Jones Huala che si trova agli arresti domiciliatari, a casa di un parente stretto a Esquel, controllato da un braccialetto elettronico, attende ora il corso degli avvenimenti.
I giudici della Corte Suprema di Giustizia hanno respinto le diverse obiezioni da parte della difesa di Jones Huala. La dottoressa Sonia Ivanoff si opponeva all'estradizione in base alla nullità già decretata in una previa richiesta, all'insufficiente applicazione al caso della normativa in vigore in materia di popoli originari e a questioni varie legate al "principio" della doppia incriminazione rispetto ai reati che sono imputati al Lonko.
I giudici non hanno accolto l'argomentazione della difesa di Jones Huala che in caso di estradizione sorgerebbe il rischio di persecuzione per razza e nazionalità o che gli verrebbe applicata una pena crudele, inumana e degradante.
Pertanto, l'avvocato Ivanoff ha richiesto che il Lonko Facundo Jones Huala venga giudicato in Argentina perché è nativo di questo paese. Secondo la normativa vigente la questione risulta essere a questo punto di stretta competenza del Potere Esecutivo Nazionale. E questo significa che sarà lo stesso presidente Mauricio Macri a decidere.
Sonia Ivanoff, avvocato del Lonko ha dichiarato alla stampa: "Jones Huala ha già presentato presso la Cancelleria argentina l'opzione di appellarsi alla clausola di essere argentino e quindi di essere giudicato nel suo paese. Abbiamo anche presentato misure cautelari a livello internazionale e vedremo come reagiranno a quelle istanze".
Facundo Jones Huala è accusato in Cile di avere partecipato ad un incendio nel 2013, nella località cilena Pisa Pisué. Altri imputati furono giudicati in Cile e assolti nel novembre del 2014 dal Tribunale Penale di Valdivia per il medesimo episodio. Fu condannata a 61 giorni di libertà vigilata solo la mapuche Millaray Huichalaf.
Da questo contesto giuridico e dalle considerazioni di alcuni dei Ministri della Corte Suprema di Giustizia della Nacion emerge che il Lonko potrebbe non finire in prigione in Cile.
In sintesi: non c’è stata alcuna sensibilità e non sono state nemmeno prese in considerazione le normative vigenti. Quindi l'estradizione è la decisione finale andrà al massimo organo giudiziario della nazione argentina.
Ora la questione è nelle mani di Mauricio Macri.
Ora vedremo tutti se Mauricio Macri ha sensibilità o no, se agirà secondo le norme vigenti o no, e se è tollerante o no.
Nel frattempo la lotta dei mapuche e la nostra, a favore della sua causa, continua.
(25 agosto 2018)

Foto di Copertina: www.diariojornada.com

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