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medina pabloProiettato il documentario sull'omicidio del giornalista Pablo Medina
di Jean Georges Almendras

Ironia della sorte, il documentario “Pablo”, incentrato sulla rete della narco politica paraguaiana attorno all’omicidio di Pablo Medina e della sua assistente Antonia Almada, è stato presentato lo scorso lunedì 17 ottobre nel cuore stesso del Congresso del Paraguay, nella sala bicamerale dove i parlamentari si riuniscono in seduta. Senza dubbio un fatto importante visto che nel documentario più volte emerge il vincolo di parlamentari con elementi del narcotraffico. Significativo anche che le porte del Congresso si siano aperte grazie all’intervento di due parlamentari (il senatore del Partido Democratico Progresista Arnaldo Giuzzio e il Senatore Eduardo Petta, della Commissione di Prevenzione del Narcotraffico e Delitti Connessi). Possiamo dire che l’occasione ha segnato positivamente, perché permette di intravedere due punti molto precisi: primo, che in Paraguay Antimafia Dos Mil è presente e percorre la giusta traiettoria, secondo, che non tutto è perduto nel sistema politico.
Ma c’è un terzo punto estremamente significativo: il fatto che è stato riproposto nella sala bicamerale del Congresso della città di Asuncion l’intervento completo del direttore di Antimafia Duemila, Giorgio Bongiovanni, intervenuto attraverso Skype dall'Italia il 16 ottobre nella Plaza di Curuguaty in occasione delle attività in ricordo di Pablo Medina e Antonia Almada.

Parole, quelle di Bongiovanni forti e chiare che sentiamo nostre e di Pablo Medina assieme a tutti gli altri colleghi vittime “del terrorismo messo in atto dal potere che si maschera per uccidere impunemente coloro che difendono le loro terre e la libertà di espressione”, come ebbe a dire lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, inserito nel documentario che presentiamo.
Ringrazio lei, Dr. Figueredo, per il suo impegno nel portare avanti una rivista che presenta una realtà della Repubblica del Paraguay e di tutta la regione. Ringrazio anche il nostro apprezzato giornalista che ci visita dall’Uruguay. Noi del posto vogliamo dirle che proviamo vergogna che questo auditorium si presenti vuoto riguardo un tema così tanto trascendente, che in questo momento preoccupa molto la Repubblica del Paraguay, come appunto il tema del narcotraffico, delle mafie organizzate che godono di buona salute e continuano ad infiltrare tutte le istituzioni con un alto costo di vite umane”, queste le parole di apertura del Senatore Eduarto Petta, che hanno preceduto la proiezione del documentario “Pablo”.
Ancora una volta le assenze hanno pesato e molti paraguaiani appartenenti al sistema politico e alla società civile si sono disinteressati.
Ma, nonostante le assenze, la serata è risultata brillante e confortante. Ad un esiguo pubblico si è aggiunto il giornalista Idilio Méndez, i colleghi Santiago Ortiz e Pablo López, del Sindicato di Giornalisti del Paraguay, come anche i giornalisti Juan Fleitas e Hugo González Chirico. A rappresentare Pablo Medina, la figlia maggiore, Dyrsen.median funerale
Ci sono diciassette martiri della mafia che hanno sacrificato le loro vite, martiri perché non hanno taciuto di fronte alla realtà, perché hanno affrontato queste organizzazioni e hanno pagato un caro prezzo. Ma confidiamo ed esortiamo il Ministerio Público, la Giustizia della Repubblica del Paraguay, a portare avanti delle indagini precise, obiettive e che finalmente giungano ad una sanzione penale. Non vogliamo aggiungere il caso di Pablo Medina alla lista dei fatti coperti da impunità in tema di lotta al narcotraffico e delitti connessi. Noi, da questa Commissione, abbiamo adottato misure importanti, come proporre delle norme che permettano di modificare il piano operativo di azione e che ciò possa avvenire attraverso il Ministerio Pubblico”, ha aggiunto Petta durante il suo intervento. 

