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mapuchedi Jean Georges Almendras
Quando arriverà il giorno in cui il destino dei popoli originari avrà sapore di libertà e di rispetto dei loro diritti? Quando arriverà il giorno in cui l’uomo bianco deporrà i suoi maligni strumenti di potere per garantire la pace a queste comunità sulle cui spalle grava la pesante maledizione del saccheggio e dell’abuso degli uomini bianchi di altre epoche e di oggi? Quando arriverà il giorno in cui gli argentini che beneficiano delle loro finanze, della loro educazione, delle loro università e delle loro libertà (che dall’altra parte vengono calpestate progressivamente dai governanti di turno nonostante essi siano uomini bianchi) possano riuscire a comprendere (capire) che nella convivenza umana, in un regime democratico (democratico?) e civilizzato, hanno come dovere fondamentale attuare la tolleranza tra le collettività umane, senza discriminazione alcuna, razzismo o emarginazione?
Quando si smetterà di esercitare il cinismo e l’ipocrisia? Quando?
Negli ultimi giorni, da queste stesse pagine, riferivamo che nel Tribunale Federale di Barilo che si erano incontrati il Giudice Gustavo Villlanueva, la presidente di APDH (Associazione di Diritti Umani) Norma Ríos e l’avvocato di APDH Sebastián Feudal, e in quella occasione il colloquio si era svolto in armonia, senza per nulla presagire alcun contrattempo.
Contrattempo che si è puntualmente presentato quando il giudice, inaspettatamente, ha respinto la querela presentata da APDH nella causa attinente l’assassinio di Rafael Nahuel. Il magistrato ha stabilito che “il fatto oggetto di indagine non costituisce reato di lesa umanità e nemmeno una grave violazione dei diritti umani”.
Con questo atto, il giudice Villanueva ha messo in chiaro la propria posizione. Ha messo in chiaro la posizione del suo governo. Ha messo in chiaro che la dottrina dell’ubbidienza dovuta non riguardava soltanto il dominio militare.
Dopo questo atto l’APDH è ricorsa in appello ritenendo la decisione di Villanueva vergognosa e che ubbidisce “alla politica di governo che ha voluto creare un nuovo nemico interno, effetto della Dottrina di Sicurezza Nazionale, inasprendo la repressione e la persecuzione contro la comunità mapuche, e impedendoci di espletare il nostro ruolo come organismo di diritti umani”, come si legge nel comunicato ufficiale firmato dalle tre presidenti di APDH.
Nelle ultime ore sono sopraggiunti altri colpi bassi: il giudice Gustavo Villanueva ha disposto l’arresto dei giovani mapuche Fausto Jones Huala e Lautaro González (che quel 25 novembre trasportarono il corpo del moribondo Rafael Nahuel dalla montagna della comunità Lafken Wilkul Mapu di Villa Mascardi, fino alla strada 40) e ha inoltre sollecitato nuove perizie sugli indumenti dei due giovani mapuche e della vittima (Rafael Nahuel) alla ricerca di residui di polvere da sparo.
Come se a distanza di 9 mesi dai fatti, dopo aver sequestrato gli indumenti dei mapuche e di funzionari del gruppo Albatros non fossero già stati eseguiti numerosi analisi per determinare la presenza di polvere da sparo su di essi.
Secondo quanto riferito dai media locali la perizia in questione è stata affidata alla Direzione di Criminalistica e Studi Forensi della Gendarmeria Nazionale. Perizie eseguite sotto la giurisdizione di una forza di sicurezza strettamente legata alle politiche di governo della titolare del Ministero di Sicurezza, Patrizia Bullrich; e ciò che è ancora più grave: una forza di sicurezza che ha agito in modo palesemente discutibile (sospettoso, per meglio dire), in tutto ciò che riguarda il caso Santiago Maldonado.
È evidente quindi che è compito del governo, rafforzare sottilmente e allo scoperto la teoria dello scontro con urgenza. Vale a dire, la versione ufficiale cerca di alimentare l’idea che quel 25 novembre gli agenti furono attaccati a colpi da arma da fuoco. Ciò non è vero, perché i mapuche si sono difesi come sempre avviene quando vengono repressi: con pietre, fionde o con la fuga.
Non bisogna dimenticare, e lo ricordiamo al lettore, che già in precedenza, così come riferito dalla stampa libera e non da portavoci del governo - quelli indumenti furono analizzati da tecnici del laboratorio del Ministerio Público Fiscal della Provincia di Salta e i risultati hanno escluso completamente la teoria dello scontro. Furono portati in laboratorio filmati della perizia e il materiale digitalizzato, consolidandosi il sospetto di un possibile inquinamento delle cinghie di carbonio dovuto all’uso degli stessi guanti in latex per la manipolazione dei campioni.
Da qui la difesa dei giovani chiese la nullità dell’analisi.
Per quanto riguarda il recente ordine di cattura dei due giovani mapuche che portarono il corpo ferito di Rafael Nahuel, i dottori Matías Schraer e Sonia Ivanoff hanno dichiarato al quotidiano Pagina 12: “Preso atto dell’ordine di cattura emesso dal Giudice Villanueva contro Fausto Jones Huala e Lautaro González vogliamo denunciare che si intensifica ancora di più la criminalizzazione, la violenza, la persecuzione e la negazione dell’identità culturale. Situazione che si ripresenta sistematicamente contro gli indigeni che partecipano a manifestazioni o altro per il recupero territoriale che riguarda terre di elevato valore economico, turistico, estrattivo e idroelettrico, tra l’altro”.
I due giovani sono accusati di usurpazione. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il reclamo presentato da Schraer e Ivanoff che ricorreranno in appello dopo l’ordine di cattura emesso da Villanueva dinnanzi il Tribunale di General Roca.
È emerso anche che in questo contesto il Giudice Villanueva ha formalizzato due convocazioni. Dovranno comparire dinnanzi al Tribunale di Bariloche due membri del gruppo Albatros, della Prefettura Navale Argentina: il Primo Caporale Francisco Antonio Lezcano e il Primo Ufficiale Pablo Rubén Berra, il 24 agosto e 7 settembre, rispettivamente. Presenzieranno le udienze il pubblico ministero Silvia Little e gli avvocati rappresentanti delle parti. Lezcano fece parte del contingente di prefetti che partecipò allo sgombero, ma non fece uso di armi da fuoco. Mentre Berra, capo dell’operazione, non prese parte all’irruzione nella comunità mapuche.
La teoria dello scontro continua a insinuarsi nei fatti accaduti a Villa Marcardi.
Un’insinuazione lacerante.
Spudorata.
Come lo è il fatto che il fascicolo dell’assassinio di Rafael Nahuel continua a essere classificato: “Fausto Jones Huala / morte dubbiosa”.

