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polizia messicanadi Piero Innocenti
La situazione della sicurezza pubblica in Messico è troppo gravemente compromessa perché si possa sperare di uscirne.

La diffusa corruzione delle diverse polizie continua a condizionare fortemente la vita del paese. Non per niente si parla di “cartellizzazione della polizia” a sottolineare le collusioni, i rapporti organici di molti poliziotti con i cartelli della droga, con i vari gruppi criminali e con le bande che si contendono i mercati illeciti.

Gli ultimi episodi sono del primo aprile u.s. con la notizia dell’arresto del comandante della polizia municipale di Papantla e di altri sette poliziotti accusati di aver sequestrato tre giovani dopo un controllo su strada e di averli consegnati ad una banda di criminali locali. Non è la prima volta che si verificano simili episodi risolti, nella stragrande maggioranza, con il ritrovamento di cadaveri.  

A gennaio, cinque giovani, tra cui una ragazza, dopo un controllo di polizia nel municipio di Tierra Blanca, erano stati consegnati a membri del cartello di Jalisco Nueva Generation ed erano  scomparsi. Successive indagini avevano accertato che i quattro erano stati assassinati e i resti dei loro corpi, triturati in un mulino, gettati in un torrente. La polizia di Tierra Blanca si era già particolarmente “distinta” in passato quando, giusto sei anni fa, ben novantotto agenti erano finiti in carcere con l’accusa di estorsioni in danno di commercianti ed arresti illegali.

Il gravissimo episodio di Iguala di quasi due anni fa, quando una cinquantina di giovani studenti furono bloccati e fatti sparire dai poliziotti in combutta con la gang di narcos di Guerreros Unidos, sembra un lontano ricordo. A poco è servito l’arresto di alcuni agenti di polizia corrotti insieme al loro comandante e al sindaco di Iguala.

Ancora si aspetta di conoscere la verità su questa carneficina. I tentativi di “depurazione” delle forze di sicurezza sono proseguiti ma, come accennato, la situazione è talmente incancrenita e diffusa che non si vede una via d’uscita.

Alcuni degli episodi più recenti bastano per evidenziare la situazione. Verso la fine del 2014, a Naucalpan, avviene una delle più massicce operazioni di depurazione della polizia con 230 agenti destituiti – sul totale di 2.400 che è l’organico della polizia municipale – per detenzione di droghe, falsificazioni in documenti e altri delitti. A gennaio del 2015 erano stati arrestati tredici agenti della polizia municipale di Medellin in relazione alla “scomparsa” di un giornalista di Veracruz. Sempre nello stesso mese vengono arrestati quattro poliziotti di Ocotlan per violenza sessuale di una giovane di sedici anni mentre, nelle stesse ore, finiscono ammanettati il capo della polizia statale di Apizaco ed altri due agenti per una serie di sequestri lampo di persone con richieste estorsive. Attività, queste ultime, commesse durante i servizi istituzionali utilizzando persino le auto vetture della polizia.

A marzo dello stesso anno vanno in carcere quattordici agenti della polizia federale per il sequestro di un facoltoso imprenditore per la cui liberazione era stato richiesto il pagamento di due milioni di dollari. Un centinaio di agenti vengono arrestati nel corso del 2015 perché, fuori servizio, venivano utilizzati dai narcos per trasportare droghe a”domicilio” (come i due poliziotti di Huixquilucan, bloccati con alcuni chilogrammi di marijuana).

Il 2016 è iniziato, come detto, con alcuni gravi episodi e con la notizia, data alla stampa alcuni giorni fa, da Javier Duarte, governatore di Veracruz, secondo cui, negli ultimi cinque anni sono stati destituiti dai ranghi della polizia statale oltre settemila poliziotti, molti dei quali a libro paga dei narcotrafficanti. La situazione non è migliore nella capitale messicana se si pensa che negli ultimi sei anni sono stati allontanati dalla polizia più di 10mila agenti, molti dei quali per estorsioni (El Universal, 9 aprile 2016).

Naturalmente in tutto il Messico ci sono ancora molti tutori dell’ordine con la “schiena dritta” che debbono sempre guardarsi bene le spalle per evitare spiacevoli “incidenti” (oltre 1.200 i poliziotti “scomodi” assassinati negli ultimi quattro anni nel contrasto alla criminalità).
(18 aprile 2016)

Tratto da: liberainformazione.org

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