Nel suo discorso il Senatore, riferendosi esclusivamente al lavoro dei magistrati (spesso esposti a continue minacce) ha detto che sono state intraprese delle misure per evitare che la loro vulnerabilità possa influenzare le indagini che riguardano direttamente il narcotraffico.

Petta ha spiegato: “Normalmente, quando l’azione contro il narcotraffico è in mano ai giudici della zona, questi finiscono colpiti nel loro agire, sia perché si corrompono o perché vengono minacciati. Quindi, il miglior risultato nella lotta contro il narcotraffico lo abbiamo quando le indagini vengono affidate a magistrati fuori della giurisdizione territoriale di queste mafie. Questo il motivo per cui abbiamo portato avanti azioni, come la presentazione di un progetto che permetta di modificare il nostro processo penale e renda possibile che il Ministerio Público agisca direttamente dalla capitale, con giudici dalla capitale che amministrino meglio l’informazione, ciò al fine di ottenere migliori risultati di azione e affinché la pressione post intervento non ricada soltanto sul magistrato, come ad esempio minacce di morte. Per quanto riguarda la possibile corruzione del magistrato e dei giudici, abbiamo preso le dovute precauzioni. Esiste una Comisión de Investigación nel caso di Pablo Medina che ha trovato elementi importanti per il Ministerio Público ed aspettiamo che dia dei risultati”.

Il Segretario Generale del Sindacato di Giornalisti del Paraguay Santiago Ortiz si è scusato per non essere staro presente a Curuguaty, nell’anniversario della morte di Pablo Medina, "perché ci trovavamo a rendere l’ultimo saluto alla principale figura della nostra organizzazione, il nostro compagno Vicente Páez deceduto lo scorso sabato" ed ha dichiarato che la sua presenza nel Congresso vuole essere ancora una volta un gesto di solidarietà verso Pablo Medina, la sua famiglia, i suoi amici ed i suoi colleghi. Per aggiungere subito dopo: “Sono trascorsi due anni da quella purtroppo tragica giornata per il giornalismo, dove le mani della mafia che misero fine alla vita di Pablo e Antonia si sono avvicinate ancora di più alla narcopolitica. È da quel momento che è iniziata a scuotersi un po’ la polvere statica attorno a questo termine. Da quel giorno abbiamo iniziato ad ascoltare sempre più frequentemente la voce dei paraguaiani e della stampa. Ma questo ci ha dimostrato che la narcopolitica era una realtà, ci siamo resi conto in questi anni, dopo il duplice omicidio, che è penetrata fino al midollo osseo dello Stato paraguaiano e che è derivata in una spirale di pazzia a partire da un governo dove è più che evidente che tutte le luci dei settori mafiosi sentono di avere il potere di agire come vogliono”. Sul punto delle indagini del caso Medina ha puntualizzato: “Vediamo che le indagini sul caso Medina, sebbene siano avanzate, non hanno toccato gli ultimi gradini e, come diceva Bongiovanni, al momento si è toccato soltanto l’anello più basso o l’ultimo, e il secondo anello che è Vilmar “Neneco” Acosta, ma non si è indagato sulla notizia trapelata riguardo la telefonata tra “Neneco” Acosta e la deputata Cristina Villalba, non si è indagato su altre connessioni più in alto, e nemmeno su connessioni con il narcotraffico, che continua a minacciare la vita dei giornalisti. Non si è indagato sul crimine organizzato nel suo complesso, sulla corruzione che continua a minacciare e ad attentare contro la vita dei giornalisti. Non bisogna dimenticare che i crimini e gli attentati contro giornalisti continuano ancora e continueranno fin quando l’impunità regnerà nel nostro paese e mentre continua a reggere un sistema politico, economico e sociale che ha distrutto le basi della nostra società, che ha fatto della corruzione una forma di vita e che si basa sull’esclusione di gran parte delle persone per favorire un piccolo settore che accumula ricchezza solitamente in modo illegale”. “Vogliamo segnalare anche nel contesto istituzionale di questo Parlamento che - ha continuato Ortiz - nei prossimi giorni verrà studiata una legge che crea un meccanismo di protezione per i giornalisti, lavoratori della stampa e difensori dei diritti umani. Speriamo che rappresenti un contributo importante per il nostro sindacato affinché non avvenga più ciò che è avvenuto con diciassette compagni. Nel caso di Pablo è stato peggio perché lo hanno privato della scorta in modo assolutamente irresponsabile, finendo per incolparsi l’un l’altro. Quindi, dobbiamo avere delle regole chiare e impostati i meccanismi di protezione ai giornalisti, perché noi facciamo il possibile affinché non abbia a ripetersi. Sappiamo che sarà difficile che venga approvato, perché la narcopolitica è dentro il Parlamento Nazionale, sappiamo che è anche nel Palazzo del Governo e nel Potere Giudiziario. Noi siamo disposti dalla nostra posizione, con i nostri ventisette anni di traiettoria, a continuare a dare la faccia nella lotta per la libertà di espressione. Noi non rinunceremo in nessun momento a lottare per condizioni migliori nè a difendere la libertà di espressione. Lo faremo sempre e con tutte le nostre forze perché crediamo sia un elemento fondamentale della democrazia. Semplicemente, compagni, facciamo un appello alla mobilitazione, all’azione, alla difesa della libertà di espressione, della vita e del lavoro degno per i giornalisti, un modo anche di difendere la democrazia che è seriamente minacciata dalla narcopolitica, che oggi governa il paese”.

