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messico terremoto 500di Piero Innocenti
Non bastava la violenza dell’uomo a rendere drammatica la situazione che vive da anni il Messico. Così, si è aggiunta anche quella, incontrollabile, della natura con i due forti terremoti, dell’8 e del 19 settembre che hanno causato ingenti danni nella parte sud del paese, a Oaxaca, a Puebla e nella stessa capitale. Con un bilancio, ancora provvisorio, di oltre 300 persone morte.

Un mese tra i più luttuosi per i messicani che anche in queste situazioni di calamità naturali hanno dimostrato grande generosità e solidarietà. Settembre era iniziato all’insegna dei consueti gravi episodi di criminalità e così, il 2, in alcuni punti della strada che collega Chilapa a Chilpancingo, erano stati trovati i cadaveri smembrati di tre uomini con alcuni messaggi che annunciavano l’avvio di un’operazione di “pulizia”. A distanza di poche ore, durante la notte, in due frazioni di Chilpancingo, vengono recuperati i corpi fatti a pezzi di altri cinque uomini contenuti in alcuni borsoni di plastica.

Il giorno dopo, a Veracruz, nella frazione Rafael Diaz Serdan, vengono trovati, ai margini della strada, sparpagliati, i pezzi di cadaveri di tre uomini. La giornata registra il sequestro, a Coxiquihui, ad opera di un commando armato, di tre componenti una famiglia, uno dei quali viene trovato assassinato alcune ore dopo. A Las Chopas, la polizia localizza il cadavere di un uomo con evidenti segni di torture subite. A Coatzacoalcas, alcuni incappucciati attaccano un taxi uccidendo il passeggero e ferendo il conducente.

Dopo una breve pausa, quella della giornata del 4, la cronaca registra gli omicidi, in tre episodi distinti, di quattro poliziotti di Apaseo Alto, di una impiegata della Segreteria delle locale Sicurezza Pubblica e di due addetti ad un impianto di carburante. Due sicari, lungo la strada che collega Albasolo, uccidono l’ex sindaco di Pueblo Nuevo. Il 6, un fotografo collaboratore delle testata giornalistica on line Bandera Noticias viene assassinato innanzi alla sua abitazione. L’8 settembre, a Reynosa, al termine di un conflitto a fuoco con un reparto di soldati impegnati in servizio di pattugliamento sei malviventi vengono uccisi. Tra il 9 e il 10 settembre, nello Stato di Guerrero, vengono registrati una decina di omicidi. Il 13 settembre, un commando incappucciato fa irruzione nel bar La Parranda di Irapuato (Guanajuato), uccidendo cinque persone e ferendone altre due. A Uruapan (Michoacan), vengono recuperati i cadaveri di sette uomini quattro dei quali fatti a pezzi e contenuti in borsoni di plastica nera, di quelli utilizzati per la spazzatura. Nella colonia Guerero vengono uccisi a colpi di pistola un giovane di 25 anni e un bambino di 7 che lo accompagnava.

Le statistiche rese pubbliche dalla Segreteria della Sicurezza Pubblica Nazionale, parlano di 16.152 omicidi volontari in tutto il paese (sul totale di 26.644) nei primi sette mesi del 2017 ossia oltre 70 omicidi al giorno. Il 16 settembre, nella zona sud di Veracruz al confine con Tabasco, due uomini restano uccisi nella sparatoria tra bande rivali e,nelle stesse ore, a Cancun, due agenti della polizia ministeriale ed il loro figlio vengono assassinati mentre stavano entrando nella sala cinematografica del centro commerciale La Gran Plaza.

Dopo il sisma del 19 settembre e l’ulteriore forte scossa del 23, la cronaca non aveva riportato fatti delittuosi di particolare gravità o rilevanza, a parte l’omicidio di un narcotrafficante di “peso” (Pablo Toscano meglio noto come El 500) del cartello Jalisco Nueva Generation, avvenuto il 25 settembre a Copandaro, e ritenuto capo della piazza nel porto di Lazaro Cardenas. Il 26 settembre, tuttavia, la strage compiuta a Chihuahua da un gruppo armato che fa irruzione in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti sparando nel mucchio e uccidendone quattordici oltre a otto feriti gravi, riporta tutti alla tragica realtà messicana.

Tratto da: liberainformazione.org

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