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Ttunnel narcos elchaporaffico di droga
di Guido Olimpio

La galleria, lunga 400 metri, collegava un ristorante di Mexicali al salotto di una villa negli Stati Uniti. Sequestrata marijuana per sei milioni. L’ombra del cartello di El Chapo

L’ingresso era nel salotto, nascosto dalle piastrelle del pavimento, di una villetta a Calexico, California. L’uscita nella cucina funzionante del ristorante El Serape di Mexicali, Messico. Questi i due terminali di un grande tunnel dei narcos scoperto dalla polizia americana. Una galleria sotto il confine lunga 400 metri, dotata - ovviamente - di elettricità, tubi per l’aria e rotaie per i cartellini impiegati nel trasferimento dei carichi. Durante il blitz i federali hanno sequestrato una partita di marijuana - valore sei milioni di dollari - e arrestato 4 persone, due donne e due uomini.

Una casa ad hoc
I trafficanti hanno cambiato l’abituale modus operandi. Invece di usare edifici esistenti hanno deciso di costruire una casa ad hoc. Prima hanno condotto una lunga ricognizione per scegliere la posizione migliore, poi hanno acquistato il terreno, infine hanno messo in piedi la villetta preoccupandosi di lasciare ampie fondamenta. Successivamente i narcos hanno iniziato lo scavo vero e proprio per collegare la loro «postazione» al locale in Messico.

Il cartello di Sinaloa
tunnel narcos moto elchapoUn’operazione condotta con l’ausilio di macchine e utensili. L’intensa attività deve essere stata notata dalla polizia. Oppure c’è stata una segnalazione che ha spinto gli agenti ad un lavoro di sorveglianza dell’obiettivo. Il tunnel è infatti diventato operativo il 28 febbraio ed è stato smantellato dopo poche settimane. La scoperta ha sorpreso le autorità. I contrabbandieri, di solito, preferiscono le zone di Tijuana e Nogales, le due «capitali» di questo tipo di attività. Da anni operano bande specializzate di scavatori e il terreno è più morbido rispetto a quello di Calexico. I report federali segnalano che negli ultimi 5 anni sono individuati lungo la frontiera 75 tunnel. Strutture spesso gestite dal cartello di Sinaloa, quello guidato da «El Chapo» Guzman.

Tratto da: corriere.it

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