medina manifestazione curuguatyNel presentare quindi il documentario, e spiegare il senso e lo scopo del nostro lavoro giornalistico la parola è passata a noi: “Condividiamo le parole di Petta. Questa sala dovrebbe essere piena. La Plaza di Curuguaty doveva essere piena. Le strade di Curuguaty dovevano essere piene di gente che protesta contro un sistema che lede la vita personale di ogni abitante del Paraguay, che lede l’istituzione democratica, che lede il concetto di giustizia e che lede il concetto di libertà. Sembra sia inevitabile lo spargimento di sangue dopo le dittature, le sofferenze collettive, dopo la guerra della Triplice Alleanza. Sembra sia inevitabile, lo spargimento di sangue dopo lo stronismo. Inevitabile lo spargimento di sangue in democrazia. Inevitabile il dolore delle famiglie che vengono distrutte, perché c’è un altro dittatore che sta sottomettendo in questo momento, velatamente, sottilmente, e a volte sfacciatamente. Questo dittatore si chiama crimine organizzato. Narcotraffico. Che adesso è più intelligente, perché si allea con alcuni elementi deviati dello Stato paraguaiano e di altri Stati democratici. Non entreremo in altri dettagli, perché abbiamo parlato ampiamente di questo, e sono stati versati fiumi di inchiostro, ci sono dei filmati, ore e ore di sedute in Parlamento, carichi di discorsi, sono state dedicate ore di conferenze e di manifestazioni sociali e popolari. Questo documentario è solo un granello di sabbia in più. È stato realizzato prima di tutto per un nostro impegno di coscienza verso Pablo Medina; poi anche per un impegno personale, perché lui era un nostro collaboratore e lo abbiamo conosciuto qualche anno fa, poi anche perché noi redattori di Paraguay, Argentina, Uruguay e Italia, insieme al fondatore della rivista Giorgio Bongiovanni, abbiamo la forte convinzione per difendere i nostri interessi, poiché viviamo in un mondo individualista ed egoista, dobbiamo difendere anche un interesse collettivo. Questo documentario vuole creare coscienza. Non si tratta di una realizzazione cinematografica di milioni di dollari. Non è un lavoro cinematografico che cerca marketing. Ciò che vogliamo è dare a questo nostro lavoro la forza della convinzione per poter capire cosa è successo attorno a Pablo Medina e cosa sta succedendo concretamente in questo paese ed in altre città di America”.