rios lonko incontro

Norma Rios visita il Lonko Facundo Jones Huala


Previa autorizzazione - concessa espressamente dal giudice Gustavo Villanueva - la presidente dell’Assemblea Permanente di Diritti umani (APDH) Norma Ríos ha fatto visita al Lonko Facundo Jones Huala presso il domicilio dove è agli arresti domiciliari, in attesa della decisione della Corte Suprema di Giustizia, sulla sua estradizione in Cile. Parallelamente c’è un ricorso in appello, sollecitando anche la sua scarcerazione.
Benché inamovibili gli uomini e donne della giustizia argentina di fronte agli appelli e alle multipli mobilitazioni popolari che rivendicano - coscientemente e con occhio critico - la libertà del Lonko, finalmente sono stati concessi allo stesso gli arresti domiciliari, argomento che abbiamo già trattato in un nostro precedente articolo dal titolo “Huala ai domiciliari”.
Indossando un braccialetto elettronico (che ovviamente monitora ognuno dei suoi movimenti, dentro l’abitazione di un parente stretto, nella quale vive dal momento in cui lasciò l'Unità Penale di Esquel, in provincia di Chubut), Facundo Jones Huala ha incontrato la presidente di APDH, Norma Ríos.
L’incontro è avvenuto prima di venire a conoscenza della decisione del giudice Gustavo Villanueva di rifiutare l’APDH come querelante nel caso Rafael Nahuel, e prima che lo stesso magistrato emettesse l’ordine di arresto del fratello del Lonko, Fausto Jones Huala e del giovane Lautaro González.
Norma Ríos, dall'Argentina ha raccontato sinteticamente ad Antimafia Dos Mil gli aspetti rilevanti del recente incontro con il Lonko: “L’ho trovato molto bene, si sta recuperando fisicamente, soprattutto dopo lo sciopero della fame. Era con Andrea, la sua compagna. Le visite e le sue dichiarazioni ai mezzi stampa sono soggetti ad una serie di restrizioni. I suoi avvocati Sonia Ivanoff ed Elisabeth Gómez si stanno occupando di questo aspetto. Dal punto di vista umano, il Lonko è sempre fermo nella lotta che porta avanti da tempo. Fermo politicamente e ha ben chiara l'idea che la lotta deve continuare, come il primo giorno. Io comprendo che ha dei validi motivi per continuare a lottare, e non abbiamo dubbi che è incarcerato ingiustamente”.

Foto di copertina: www.diariospatagonicos.com

Foto 2: Gentilezza di Norma Ríos di APDH

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