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putin trumpTrump-Putin, parla Giulietto Chiesa
di Stefano Ursi
La normalizzazione dei rapporti fra Usa e Russia, la prima telefonata fra Donald Trump e Vladimir Putin come momento per riaffermare un legame improntato alla “non interferenza”: cambia lo scacchiere internazionale ed emergono nuovi giocatori che finora erano stati relegati ai margini. Quale sarà lo spartiacque capace di segnare il passaggio ad una nuova era? Il giornalista e scrittore Giulietto Chiesa ne ha parlato con IntelligoNews, puntando il faro su un evento che in molti paiono aver dimenticato, ma che ha cambiato la storia del mondo: l'11 Settembre 2001.

Oggi le indiscrezioni relative alle telefonate di Donald Trump e Vladimir Putin e Xi Jinping. Due chiamate a caso?
“No, niente affatto. Mi aspettavo chiaramente che il primo contatto di Trump sarebbe stato con la Russia e poi con la Cina; essendo persona che vuol cambiare le cose è chiaro che i primi due interlocutori con cui gli Usa debbono parlare, realisticamente, siano questi due, quindi lo trovo normale”.

Si parla di un possibile incontro a breve e della volontà di ripristino di rapporti improntati al rispetto reciproco e soprattutto alla non-interferenza. Che segnale è?
“Un segnale di normalizzazione e su questo Trump è stato piuttosto chiaro, anzi chiarissimo: intende dare agli Usa una fisionomia internazionale diversa da quella che è stata con i passati presidenti democratici e repubblicani, siamo di fronte ad una svolta politica che, mi pare di capire, si basa su un maggiore realismo della valutazione dei rapporti fra Usa e il resto del mondo, il che significa tenere conto della aumentata presenza di protagonisti decisivi nello scacchiere economico e politico mondiale che, finora, l'America non aveva voluto riconoscere”.

Questa normalizzazione, nel momento in cui si concretizzerà, avrà effetti anche sull'Europa?
“Non c'è dubbio su questo. L'Europa sta vivendo oggi una crisi di identità, che l'ha portata a 'sdraiarsi' su un modello di America che oggi, a Bruxelles, ci si rende conto non essere quella che si pensava. Questo Presidente, occorre dirlo, rappresenta 'un'altra' America e a questo punto l'Europa dovrà ricollocarsi rispetto alla nuova situazione: fino ad ora, da quel che si può capire, la reazione è tale e quale a quella delle elites liberal e conservatrici, bipartisan, americane che hanno gestito il potere, finora, contro l'America. Siccome queste elites, similarmente anche in Europa, gestiscono il potere contro i popoli europei, a Bruxelles si subisce la stessa identica crisi di ricollocazione”.

9 Novembre 1989 e 9 Novembre 2016: possiamo azzardare che questa sia la vera caduta del Muro? Oppure c'è altro a livello storico che ancora deve emergere?
“Non so se sia possibile fare un paragone fra le due cose, ma le faccio un'altra proposta: ci sono alcune dichiarazioni di Donald Trump che io ritengo di cruciale importanza, fra cui quella sull'indagine relativa ai fatti dell'11 Settembre 2001, che è secondo lui un colossale pasticcio. E deve dunque essere riaperta. Questa dichiarazione di Trump durante la campagna elettorale potrebbe essere il vero spartiacque della situazione attuale”.

Tratto da: intelligonews.it

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