Dopo la proiezione del documentario il moderatore Jorge Figueredo, direttore della redazione paraguaiana di Antimafia Dos Mil, ha aperto uno spazio per un dibattito costruttivo. Dove il giornalista paraguaiano Idilio Méndez e il giornalista argentino Matías Guffanti hanno espresso la loro opinione.

Idilio Méndez
è stato molto preciso: “Io desidero complimentarmi con Almendras ed il suo staff per il lavoro che hanno realizzato perché sono documenti, e ci mette a disposizione materiale da consultare. Non è soltanto il completamento di un altro lavoro ciò che ci ha convocato qui. Ma in questo tipo di eventi il nostro popolo generalmente è assente e si potrebbe credere che siamo sconfitti definitivamente dalle mafie. Personaggi di cui abbiamo letto e sui quali abbiamo indagato per anni ed ora vediamo passi indietro. La conclusione a cui arrivo io è che il sistema finanziario è coinvolto. Perché la lotta contro il crimine organizzato, che non è circoscritto soltanto al narcotraffico, deve essere una lotta universale. Questo interessa diversi paesi.. Nel nostro paese ci sono strumenti e leggi se uno vuole investigare a fondo. Ad esempio, la Procura o potere amministrativo indagò il giudice Nuñez ed i suoi conti bancari. Sono queste le cose che dobbiamo investigare. Io ricordo che all’inizio del decennio del 2000, quando ancora c’era un giornalismo attivo, con il nostro gruppo investigativo abbiamo scoperto un processo giudiziario di un conto bancario dell’autista di quell’epoca del banchiere Horacio Cartes a Foz di Iguazú nel Banco Prosper. Un conto di oltre quattrocento milioni di dollari dell’autista. Io non so come è finito quel processo, perché quel conto fu congelato dalle autorità brasiliane, ecco quindi perchè ci si deve concentrare sul settore finanziario”.

La stessa Banca Centrale ha molti strumenti legali e forme di accesso, per conoscere chi sono coloro dietro queste organizzazioni mafiose e che commettono questo tipo di crimini. Sono questi i meccanismi che dobbiamo muovere. Io ho avuto l’occasione di lavorare per un breve periodo con il Presidente Lugo e gli ho detto: 'prendiamo queste istituzioni, la Dogana, la Superintendenza di Banche e facciamo che controllino nelle alte sfere, come ha detto il Segretario Esecutivo del Seprelad (Segreteria di Prevenzione del Riciclaggio di Denaro), riferendosi a Nicolás Leo che aveva un processo aperto negli Stati Uniti'. Ma qui non si indagava su di lui perché apparteneva alle alte sfere. Quindi dobbiamo indagare sui vertici, ma chi lo fa? Se la Giustizia è contenuta dal Congresso o molti congressisti finanziano le sue campagne con soldi provenienti dal traffico di armi, dal traffico di droghe, dal furto allo Stato, ecc. È una faccenda importante e abbiamo ovviamente una mobilitazione permanente della nostra società civile verso la costruzione di una società molto più democratica e più partecipativa. Per concludere, stavo leggendo che nel municipio dello stato di Michoacan in Messico, si dice che hanno espulso tutti i politici e la mafia ed hanno cominciato a dirigere il loro comune. Hanno messo fine alla corruzione. C’è stato un tentativo dei partiti politici di recuperare spazi, ma la Corte Suprema del Messico ha deliberato a favore della comunità, e loro amministrano il popolo. Io credo che è questo tipo di democrazia che dobbiamo iniziare a pensare e sognare”.

