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recagno juan pablo e ibarbu luzdi Jean Georges Almendras
Luz Ibarburu è deceduta il 30 giugno 2006, all’età di 84 anni. Dopo 30 anni di instancabile e ininterrotta ricerca di Verità e Giustizia. Un’esigenza strettamente legata a suo figlio Juan Pablo Recagno. Una rivendicazione che superò l’ambito personale per estendersi a tutti i detenuti desaparecidos in Uruguay e Argentina.
In quei giorni, (giorni di terrorismo di Stato), Luz Ibarburu era una madre disperata che cercava un persona amata, con il forte (e inquietante) sospetto del tragico destino a cui andava incontro chi si opponeva all’apparato repressivo dell’epoca.
Come per le altre madri che erano sommerse nella paura ma fortificate dall’amore verso i loro figli, con l’impotenza e l’indignazione di fronte a così tanta violenza scaturita dall’autoritarismo dei dittatori, inizialmente furono le strade di Montevideo lo scenario della sua energica rivendicazione.
Una rivendicazione energica che non ha conosciuto alti e bassi per tre decenni.
Luz Ibarburu era una donna timida ma dotata di una forza incredibile. Una forza con cui riuscì, giorno dopo giorno, a riunire altre madri per cercare senza sosta la verità sui detenuti scomparsi.
Luz Ibarburu era una donna di una tenerezza e di una sensibilità uniche.
Luz Ibarburu era una donna decisa a combattere l'impunità impegnandosi in una causa che trascese e si estese a passi da gigante.
I passi da gigante di un essere umano pieno di valori. Quei valori che l’avrebbero trasformata in uno dei tanti emblemi della lotta per la verità degli anni settanta e anche quelli successivi.
Al punto che Luz Ibarburu, la più piccola di otto fratelli, (figlia di una madre cattolica praticante e di un padre batllista progressista), che frequentò le superiori nel vecchio liceo Bauzá di Montevideo diplomandosi come Contabile Pubblico e che ebbe due figli, uno di loro Juan Pablo (il primogenito desaparecido), si rivelò essere uno degli elementi cruciali di una corrente attivista e molto combattiva nel cercare la verità sul figlio desaparecido, non solo in Uruguay ma anche in Argentina, proprio dove i repressori arrestarono il suo Juan Pablo.
La sua fu una battaglia costante contro la repressione; perseveranza e coraggio furono l’essenza del suo essere. Con mani instancabili, Luz Ibarburu fece sì che la ricerca del suo Juan Pablo (sequestrato il 2 ottobre 1976, in un’operazione congiunta dei repressori uruguaiani ed argentini contro membri del PVP, in un bar di Buenos Aires, da dove fu portato al Centro clandestino Automotores Orletti), la trasformasse in un’attivista molto tenace nella ricerca di verità e giustizia, insieme ad altre donne coraggiose come Elisa Michelini, moglie del legislatore uruguaiano Zelmar Micheli assassinato a Buenos Aires, e Violeta Malugani, madre di un compagno di militanza di suo figlio Juan Pablo.
Sia in quei giorni di lotta quotidiana in Uruguay, quando conobbe María Esther Gatti e suo marito Ramón Islas (che cercavano María Emilia Islas, Jorge e Mariana Zaffaroni), che quando la stessa si estese in Argentina, con manifestazioni e ronde in Plaza de Mayo insieme ad altre Madri e Nonne, Luz Ibarburu fu una donna integra ed impegnata in una lotta la cui colonna portante era denunciare e smascherare la terrificante impalcatura dell'impunità dei repressori su entrambe le rive del Rio de la Plata.
Una lotta rafforzata dalle convinzioni, che abbracciò durante le diverse tappe del processo democratico in Uruguay: combattendo contro la Legge di Prescrizione; spingendo la Commissione Nazionale Pro Referendum a rendere reale la speranza del voto Verde; promuovendo denunce penali davanti alla giustizia uruguaiana sempre con il fermo intento di superare le barriere dell'impunità poste dalla Legge di Prescrizione; denunciando davanti alla giustizia uruguaiana l'esistenza di un "Secondo Volo di Orletti" utilizzato dalle dittature uruguaiane ed argentine nel Piano Condor, per trasportare clandestinamente prigionieri politici rapiti in Argentina ed in Uruguay.
Purtroppo Luz morì durante il processo di vita democratica in Uruguay, dove la lotta per la verità rispetto ai detenuti desaparecidos non ottenne molte risposte. Era già una delle fondatrici delle organizzazione Madri e Familiari di Uruguaiani Detenuti Desaparecidos e la lotta per la verità si era già radicata nella società uruguaiana in tempo di democrazia. Una democrazia lontana dei giorni della dittatura, ma purtroppo molto vicina ai molti repressori ancora liberi nelle strade dell'Uruguay, che sembrano sentirsi protetti grazie all’impunità e alle circostanze storiche per niente favorevoli alle famiglie degli arrestati e desaparecidos nei giorni del terrore.
Sei anni dopo la scomparsa fisica di Luz Ibarburu, (senza essere riuscita a conoscere il destino di suo figlio Juan Pablo), nel corso dei primi mesi del 2012 fu creato uno spazio di azione sociale denominato "Osservatorio Luz Ibarburu": per vigilare sul rispetto delle politiche pubbliche alle quali è obbligato lo Stato secondo la sentenza della Corte Interamericana di Diritti umani nel caso Gelman e per il diritto internazionale; per esigere ed incoraggiare lo Stato a sviluppare politiche in questo campo; e per promuovere l'informazione sul tema e trasformarla in conoscenza utile per il consolidamento della società civile.
Oggi, l'Osservatorio Luz Ibarburu è una rete di organizzazioni della società civile che lavora attivamente per i diritti umani legati al recente passato dell'Uruguay.
L'Osservatorio Luz Ibarburu è stato creato su iniziativa della Segreteria di Diritti umani e Politiche Sociali del PIT CNT per promuovere una legge che assicurasse il compimento della sentenza del caso Gelman vs Uruguay ed inizialmente quelle organizzazioni furono il Gruppo di Madri e Familiari di Detenuti Desaparecidos; HIJOS; SERPAJ; CRISOL; le fondazioni Mario Benedetti e Zelmar Michelini; la Mesa Permanente Contra la Impunidad; FYCVAN; FEUU, ONAJPU; el Movimiento de Educadores por la Paz; el Colectivo Pro Derechos; el Colectivo de Denunciantes del 2011 Ey la Comisión por la Memoria de los Fusilados de Soca; aggiungendosi in seguito INAS e la “Asociación Dónde Están” di Francia.
La presentazione pubblica dell’"Osservatorio Luz Ibarburu" (OLI) avvenne il 10 ottobre del 2012 nel Palazzo Legislativo di Montevideo, capitale dell'Uruguay.
Quel giorno tutti, ognuno degli assistenti sentì la presenza di Luz Ibarburu.
Era presente, come lo è oggi e sempre.

Foto di copertina: Partido Por la Victoria del Pueblo

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