Matias Guffanti di Rosario, con particolare enfasi ha sottolineato: “Ritengo molto importante questo atto che si sta svolgendo nel Congresso, malgrado ci siano pochi posti a sedere occupati, e siano molti di più quelli vuoti, credo che sia importante andare sempre avanti e non fermarci in questi scenari che sono sempre più comuni nella lotta contro il narcotraffico e qualsiasi tipodi mafia. I posti a sedere vuoti sono un chiaro segno di indifferenza e di complicità e di molte cose tanto da parte della politica come dei cittadini. Questo impegno corrisponderebbe fondamentalmente alla politica, ma è una lotta che corrisponde anche a tutti i cittadini e principalmente ai giovani. I giovani devono dare impulso a questa lotta. Con i nostri studi, la nostra partecipazione cittadina ed ogni tipo di attività che abbia a che vedere con un impegno per una società differente. E per non dover vedere in un futuro l’assenza della politica in questo tipo di manifestazioni. Dove i funzionari non si fanno carico di quello che sta succedendo in Paraguay. Questo tipo di eventi non sono mai invano, che ci sia una persona o ce ne siano mille, dobbiamo sempre proseguire, lottando per questi valori, per questa giustizia che reclamiamo per Pablo Medina e per tutti coloro che sono stati assassinati vigliaccamente per mano di questi gruppi mafiosi. Se noi cittadini, la stampa ed alcuni politici onesti ci uniamo oggi in questa lotta e andiamo avanti, prima o poi, questa battaglia segnerà punti a nostro favore, perché la nostra unione e la nostra voce nella società rappresenta un colpo molto forte per questi gruppi narcotrafficanti che fondamentalmente quello che vogliono è la nostra omertà e che non comunichiamo, che non organizziamo eventi di questo tipo, né che denunciamo l'ingiustizia in altri luoghi, come noi facciamo oggi con questo documentario. 

Spero che possiamo andare avanti e che i giovani del Paraguay, a poco a poco nelle Università, incomincino a parlare ed approfondire questi temi. L'informazione è fondamentale in una società democratica. E dobbiamo cercare quell'informazione, dobbiamo cercare la verità perché sappiamo bene che i mezzi di comunicazione molte volte ci offrono disinformazione perché manipolata o semplicemente si disinteressano dei temi che trattiamo, non interessa loro la democrazia di un paese. Spero che i giovani del Paraguay possano essere sempre più coinvolti in questo tipo di battaglie come un cammino per costruire quel futuro che tanto meritiamo in Paraguay ed in tutte le parti del mondo
”.

Il redattore della redazione Paraguay di Antimafia Dos Mil, Omar Cristaldo, ha espresso la sua opinione in questi termini: "Sebbene sia molto importante l'evento che stiamo realizzando qua, ed è evidente l'indifferenza della società di fronte a questi fatti, è una realtà che comunque ci porta a riflettere sempre di più, noi che abbiamo una visione un po' più critica sui fatti che accadono, e ciò ci porta ad unirci e fare fronte comune. I gruppi mafiosi arrivano ai loro obiettivi perchè sono uniti e molto forti, e sono protetti, come è il caso di Nuñez, già menzionato qui oggi. Comunque sia noi dobbiamo essere uniti."

Già nell'ultimo tratto dell'incontro, il Senatore Eduardo Petta riprende la parola scusandosi con la figlia di Pablo Medina - presente nel Congresso - per l'assenza di persone nella sala "per tanta sofferenza e per il dilungarsi di questo processo che vogliamo si risolva presto e che i responsabili paghino per le loro azioni" e aggiunge: "C'è un potere politico vincolato al potere economico delle mafie da molto tempo e, invece di retrocedere, è cresciuto e si è consolidato. Abbiamo un Presidente della Repubblica che nessuno può negare essere stato legato ad attività non proprio lecite e si conoscono i suoi antecedenti, ma, in qualche modo lo abbiamo scelto ed un partito lo scelse come candidato. Oggi c’è il rischio di un crollo istituzionale. Un crollo dello Stato di Diritto. Di fronte ad una simile prospettiva credo che oggi dobbiamo stare più attento che mai dinnanzi ad un complotto in Paraguay che pretende consolidare una struttura mafiosa".

"Da lì devono partire i cambiamenti, migliorare la rappresentazione politica che abbiamo e senzapetta eduardo dubbio insegnare al popolo a scegliere i meccanismi di sblocco delle liste che hanno causato tanto danno alle istituzioni politiche ed alla classe governante. - Ha continuato Petta - necessariamente il paese dovrà scuotersi nei prossimi giorni e nei prossimi due anni se vogliamo recuperare le istituzioni che oggi sono completamente sottomesse. Ed una delle istituzioni che dobbiamo recuperare è la stampa. Nessuno può negare in questo momento che i mezzi di comunicazione sono stati comprati e che giornalisti che prima avevano il coraggio e la determinazione di parlare oggi, per auto proteggersi si auto censurano vigliaccamente, diffondendo statistiche che non esistono ed altre bugie ancora. Applaudo il giornalismo che ancora resiste. Il giornalismo coraggioso. Qui c’è la memoria della persona che oggi stiamo ricordando. A Pablo, e a quelle altre diciassette persone che hanno perso la vita. Ma per favore vi chiedo, non come autorità politica, ma come cittadino paraguaiano, di recuperare la libertà che in questo momento si sta perdendo lentamente con la vendita di diversi mezzi di comunicazione. Un passo molto pericoloso. Sembra che dobbiamo farci tutti un'autocritica, noi politici che non ci stiamo assumendo probabilmente tutte le responsabilità.
I settori dell'Amministrazione della Giustizia, un ministro Núñez che noi avevamo denunciato. Noi abbiamo presentato le prove al Ministerio Público, che ha in mano gli antecedenti per investigare su di lui penalmente, ma non lo hanno fatto. Al contrario, lo hanno nominato direttore dell'‘ente binazionale Yacireta. Quello è l'eterno matrimonio della Corte Suprema con gli enti binacionales. Oggi sono dati a conoscere i vincoli di Ministri della Corte, figli di ministri o di ministri che sono negli enti binacionales, che godono di salari altissimi al fine di proteggere il sistema. Quindi abbiamo un arduo compito davanti, ma non possiamo deprimerci perché se ci deprimiamo oggi, credo che mancheremo di rispetto verso la morte di Pablo e quella degli altri giornalisti uccisi, ed è proprio quello che non dobbiamo fare. Sono molto grato che questo evento si sia svolto qui. Lo ricorderò giovedì durante la sessione plenaria. Grazie di questo materiale e a te Dyrsen voglio dirti grazie per il coraggio di tuo padre e della tua famiglia che con determinazione state affrontando il sistema, ed a tutti i giornalisti coraggiosi il mio rispetto sempre”, ha concluso il senatore. 

Dal cuore stesso del potere politico. È lì che abbiamo parlato senza reticenza. In termini di dura critica, verso tutti i poteri dello Stato coinvolti nella vita nazionale paraguaiana. In termini di dura critica, verso tutti gli attori che fanno parte di quel macchinario burocratico infernale dove si incrociano gli interessi e dove si vedono volti, partiti politici, bandiere, ideologie, ma non si vedono cuori.
E' lì che abbiamo parlato. Sentendo che lo facevamo nella casa del lupo e credo che ci ascoltava, ma non abbiamo sentito che abbia risposto.

*Foto 1: Pablo Medina www.paraguay.com
*Foto 2: Scena del funerale di Pablo Medina www.abccolor.py
*Foto 3: Manifestazione a Curuguaty il 16 Ottobre 2016 ADM
*Foto 4: Senatore Eduardo Petta www.LaUnionR800 Am

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